Alicia bacia il tempo

Alicia –la nostra Alicia– perchè lei nell’Isola non necessita un cognome, è arrivata al suo 97º anniversario circondata dall’affetto, l’ammirazione e il rispetto non solo dei suoi compatrioti, ma di tutta una legione di ammiratori che ha conquistato nei quattro angoli del mondo.

È nata il 21 dicembre del 1920, in una famiglia formata dal tenente veterinario Antonio Martínez Arredondo e dalla modista Ernestina del Hoyo, nel modesto quartiere di Pogolotti, a L’Avana, e fece il suo debutto sulle scene come ballerina della scuola di Balletto della Società Pro-Arte Musicale de L’Avana, il 29 dicembre del 1931, iniziando così la sua carriera sulle punte che ha imposto record e che è terminata 64 anni dopo, il 28 novembre del 1995 nel Teatro Massini di Faenza, in Italia, trasformata in una leggera Farfalla.

La sua sfolgorante carriera l’ha portata in 61 paesi dei cinque continenti.

È stata una figura stellare dai tempi iniziali delle commedie musicali di Broadway, come nei gruppi di cui ha fatto parte in maniera stabile, come l’American Ballet Caravan; il Balletto Theatre di Nuova York, il Balletto Russo di Montecarlo e il Balletto di Washington, negli Stati Uniti e in altre compagnie nel resto del mondo in qualità di stella invitata.

La sua eccezionale tecnica ha anticipato di 20 anni gli standard dell’epoca, così come la sua duttilità artistica l’ha portata ad interpretare un repertorio incredibile di 134 titoli, 82 con carattere mondiale, frutto dei lavori dei più importanti coreografi della tradizione romantico- classica del XIX secolo, come Jean Dauberval, Jean Coralli, Jules Perrot, Marius Petipa e Lev Ivanov, e di 62 dei più brillanti creatori del XX secolo, tra i quali Mijail Fokine, Eugene Loríng, Antón Dolin, George Balanchine, Antony Tudor, Agnes de Mille, Jerome Robbins, Alberto Alonso y Alberto Méndez, citando solo i più importanti.

«Tutto quello che ho ballato mi ha dato molto piacere, è stato molto importate per me, ma Giselle ha un luogo speciale nella mia vita come ballerina e come essere umano. È stata un forte sfida dopo un lungo e duro riposo, ma ho vinto! Un ballerino, se è un vero artista, quando va in scena dev’essere disposto a dare tutto di lui o a morire sulle tavole», ha detto in un’occasione.

Ambasciatrice della Repubblica di Cuba, di Buona Volontà e della Danza Mondiale per l’Unesco, il suo lavoro artistico-culturale è stato riconosciuto nella sua patria e nel resto del mondo, con onorificenze di alto valore, con 222 premi di carattere nazionale e 264 di carattere internazionale che le sono stati assegnati in 37 nazioni.

Infaticabile nella sua lunga carriera, lei è sempre, come ha ben definito Juan Marinello: «Un impeto tenace, frenetico, eroico, sparato contro la malattia e contro il tempo verso un’instancabile perfezione ».

Ballerina, coreografa, direttrice, rappresentante e custode di tutta la cultura della sua Patria, sfida il passare del tempo, spazzando le brume dalla sua mente, decisa a non lasciarci vincere.

Pochi giorni fa, al termine di un Consiglio di Direzione del Balletto Nazionale di Cuba, istituzione che ha guidato con mano ferma per 69 anni, alzando la coppa con cui brindava per i compleanni di alcuni collaboratori, ha chiesto: «Che cos’è essere vecchi?».

In una frase ha riassunto la sua chiave vitale e la sua più fedele definizione.

 *L’autore è lo storiografo del Balletto Nazionale di Cuba.

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