Colombia: basta con la guerra sporca!

Jaime Caycedo Turriago, Segretario Generale del Partito Comunista Colombiano da semanariovoz.com– Traduzione di Marx21.it

La settimana scorsa sono stati assassinati Jesús Orlando Grueso Obregón e Jonathan Cundumi Anchino, noti leader di Unione Patriottica e Marcia Patriottica a Guapi, Cauca. Viene segnalato anche il crimine nei confronti di un giovane attivista a Catatumbo, mentre a Puerto Claver hanno ucciso Víctor Alfonso Sánchez Manjarrez, militante del partito legale FARC.

I dati relativi alle aggressioni e alle morti di leader sociali e attivisti sono aumentati in modo sostenuto negli ultimi mesi. Tra il gennaio del 2017 e il gennaio del 2018 sono state assassinate in Colombia 194 persone impegnate in attività sociali, comunitarie e di difesa dei diritti umani, secondo fonti governative e di ONG, nazionali e internazionali. Questi fatti hanno un effetto enorme sulla situazione politica nazionale e costituiscono un’autentica emergenza umanitaria, che il governo rifiuta di riconoscere. A Medellin è stata aggredita Aída Avella e a Córdoba la candidata Liney Paternina nel corso della campagna elettorale. Sono state denunciate minacce contro Rodrigo Ramírez, candidato di UP a Sucre. Tutto ciò è inaccettabile.

Gli atti aggressivi contro dirigenti del Partito legale FARC fanno parte di un contesto che ci pone di fronte all’inesistenza di garanzie, non solo a causa dell’inadempienza degli Accordi di Pace, ma per l’evidente trasgressione delle norme costituzionali. Nulla avviene per caso ed è esente da pianificazione. L’ultradestra militarista sperimenta nuovi metodi. Si tratta ora di attacchi vandalici sistematici, pianificati e indirizzati a boicottare l’iniziativa libera dei candidati della sinistra nella competizione elettorale.

La cantilena dell’ultradestra di una “sanzione morale” che si travesta da “esercizio democratico” con innocenti fischi e lanci di uova, cerca di nascondere il genocidio che viene perpetrato. E’ molto grave che ciò sia permesso e tollerato dalle autorità, dai mezzi di comunicazione e giustificata nelle dichiarazioni di alti funzionari dello Stato. L’attacco anticomunista attraverso personale assunto e noti organizzatori, hanno causato lesioni personali, tentativi di linciaggio, danni a immobili e a veicoli di terzi, delitti punibili dalle leggi che non ammettono scusanti da parte del governo e che devono essere indagati dalla Procura. Dobbiamo fermare il genocidio e la sua “giustificazione” simbolica, ora!

Inoltre, il potere dominante cerca di intorpidire il clima per impedire che l’unità delle liste pulite e la convergenza pluralista attorno a una candidatura presidenziale alternativa come quella di Gustavo Petro possa dare spazio alla creazione di nuove maggioranze nella direzione dello Stato. Si cerca il confronto con il Venezuela, e il governo nazionale si presta alle istruzioni di Washington militarizzando il confine, ostacolando la migrazione di cittadini venezuelani e aderendo ai progetti che, da Colombia, Brasile, Panama e dalle enclavi della NATO, vengono portati avanti dal Comando Sud degli Stati Uniti, mentre incalzano i perversi giochi diplomatici del cosiddetto Gruppo di Lima contro Caracas.

Crediamo in una riconciliazione democratica che rispetti le differenze, gli accordi di pace e l’uguaglianza politica, con garanzie e diritti per tutti, senza eccezioni. E’ venuto il momento di agire e per questo chiediamo a tutte le organizzazioni di pronunciarsi per il rispetto della vita, del patto per rimuovere le armi dalla politica, di sollecitare l’intervento immediato della Commissione Interamericana per i diritti umani (IACHR) con misure precauzionali, individuali e collettive, e la presenza parlamentare del Foro di San Paolo e della Conferenza Permanente dei Partiti Politici dell’America Latina (Copppal) al processo elettorale.

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