I “diritti” che offrono i cosiddetti panegiristi del “mondo libero”

Fidel Castro https://lapupilainsomne.wordpress.com

Imperialismo e colonialismo sono le due ancore che tengono frenato l’universo, sono la zavorra che l’umanità ancora trascina. E chi non capisce questo, che non comincia a comprendere ciò, quelli che si presumono di democratici, quelli che si presumono uomini di idee e uomini di giudizio, se non cominciano a comprendere tale A, B, C, della realtà del mondo, non saranno più che poveri ignoranti che non sanno neppure il momento che l’umanità sta vivendo.

Coloro che non comprendono ciò, poiché non comprenderanno nient’altro; coloro che non comprendono ciò potranno essere facile vittima della confusione e dell’inganno.

E tutti il resto, tutto il resto non possono comprenderlo, o lo comprenderanno male. E tutto ciò che crede in quella serie di menzogne con cui gli imperialisti ed i colonialisti cercano di vestire ed adornare ciò che loro rappresentano nel mondo, coloro che non comprendono queste verità, potranno credere, in aggiunta, a tutte le altre menzogne, e potranno credere nella “libertà” e nella “democrazia” e nei “regimi di diritto”, ed in tutte quelle “meraviglie” di cui parlano, con abbastanza faccia tosta ed abbastanza poca vergogna, quelli che cercano di trovare qualcosa da pronunciare, come giustificazione, di ciò che loro sono nel mondo.

E da lì che hanno inventato una serie di finzioni, perché “la libertà” ah!, la “libertà” degli spagnoli, la “libertà” dei nicaraguensi, la “libertà” dei paraguaiani, la “libertà” degli algerini, la “libertà” dei congolesi, la “libertà” degli angolani, la “libertà” dei guatemaltechi; la “libertà” dei neri e persino dei lavoratori bianchi del sud degli USA e del nord degli USA; la “libertà” della immensa maggioranza della popolazione del Sud Africa; la “libertà” degli indios affamati, degli operai perseguitati e maltrattati, degli uomini di pensiero liberale e progressista, degli uomini di idee avanzate.

Ah! La “libertà di pensiero” e la “libertà di riunione” e la “libertà di espressione” ed i “diritti” che offrono i cosiddetti panegiristi del “mondo libero”, tra grandi virgolette, è l’abito con cui i guerrafondai, i commercianti di cadaveri, i produttori di armi termonucleari, di corazzate, di flotte aeree e di armi di ogni tipo, è il mondo degli sfruttatori di tutti i generi, di coloro che sfruttano i lavoratori del proprio paese e di coloro che, non bastandogli questo, s’impossessano delle ricchezze degli altri paesi e sfruttano le risorse di altre nazioni e sfruttano il lavoro di altri popoli; è il mondo dei truffatori, degli uomini d’affari senza coscienza, dei trafficanti di ogni tipo, dei latifondisti, dei militaristi, degli schiavisti.

E quel mondo è già troppo noto, è già sufficientemente conosciuto, e lo conosceranno, ogni giorno di più, i popoli. In modo che risulta sempre più difficile vestire con vuote parole tutto ciò che racchiude.

Se nel mondo venisse impiantata una legge, la legge che nessun popolo avesse il diritto di sfruttare le risorse naturali di altri popoli e che nessun popolo avesse il diritto di sfruttare il lavoro di un altro popolo, imperialismo e colonialismo scomparirebbero.

E chi può negare moralmente che sarebbe una giustissima legge dell’umanità, la legge che ogni popolo, ogni nazione, avesse il diritto di godere delle risorse del suo territorio, e del lavoro dei suoi figli, e che nessun governo, nessuna nazione , avesse il diritto di sfruttare, né le risorse naturali né il lavoro di altri popoli? Chi potrebbe negare che questa sarebbe la legge più giusta e più morale dell’umanità?

Domandatelo ad un colonialista e ad un imperialista, se sarebbero d’accordo con tale principio, e vedrete che un imperialista ed un colonialista devono iniziare a difendere il diritto alla pirateria, il diritto di saccheggio, il diritto di sfruttamento delle risorse naturali di altri popoli ed il diritto allo sfruttamento del lavoro dei figli di altri popoli. L’imperialismo ed il colonialismo sono fuori dalla legge morale dell’umanità.

E questa è la lotta di oggi, questa è la lotta di tutti i popoli, questa è la lotta di tutti i giovani, questa è la lotta di tutti gli studenti -dico studenti, non dico signorini delle classi privilegiate, perché un signorino privilegiato che va ad un’università sarà un privilegiato, ma non sarà uno studente.

E nemmeno il signorino privilegiato che va all’università a difendere i suoi interessi di classe, o il signorino confuso dalla filosofia e dall’ideologia che si adatta agli interessi di quella classe privilegiata, quello neppure è studente; perché studente è colui che studia, studente è colui che apprende.

Ed in ogni caso tale studente confuso, che fa il gioca dell’imperialismo, che fa il gioco del colonialismo, che fa il gioco del razzismo, che fa il gioca del guerrafondaio e che fa il gioco allo sfruttamento delle ricchezze di altri popoli e lo sfruttamento del lavoro di altri popoli. Questo, in ogni caso, sarà uno studente sospeso in politica.

E per questo, questo è il primo dovere di ogni vero studente, di ogni giovane, di ogni lavoratore, di ogni contadino, di ogni intellettuale onesto. E’ che l’unica bandiera per cui valga la pena che si sveli un giovane, l’unica bandiera per cui valgono tutti i sacrifici che possono presentarsi, è la bandiera della giustizia.

E quale sacrificio vale la pena per difendere i diritti degli sfruttatori? Quale sacrificio vale la pena per difendere i diritti dei saccheggiatori dell’umanità, degli sfruttatori dell’umanità? È chiaro che gli sfruttatori dell’umanità costituiscono un’insignificante minoranza e per difendere i loro diritti devono trovare coloro che sono disposti ad andare, come un gregge, alla mattanza per difendere i loro privilegi. E’ chiaro che quella minoranza in sé non avrebbe mai forza per mantenere quei privilegi ed è per questo che ha bisogno del suo grande alleato: la menzogna. Perché solo con la menzogna è possibile che quei grandi privilegi possano trascinare una parte dell’umanità, possano trascinare una parte del popolo alla lotta per difendere i loro interessi, per difendere i loro privilegi.

E per questo motivo, la grande alleata dell’imperialismo e del colonialismo, è la menzogna. Colonialismo ed imperialismo, è sfruttamento più menzogna, proprio per confondere, proprio per ingannare. Ed è per questo che gli imperialisti ed i colonialisti hanno agenzie cablografiche; per questo gli imperialisti ed i colonialisti hanno catene di giornali, catene di stazioni radio, reti televisive, bande di scrittori mercenari, per mentire, per confondere e per ingannare l’umanità.

E pensate che quello che a Cuba conoscevamo prima della Rivoluzione, di quello che accadeva in qualsiasi parte del mondo, era nientemeno che quello che ci dicevano le agenzie cablografiche yankee. E che il nostro popolo, attraverso tutti i giornali della reazione …, perché nessuno di voi pensi che un contadino sfruttato avesse un giornale o una stazione televisiva; nessuno di voi pensi che un lavoratore affamato fosse proprietario di una qualche stazione radio. I giornali, le più importanti stazioni radio e televisive, appartenevano ai monopoli, appartenevano ai milionari, appartenevano alla reazione. E questo è il meraviglioso diritto alla libertà di cui parla l’imperialismo, che è la libertà per cui 10 individui, ricchi e proprietari di 10 grandi giornali, possano scrivere loro soli.

Ciò che il nostro popolo sapeva di quello che accadeva in Algeria, di quello che accadeva in Corea, di quello che accadeva in Cina, di quello che accadeva nell’Unione Sovietica, di quello che accadeva in Africa, di quello che accadeva in ogni paese dell’America Latina era, semplicemente, ciò che pubblicavano l’AP e la UPI, e che copiavano le catene di stazioni radio e televisive ed i giornali della reazione. E, pertanto, il nostro popolo era “informato” di ciò che stava accadendo nel mondo, “molto ben informato” di ciò che stava accadendo nel mondo, attraverso l’UPI, l’AP e gli organi di diffusione del pensiero della reazione. Non vi pare che il nostro popolo fosse molto ben “informato”?

E quindi, questo era tutto ciò che sapevamo del mondo. E quanti popoli dell’America Latina non si trovano in tale situazione? Quanti popoli del mondo non stanno ancora in tale triste situazione, nella tristissima situazione in cui i popoli non sanno nemmeno cosa sta succedendo nel mondo, nella tristissima situazione in cui i popoli siano miserabilmente e vilmente ingannati dagli imperialisti e dai colonialisti? E quanto è triste pensare che un popolo non possa neppure avere il diritto di sapere cosa succede in qualsiasi parte del mondo!

E così mantenevano nell’inganno gran parte del nostro popolo; così mantenevano nella confusione e nella menzogna una larga parte del nostro popolo, e così siamo stati, per molti anni, leggendo le menzogne ​​che si scrivevano sull’Unione Sovietica e sulla Rivoluzione Socialista di Lenin.

E così vivevamo, essendo informati in questo modo sui movimenti dei popoli dell’Africa per la loro indipendenza. E dell’Africa, dell’Africa, non sapevamo nulla di più di quello che ci insegnava, nei film di Tarzan, il cinema yankee, dove sempre appariva l’Africa rappresentata da tribù di uomini seminudi, armati di lance, sconfitti dall’eroe bianco, eroe bianco che, inoltre, aveva tra le sue mani un fucile automatico. E mai parlavano dei grandi valori politici e dei grandi valori intellettuali dell’Africa, delle magnifiche qualità dei popoli africani.

E quella fu l’immagine che l’imperialismo ed il colonialismo cercavano di presentarci dell’Africa, come tentavano di presentarci un’immagine simile dell’Asia, o un’immagine simile dell’indio latinoamericano, che hanno sempre presentato come pigri, decadenti, senza spirito di lavoro. E così hanno cercato di rappresentare il Messico con un indio mortificato, come se fossimo una razza inferiore, quando inferiori non siamo che in una sola cosa, rispetto alle “superiorissime” razze nordiche; siamo inferiori nel piatto che abbiamo in ogni tavola.”

Frammento dell’intero Discorso pronunciato dal comandante in capo Fidel Castro Ruz alla chiusura della riunione del comitato esecutivo dell’Unione Internazionale degli Studenti, tenutasi al Campidoglio Nazionale, l’8 giugno 1961, testo completo all’indirizzo http://www. fidelcastro.cu/es/discursos/discurso-pronunciado-en-la-clausura-de-la-reunion-del-comite-ejecutivo-de-la-union


Los “derechos” que ofrecen los llamados panegiristas del “mundo libre”

Por Fidel Castro

Imperialismo y colonialismo son las dos anclas que mantienen frenado el universo, son el lastre que arrastra todavía la humanidad. Y quien no entienda eso, quien no empiece por comprender eso, esos que presuman de demócratas, esos que presuman de hombres de ideas y hombres de criterios, si no empiezan por comprender ese A, B, C, de la realidad del mundo, no serán más que unos pobres ignorantes que no saben siquiera el momento que está viviendo la humanidad.

Quienes no comprendan eso, pues no comprenderán absolutamente nada más; quienes no comprendan eso, podrán ser fáciles víctimas de la confusión y del engaño.

Y todo lo demás, todo lo demás no pueden comprenderlo, o lo comprenderán mal. Y todo el que crea en esa sarta de mentiras con que los imperialistas y los colonialistas tratan de vestir y adornar lo que ellos representan en el mundo, los que no entiendan estas verdades, podrán creer, por añadidura, en todas las demás mentiras, y podrán creer en la “libertad”, y en la “democracia”, y en los “regímenes de derecho”, y en todas esas “maravillas” de que hablan, con bastante dura cara y bastante poca vergüenza, los que tratan de encontrar algo para pronunciar, como justificación de lo que ellos son en el mundo.

Y de ahí que hayan inventado una serie de ficciones, porque la “libertad”, ¡ah!, la “libertad” de los españoles, la “libertad” de los nicaragüenses, la “libertad” de los paraguayos, la “libertad” de los argelinos, la “libertad” de los congoleses, la “libertad” de los angoleses, la “libertad” de los guatemaltecos; la “libertad” de los negros, y hasta de los obreros blancos del sur de Estados Unidos y del norte de Estados Unidos; la “libertad” de la inmensa mayoría de la población de Sudáfrica; la “libertad” de los indios hambrientos, de los obreros perseguidos y maltratados, de los hombres de pensamiento liberal y progresista, de los hombres de ideas avanzadas.

¡Ah!, la “libertad de pensamiento”, y la “libertad de reunión”, y la “libertad de expresión”, y los “derechos” que ofrecen los llamados panegiristas del “mundo libre”, entre grandes comillas, es el ropaje con que los guerreristas, los negociantes de cadáveres, los fabricantes de armas termonucleares, de acorazados, de flotas aéreas, y de armas de todo tipo, es el mundo de los explotadores de todo género, de los que explotan a los trabajadores de su propio país, y de los que aun no bastándoles eso, se apoderan de las riquezas de los demás países y explotan los recursos de otras naciones, y explotan el trabajo de otros pueblos; es el mundo de los estafadores, de los negociantes sin conciencia, de los traficantes de todo tipo, de los latifundistas, de los militaristas, de los esclavistas.

Y ese mundo ya está demasiado conocido, es ya suficientemente conocido, y lo conocerán, cada día más, los pueblos. De manera que resulta cada día más difícil vestir con palabras huecas todo lo que encierra.

Si en el mundo se implantase una ley, la ley de que ningún pueblo tuviese el derecho a explotar los recursos naturales de otros pueblos, y de que ningún pueblo tuviese el derecho a explotar el trabajo de otro pueblo, imperialismo y colonialismo desaparecerían.

¿Y quién puede negar moralmente que sería una justísima ley de la humanidad, la ley de que cada pueblo, cada nación, tuviese derecho a disfrutar de los recursos de su territorio, y del trabajo de sus hijos, y que ningún gobierno, ninguna nación, tuviese el derecho a explotar, ni los recursos naturales ni el trabajo de otros pueblos? ¿Quién podría negar que esa sería la ley más justa y más moral de la humanidad?

Pregúntesele a un colonialista, y a un imperialista, si estarían de acuerdo con ese principio, y verán que un imperialista y un colonialista tienen que empezar por defender el derecho de la piratería, el derecho del saqueo, el derecho de la explotación de los recursos naturales de otros pueblos, y el derecho a la explotación del trabajo de los hijos de otros pueblos. El imperialismo y el colonialismo están fuera de la ley moral de la humanidad.

Y esa es la lucha de hoy, esa es la lucha de todos los pueblos, esa es la lucha de todos los jóvenes, esa es la lucha de todos los estudiantes —digo estudiantes, no digo señoritos de las clases privilegiadas, porque un señorito privilegiado que va a una universidad será un privilegiado, pero no será un estudiante.

Y ni el señorito privilegiado que va a la universidad a defender sus intereses de clase, o el señorito confuso por la filosofía y la ideología que conviene a los intereses de esa clase privilegiada, ese tampoco es estudiante; porque estudiante es el que estudia, estudiante es el que aprende.

Y en todo caso ese estudiante confuso, que le hace el juego al imperialismo, que le hace el juego al colonialismo, que le hace el juego al racismo, que le hace el juego al guerrerismo, y le hace el juego a la explotación de las riquezas de otros pueblos y la explotación del trabajo de otros pueblos. Ese, en todo caso, será un estudiante suspenso en política.

Y por eso, ese es el primer deber de todo verdadero estudiante, de todo hombre joven, de todo obrero, de todo campesino, de todo intelectual honesto. Y que la única bandera por la cual vale la pena que se desvele un hombre joven, que la única bandera por la que valen la pena todos los sacrificios que puedan presentarse, es la bandera de la justicia.

¿Y qué sacrificio vale la pena para defender los derechos de los explotadores? ¿Qué sacrificio vale la pena para defender los derechos de los saqueadores de la humanidad, de los explotadores de la humanidad? Claro está que los explotadores de la humanidad constituyen insignificantes minorías, y para defender sus derechos tienen que encontrar quiénes estén dispuestos a ir como rebaño a la matanza por defender sus privilegios. Claro está que esa minoría en sí misma no tendría nunca fuerza para mantener esos privilegios, y por eso necesita de su gran aliada: la mentira. Porque solo con la mentira es posible que esos grandes privilegios puedan arrastrar a una parte de la humanidad, puedan arrastrar a una parte del pueblo a la lucha para defender a sus intereses, para defender sus privilegios.

Y por eso, la gran aliada del imperialismo y del colonialismo, es la mentira. Colonialismo e imperialismo, es explotación más mentira, precisamente para confundir, precisamente para engañar. Y por eso los imperialistas y los colonialistas tienen agencias cablegráficas; por eso los imperialistas y los colonialistas tienen cadenas de periódicos, cadenas de estaciones de radio, cadenas de televisión, pandillas de escritores mercenarios, para mentir, para confundir y para engañar a la humanidad.

Y piensen que lo que nosotros en Cuba sabíamos antes de la Revolución, de lo que pasaba en cualquier parte del mundo, era nada menos que lo que nos decían las agencias cablegráficas yankis. Y que nuestro pueblo, a través de todos los periódicos de la reacción…, porque no piense ninguno de ustedes que un guajiro explotado tenía un periódico o una estación de televisión; no piense ninguno de ustedes que un obrero hambriento era dueño de alguna estación de radio. Los periódicos, las estaciones de radio y televisión más importantes, pertenecían a los monopolios, pertenecían a los millonarios, pertenecían a la reacción. Y ese es el maravilloso derecho de libertad de que habla el imperialismo, que es la libertad de que 10 individuos, ricos y dueños de 10 grandes periódicos, puedan escribir ellos solos.

Lo que nuestro pueblo sabía de lo que pasaba en Argelia, de lo que pasaba en Corea, de lo que pasaba en China, de lo que pasaba en la Unión Soviética, de lo que pasaba en Africa, de lo que pasaba en cualquier país de América Latina, era, sencillamente, lo que publicaban la AP y la UPI, y que copiaban las cadenas de estaciones de radio y de televisión, y los periódicos de la reacción. Y, por tanto, nuestro pueblo estaba “informado” de lo que pasaba en el mundo, “muy bien informado” de lo que pasaba en el mundo, a través de la UPI, de la AP, y de los órganos de difusión del pensamiento de la reacción. ¿No les parece que nuestro pueblo estaba muy bien “informado”?

Y, por tanto, eso era todo lo que sabíamos del mundo. ¿Y cuántos pueblos de América Latina no están en esa situación? ¿Cuántos pueblos del mundo no están todavía en esa triste situación, en la tristísima situación de que los pueblos no sepan siquiera lo que pasa en el mundo, en la tristísima situación de que los pueblos sean miserable y vilmente engañados por los imperialistas y por los colonialistas? ¡Y qué triste es pensar que un pueblo ni siquiera pueda tener el derecho a saber lo que pasa en cualquier sitio del mundo!

Y así mantenían en el engaño a una gran parte de nuestro pueblo; así mantenían en la confusión y la mentira a una gran parte de nuestro pueblo, y así estuvimos, durante muchos años, leyendo las mentiras que se escribían sobre la Unión Soviética y la Revolución Socialista de Lenin.

Y así vivíamos nosotros, siendo informados de esa forma acerca de los movimientos de los pueblos del Africa por su independencia. Y del Africa, del Africa, no sabíamos más que lo que nos enseñaba, en las películas de Tarzán, el cine yanki, donde siempre aparecía el Africa representada por tribus de hombres semidesnudos, armados de lanzas, derrotados por el héroe blanco, héroe blanco, además, que tenía en sus manos un fusil automático. Y nunca hablaban de los grandes valores políticos y los grandes valores intelectuales del Africa, de las magníficas cualidades de los pueblos africanos.

Y esa era la imagen que el imperialismo y el colonialismo trataban de presentarnos del Africa, como trataban de presentarnos una imagen similar del Asia, o una imagen similar del indio latinoamericano, al que siempre han presentado como perezoso, decadente, sin espíritu de trabajo. Y así han tratado de representar a México con un indio cabizbajo, como si fuésemos una raza inferior, cuando inferiores no somos más que en una cosa con respecto a las “superiorísimas” razas norteñas; somos inferiores en el plato que tenemos en cada mesa.”

Fragmento del Discurso completo pronunciado por el Comandante en Jefe Fidel Castro Ruz en la Clausura de la Reunión del Comité Ejecutivo de la Unión Internacional de Estudiantes, efectuada en el Capitolio Nacional, 8 de Junio de 1961, texto completo en http://www.fidelcastro.cu/es/discursos/discurso-pronunciado-en-la-clausura-de-la-reunion-del-comite-ejecutivo-de-la-union

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