Repressione in Argentina, colpiti giornalisti e deputati

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La denuncia del Nobel Pérez Esquivel

La repressione delle proteste contro la riforma delle pensioni di Macri è brutale. Il regime neoliberista non ammette dissenso, evidentemente. Mentre il silenzio dei grandi media è assordante. A parlare, però, con forza e senza paura, sono associazioni per i diritti umani, sindacati, organizzazioni sociali e deputati, con l’appoggio del premio nobel Adolfo Pérez Esquivel.

«Non possono continuare a reprimere la gente. (Il ministro della sicurezza, Patricia) Bullrich deve essere allontanata. La gendarmeria ha puntato le sue armi contro il popolo. Questo non è democratico, chiediamo che lo Stato di diritto sia rispettato e che i diritti umani siano rispettati», ha denunciato Pérez Esquivel presso la sede del Servicio de Paz y Justicia.

«Esigiamo che cessi la repressione», ha aggiunto il Premio Nobel, evidenziando come il regime di Macri ricordi molto da vicino «epoche passate di militarizzazione, di repressione e non voler ascoltare la voce del popolo. Il governo vuole imporre una politica dove le pensioni vengono tagliate per pagare gli interessi sul debito».

«Non possiamo continuare così, ci sono morti e feriti», ha infine denunciato Pérez Esquivel. Accanto a lui c’erano Nora Cortinas delle Madri di Plaza de Mayo, Joseph Schulman, della Lega Argentina per i Diritti Umani (LADH), i membri della Commissione Provinciale per la memoria, Sergio Maldonado, fratello di Giacomo Maldonado, e i deputati Leo Groso e Victoria Donda.


Colpiti giornalisti e deputati: con Macrì tornano gli spettri del passato

La polizia argentina ha duramente represso una manifestazione nei pressi del Parlamento per impedire il passaggio dei protestanti delle organizzazioni sociali, dei sindacati, delle organizzazioni dei diritti umani e accademici, tutti uniti contro la riforma delle pensioni di Macri.

Cosa prevede la riforma?

Se approvata, la riforma delle pensioni modificherà la formula per il calcolo del reddito dei pensionati: i pagamenti si adeguerebbero ogni trimestre in base all’inflazione, anziché all’attuale sistema di aggiustamenti semestrali legati agli aumenti salariali e alle entrate fiscali. Questa modifica prevedrebbe un aumento delle pensioni del 5,7% per il prossimo anno; con il calcolo corrente l’aumento sarebbe stato del 12%.

Il portavoce della Confederazione Generale del Lavoro della Repubblica Argentina (CGT), Hector Daer, ha dichiarato a Telesur: “Se un decreto di necessità e urgenza verrà utilizzato per sottrarre soldi ai pensionati, inizieremo uno sciopero di 24 ore”

La giornata di oggi

Migliaia di manifestanti, appartenenti a diversi partiti politici, gruppi sociali e sindacati, si sono riuniti in prossimità del Parlamento. E’ subito scattata una grande operazione di polizia che ha incluso la Gendarmeria e ci sono stati violenti scontri con le forze di sicurezza. Il voto è stato rimandato dopo che anche giornalisti e deputati sono stati oggetto della repressione.

In questi tweet che vi riproponiamo c’è un’ottima sintesi del racconto della giornata, con la Gendarmeria che ha iniziato a sparare con proiettili di gomma, cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. “I poliziotti sono militari, e i militari sono stati mandati in tutte le strade come in una dittatura”, ha dichiarato a RT uno dei manifestanti.

Gas lacrimogeni, proiettili di gomma sono stati sparati contro giornalisti e deputati. il caso più grave è quello di Pablo Piovano, foto-reporter di Pagina 12 (nella foto copertina dell’articolo).

La domanda che come AntiDiplomatico ci poniamo – e lo facciamo anche in relazione al sospetto silenzio recente verso il nuovo golpe e brutale repressione in Honduras – è questa: come dobbiamo leggere la disattenzione e il silenzio dei media mainstream sulla brutale repressione in corso oggi in Argentina? Dobbiamo concludere che la fedele appartenenza al blocco neo-liberista fa guadagnare ai governi l’omertà delle grandi corporazioni dell’”informazione”?

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