Raúl Castro e l’America Latina

Esiste un filo conduttore nel pensiero  rivoluzionario e martiano del Generale d’Esercito, Raúl Castro, sui  problemi dell’America Latina e dei Caraibe dell’ultimo mezzo secolo, ha assicurato  l’investigatore e saggista Abel González Santamaría.

«Mantiene la stessa linea di idee al di là di quello che matura nel tempo», ha detto  González Santamaría durante la presentazione del suo libro /Raúl Castro y Nuestra América. 86 discorsi, interventi e dichiarazioni /, che è stata realizzata ieri, mercoledì 7, nella Sala Nicolás Guillén de la Cabaña, come parte delle attività della Fiera del Libro.

La raccolta è raggruppata per decenni e inizia con un’intervista al Generale d’Esercito quando aveva 28 anni solamente, nella quale dichiarava con anticipo che l’Organizzazione degli Stati  Americani (OSA) era un  ente «inoperante» e richiamava la sua  «scomparsa».

L’ultimo intervento, 58 anni dopo è i suo discorso nel  V Vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi in Repubblica Dominicana, dove ha ratificato che «Non è mai stato tanto necessario marciare per il cammino dell’unità».

Questa raccolta  dedicata a Raúl giunge dopo la  pubblicazione di  /Fidel Castro e gli  Stati Uniti: 90 discursi, interventi e riflessioni,/dedicata al leader storico della Rivoluzione , realizzata dallo stesso  González Santamaría.

« Quello che volgimao è contribuire alla difusione  del pensiero  rivoluzionario, invariabile nel tempo, di questi due grandi leaders; sempre pensando nei giovani », ha dettol’autore di altri testi  come /Le sfide dell’integrazione in America Latina e nei Caraibi/ e /La grande strategia:  Stati Uniti contro  America Latina/.

Lo storiografo della capitale, Eusebio Leal, ha lodato il lavoro di  González Santamaría e ha detto che ha fatto  «un lavoro in profondità  nel campo delle  idee della Rivoluzione»

Poi ha sottolineato la personalità di  Raúl ed  h ricordato il suo intervento  nel VII Vertice delle Americhe a Panama, dove «disse all’imperatore» (riferendosi all’allora presidente Barack Obama) «tutto quello che gli si doveva dire», con la maggior dignità e senza volgarità.

Sulla retorica e le aggressioni dell’attuale amministrazione contro Cuba, Leal ha citato un vecchio proverbio della Cina, paese al quale è dedicata la Fiera del Libro di quest’ anno: «Se i cani abbaiano è perché cavalchiamo ».

La presentazione ha riempito la sala Nicolás Guillén de La Cabaña ed ha  contato con la partecipazione del ministro di Cultura, Abel Prieto; del presidente della UNEAC, Miguel Barnet, e dell’investigatore e saggista  Alejandro Castro Espín.

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