Sull’elezione dei Capi di Stato

Fidel Castro https://lapupilainsomne.wordpress.com

Di regola, in quasi tutti i paesi sono i partiti politici che decidono chi saranno i deputati. Non è il popolo che postula, sono i partiti che postulano; e non solo postulano, ma decidono chi sarà eletto già da quel meccanismo, ed eleggono un Parlamento; quei Parlamenti, a volte, eleggono un presidente, il Capo dello Stato, e quindi eleggono il capo del governo.

Ci sono molti paesi in cui il capo dello Stato è ereditario, semplicemente un re, un imperatore; nessuno partecipa assolutamente alla sua elezione. È stato qualcosa di deciso forse 300 anni fa, è genetica la cosa, e così si succedono uno dopo l’altro i capi di Stato in alcuni paesi che contestano il nostro sistema. Credo che ci siano capi di stato eletti più di 300 anni fa, la carica è ereditaria.

Un compagno faceva allusione alla questione di alcune ingiuste domande fatte da determinati giornalisti ed affermava il sostegno popolare alla direzione nel nostro paese. In realtà, sono contrario alle elezioni dirette dei capi di Stato ed alle elezioni dirette dei presidenti dei Poteri Popolari, è un’intima convinzione; ciò di cui abbiamo bisogno non è gente con molto potere, con eccessivo potere; ciò di cui abbiamo bisogno è gente con un potere moderato.

Se nel partito il primo segretario lo elegge il congresso, dopo praticamente risponde niente più che davanti al congresso, non risponde al Comitato Centrale.

Ci sono momenti in cui c’è gente a cui è piaciuta l’elezione diretta dal congresso, dà più forza, dà più potere sugli altri. Se il primo segretario viene eletto dal Comitato Centrale e non direttamente dal Congresso, abbiamo un primo segretario o un segretario generale, o come lo chiamano, con meno potere che se lo elegge il congresso. Deve rendere conto a quell’organismo che lo ha eletto e che può riunirsi in 15 giorni o in un mese; altrimenti, devi realmente riunire un congresso per cambiare, sostituire o richiedere che renda conto un segretario di partito.

Lo stesso succede con il capo dello Stato. E’ molto più democratica e più pratica l’elezione da parte di un organismo collegiale, da un’assemblea, poiché l’individuo che riceve in un’elezione il voto diretto ha un potere enorme, può deificarsi e sentirsi al di sopra di tutti gli altri. È investito di quel potere in un’elezione dopo la quale non deve rispondere a nessuno.

Trovo molto più democratica, molto più pratica, realmente, l’elezione da parte di un’assemblea, come si elegge nel nostro paese il capo dello Stato o del Consiglio di Stato; mi sembra più umile e più democratico.

Negli USA eleggono il presidente con il 25% dei voti, perché in quel paese la metà della gente non si preoccupa di andare a votare.

Hanno due partiti che sono esattamente uguali; possiamo quasi parlare di uni-partitismo negli USA, perché i due partiti sono uguali per ideologia, programma, in tutto. Lì si alternano nello stesso sistema e lo scelgono (il presidente ndt) in un’elezione generale.

Può persino darsi il caso, negli USA, che con la maggioranza dei voti non sia eletto Presidente, perché può perdere le elezioni in alcuni stati che hanno un numero maggiore di delegati, come li chiamano, ed avendo una maggioranza popolare non venir eletto Presidente, perché si suppone che ogni stato abbia un numero di voti. Si può dare tale situazione.

Ho la profonda convinzione che ciò di cui necessitano gli uomini con grandi responsabilità, nel Governo e nello Stato in un paese socialista e democratico, non è un eccesso di potere, ma un potere limitato, e tale potere deve essere limitato dal Partito, in primo luogo, e dalle stesse istituzioni dello Stato. Che non si crei un individuo investito di un potere che è al di sopra di tutti gli altri e che non deve rendere conto assolutamente a nessuno.

Nel capitalismo le elezioni si convertono in veri e propri concorsi. Le campagne politiche costano milioni e milioni di dollari. Esistono persino tecniche sviluppate su come inculcare le decisioni dell’individuo; le sviluppano i monopoli capitalisti che hanno appreso a pubblicizzare il tabacco, sigarette, bevande, bibite, tutto, ed è la stessa tecnica che usano anche nelle campagne elettorali: mobilitano ingenti somme di denaro per cercare di ottenere influenza nella volontà, nella decisione degli elettori.

Nel nostro sistema politico non ci sono tali campagne, abbiamo trovato un metodo magnifico, che è stato quello del merito e del curriculum (documento informativo) di ogni cittadino in modo che, sulla base di questo merito e di questo curriculum (documento informativo), la gente scelga il delegato della circoscrizione. Ci liberiamo di tale cosa viziosa, davvero viziosa, che sono le campagne politiche e politicanti, che sono state quelle che si conobbero qui in altri tempi.

Discorso di chiusura del X Periodo Ordinario di Sessione della Terza Legislatura dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare

27 dicembre 1991


Sobre la elección de los Jefes de Estado

Por Fidel Castro

Como regla, en casi todos los países son los partidos políticos los que deciden quiénes van a ser los diputados. No es el pueblo el que postula, son los partidos los que postulan; y no solo postulan, sino que deciden quién va a ser electo ya por ese mecanismo, y eligen un Parlamento; esos Parlamentos a veces eligen un presidente, al jefe del Estado, y eligen después al jefe de gobierno.

Hay muchos países donde el jefe de Estado es hereditario, sencillamente un rey, un emperador; no participa nadie absolutamente en su elección. Fue algo decidido tal vez hace 300 años, es genética la cosa, y así se van sucediendo uno tras otro los jefes de Estado en algunos países que impugnan el sistema nuestro. Yo creo que hay jefes de Estado elegidos hace más de 300 años, es hereditario el cargo.

Un compañero hacía alusión a la cuestión de algunas preguntas injustas que hacían determinados periodistas, y afirmaba el apoyo popular a la dirección en nuestro país. En realidad, soy contrario a las elecciones directas de los jefes de Estado y a las elecciones directas de los presidentes de los Poderes Populares, es una convicción íntima; lo que necesitamos no es gente con mucho poder, con excesivo poder; lo que necesitamos es gente con un poder moderado.

Si en el partido al primer secretario lo elige el congreso, después prácticamente responde nada más que ante el congreso, no responde ante el Comité Central.

Hay ocasiones en que hay gente que le ha gustado la elección directa por el congreso, le da más fuerza, le da más poder por encima de los demás. Si al primer secretario lo elige el Comité Central y no el congreso directamente, tenemos un primer secretario, o un secretario general, o como le llamen, con menos poder que si lo elige el congreso. Tiene que rendir cuenta ante ese organismo que lo ha elegido y que se puede reunir en 15 días o en un mes; de lo contrario, hay que reunir un congreso realmente para cambiar, sustituir, o exigirle cuenta a un secretario del partido.

Lo mismo ocurre con la jefatura del Estado. Es mucho más democrática y más práctica la elección por un organismo colegiado, por una asamblea, porque el individuo que recibe en una elección el voto directo tiene un poder enorme, se puede endiosar y sentirse por encima de todos los demás. Resulta investido de ese poder en una elección después de la cual no tiene que rendirle cuenta a nadie.

Yo encuentro mucho más democrática, mucho más práctica, realmente, la elección por una asamblea, como se elige en nuestro país la jefatura del Estado o del Consejo de Estado; me parece más humilde y más democrática.

En Estados Unidos eligen al Presidente con el 25% de los votos, porque en ese país la mitad de la gente no se molesta en ir a votar.

Tienen dos partidos que son exactamente iguales; podemos hablar casi de unipartidismo en Estados Unidos, porque los dos partidos son igualitos en ideología, en programa, en todo. Allí se turnan dentro de un mismo sistema y lo eligen en unas elecciones generales.

Puede incluso darse el caso, en Estados Unidos, que con la mayoría de los votos no sea electo Presidente, porque puede perder las elecciones en determinados estados que tienen un mayor número de compromisarios, como les llaman, y teniendo mayoría popular no salir electo Presidente, porque se supone que cada estado tiene un número de votos. Se puede dar esa situación.

Tengo la convicción profunda de que lo que necesitan los hombres con grandes responsabilidades en el Gobierno y el Estado en un país socialista y democrático no es exceso de poder, sino un poder limitado, y ese poder tiene que ser limitado por el Partido, en primer lugar, y por las propias instituciones del Estado. Que no se crea un individuo investido de un poder que está por encima de todos los demás y que no tiene que rendirle cuenta absolutamente a nadie.

En el capitalismo las elecciones se convierten en verdaderos concursos. Las campañas políticas cuestan millones y millones de dólares. Existen hasta técnicas desarrolladas de cómo inculcar las decisiones del individuo; las desarrollaron los monopolios capitalistas que aprendieron a hacerles propaganda al tabaco, al cigarro, a la bebida, a los refrescos, a todas las cosas, y es la misma técnica que usan, incluso, en las campañas electorales: movilizan grandes cantidades de dinero para tratar de lograr influir en la voluntad, en la decisión de los electores.

En nuestro sistema político no existen esas campañas, encontramos un método magnífico, que fue el del mérito y el expediente de cada ciudadano para que, a partir de ese mérito y de ese expediente, la gente escogiera el delegado de la circunscripción. Nos liberamos de esa cosa viciosa, realmente viciosa, que son las campañas políticas y politiqueras, que eran las que se conocieron aquí en otros tiempos.

Discurso en la clausura del X Periodo Ordinario de Sesiones de la Tercera Legislatura de la Asamblea Nacional del Poder Popular. 27 de Diciembre de 1991.

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