UE: il blocco è illegale ed ingiusto

Stefano Manservisi, direttore generale di Cooperazione Internazionale e Sviluppo della Commissione Europea, ha dichiarato oggi che il blocco imposto dagli Stati Uniti a Cuba più di mezzo secolo fa, è illegale, ingiusto e contrario agli interessi dell’Unione Europea (UE).


Nonostante gli ostacoli, l’UE continuerà a identificare opportunità per finanziare progetti di investimenti e raggiungere un maggiore intercambio, ha informato la fonte.

Il problema del blocco economico, finanziario e commerciale da parte di Washington “non sarà risolto in due giorni”, ma la posizione dell’UE “è molto chiara”, ha affermato il funzionario ricordando la sistematica condanna internazionale alle Nazioni Unite.

Come ha spiegato, durante la sua attuale visita a La Habana ha sostenuto un incontro con le massime autorità del Ministero del Commercio Estero e dell’Investimento Straniero al fine a valutare iniziative concrete.

Manservisi ha annunciato che il prossimo 27 febbraio si terrà a Bruxelles, in Belgio, il primo consiglio congiunto tra l’UE e Cuba per l’interesse ad aumentare le relazioni bilaterali in diverse aree, tra le quali ha evidenziato le energie rinnovabili, l’agricoltura, la lotta al cambiamento climatico e la cultura.

Il funzionario ha apprezzato che questa nazione caraibica progredisca nella modernizzazione del suo modello economico e sociale con una visione globale, in un contesto di stabilità e di crescita.

Consultato dalla stampa, l’esperto ha assicurato che l’UE sarebbe disponibile a offrire assistenza tecnica per eliminare la dualità monetaria e di cambio a Cuba, un obiettivo prioritario per il paese, come ha ratificato il Parlamento alla fine di dicembre del 2017.

Secondo Manservisi, l’esperienza nella creazione dello zona euro, può risultare utile, perché ha implicato l’unificazione di 19 valute nazionali in un’unica moneta comune, l’euro.

Ha inoltre riferito sull’interesse di invitare Cuba ad aderire a un futuro patto di scambio commerciale e assistenza tra l’UE e quasi 80 stati di Africa, Caraibi e Pacifico, dopo una prossima rinegoziazione dell’attuale trattato di Cotonú.

Traduzione: Redazione di El Moncada

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