Le 10 menzogne ​​più ripetute

 sui presunti incidenti a diplomatici USA a Cuba

Sergio Alejandro Gómez  http://www.granma.cu

 

Dopo mesi di indagini, sia USA che cubane, non c’è una sola prova per giustificare l’accusa che “attacchi acustici” contro diplomatici USA abbiano avuto luogo a Cuba.

Tuttavia, il caso viene manipolato a fini politici, viene utilizzato per danneggiare l’immagine della Rivoluzione a livello internazionale e viene usato come giustificazione per misure unilaterali che colpiscono direttamente il popolo della Maggiore delle Antille.

Sia nei media internazionali che affrontano il tema, sia in alcuni comunicati ufficiali, continuano a fluttuare un gruppo di imprecisioni o aperte menzogne che accompagnano la storia fin dal suo inizio. Granma condivide una lista delle dieci più notevoli:

1. I DIPLOMATI USA SONO STATI VITTIME DI «ATTACCHI» A CUBA

L’uso stesso della parola “attacco” implica un posizionamento a priori rispetto agli eventi. Né gli investigatori USA né quelli cubani sono stati in grado di formulare ipotesi sull’origine o la causa dei presunti incidenti, che per loro natura sono eminentemente sensoriali.

Un rapporto dell’FBI, trapelato dall’agenzia AP, assicura che non c’è alcuna prova di “attacchi acustici” contro il personale diplomatico USA a Cuba.

Né sono stati identificati possibili autori o persone con motivazioni, intenzioni o mezzi per eseguire questo tipo di azioni.

Se si trattasse di un processo in tribunale, in questo caso mancano il perpetratore, la motivazione e persino la vittima. Anche così, la stampa internazionale e persino la Casa Bianca mantengono l’uso della parola “attacco”.

2. CUBA POSSIEDE UNA «ARMA SONICA» DI ULTIMA TECNOLOGIA

L’ipotesi che la causa degli incidenti sia un’arma acustica di ultima tecnologia è presente quasi dal momento in cui la storia è stata resa pubblica. Tuttavia, la comunità scientifica si è incaricata di mettere le cose al loro posto.

Sebbene esistano armi acustiche e siano disponibili negli arsenali dei paesi sviluppati, per causare danni, con un suono udibile, l’intensità deve essere tanto elevata quanto la turbina di un aeroplano ed è impossibile che i suoi effetti passino inosservati.

Cuba, allo stesso tempo, nega categoricamente di aver familiarità con tecnologie in questo campo, in cui non vi è alcun precedente nel paese.

3. GLI ATTACCHI TRAPASSANO LE MURA ED HANNO LA PRECISIONE DEL LASER

Risulta inverosimile il contesto in cui, presumibilmente, si sono verificati i presunti incidenti, in luoghi sorvegliati dagli stessi statunitensi e senza accesso diretto all’esterno.

Gli attacchi avrebbero dovuto avere una precisione laser per colpire una persona specifica e non causare alcun effetto sulle altre.

4. I COLPITI SOFFRONO TRAUMI CEREBRALI

I sintomi denunciati dai diplomatici USA includono malesseri alle orecchie, perdita dell’udito, vertigini, mal di testa, affaticamento, disturbi cognitivi, difficoltà nel dormire e, il più enigmatico di tutti, traumi cerebrali.

Né la commozione cerebrale né i problemi cognitivi hanno un riferimento clinico in eventi legati ai suoni, secondo gli esperti.

“Danno cerebrale e commozioni non sono possibili”, ha detto Joseph Pompei, ex ricercatore presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) ed esperto in psicoacustica. “Qualcuno avrebbe dovuto immergere la testa in una piscina piena di potenti trasduttori ultrasonici”.

5. C’È UN RAPPORTO MEDICO CHE SUPPORTA DELL’IPOTESI DI WASHINGTON

Il 14 febbraio è stato pubblicato un controverso articolo sul Journal of American Medical Association (JAMA), con il titolo “Sintomi neurologici tra diplomatici statunitensi a Cuba”.

Si è tentato usare il testo come conferma scientifica dell’ipotesi di Washington. Tuttavia, gli autori Cristopher C. Muth e Steven L. Lewis affermano che “una spiegazione unificante dei sintomi sperimentati dai funzionari (…) rimane ancora vaga e l’effetto di una possibile esposizione ai fenomeni uditivi non è chiara”.

Su basi poco chiare, lo studio conclude che i diplomatici sembrano avere “lesioni prolungate in reti cerebrali diffuse”.

Robert Bartholomew, esperto di malattie psicogeniche di massa (MPI) e professore al Botany Downs Institute di Auckland, in Nuova Zelanda, ha detto ai giornalisti che lo studio lo ha lasciato “sorpreso” e sostiene che ha l’aspetto di essere “propaganda” del governo USA. “È come se gli autori cercassero di far credere che sia successo un attacco”, ha dichiarato a The Guardian.

«L’informazione che offre è prevalentemente soggettiva, basata sulle esperienze raccontate dai “colpiti” e sui giudizi dei ricercatori; mentre i dati oggettivi (esami condotti su quelli presumibilmente “danneggiati”) sono insufficienti e incompleti”, ha affermato, da parte sua, il Comitato di Esperti Cubani che segue il tema.

6. NON ESISTE ALTRA SPIEGAZIONE AI FATTI CHE NON SIA QUELLA DI UN «ATTACCO»

Ci sono altre cause probabili, inclusi i fattori psicosociali, che spiegherebbero molto meglio la varia sintomatologia presentata da Washington. Le stesse devono essere studiate a fondo prima di emettere un giudizio definitivo, hanno concluso gli esperti cubani in un forum online convocato per analizzare gli incidenti.

Gli esperti internazionali concordano: “Da un punto di vista oggettivo è più simile ad un’isteria collettiva che a qualsiasi altra cosa”, ha detto ai giornalisti Mark Hallett, capo della sezione Human Motor Control dell’Istituto Nazionale USA di Disordini Neurologici ed Ictus. «La malattia psicosomatica è una malattia come le altre. Non deve essere stigmatizzata ».

7. LE AUTORITÀ DI CUBANE NON STANNO COLLABORANDO

Le autorità cubane, dal momento in cui sono state informate dei presunti incidenti nel febbraio dello scorso anno, hanno preso la questione con serietà, prontamente e professionalmente.

Cuba ha persino permesso l’ingresso, in diverse occasioni, degli specialisti dell’FBI per condurre i lavori sul terreno che dimostrarono l’inesistenza di prove sui presunti attacchi.

Al contrario, il Comitato di Esperti cubani che ha analizzato il caso è stato limitato dalla mancanza di collaborazione delle autorità USA, che non hanno condiviso tutte le informazioni disponibili né consentito l’accesso ai pazienti o alle loro cartelle cliniche.

8. CUBA È UNA DESTINAZIONE INSICURA PER DIPLOMATICI

Cuba si distingue per il rispetto della Convenzione di Vienna e non ha mai perpetrato né prestato il suo territorio per perpetrare attacchi di alcun tipo contro il personale diplomatico di qualsiasi paese.

Al contrario, i diplomatici cubani sono stati vittime di azioni violente in territorio USA, compiute da membri di gruppi terroristici conosciuti e legati a Washington.

In uno degli eventi più noti, il diplomatico cubano Félix García Rodríguez, che prestava servizio alle Nazioni Unite, a New York, è stato ucciso per la strada da membri del gruppo terroristico Omega 7, l’11 settembre 1980.

Cuba, minacciata dalla guerra o in periodi di grande tensione, non ha mai optato per la via dell’aggressione. Quale senso avrebbe farlo dopo aver preso la decisione sovrana di ristabilire i legami con Washington?

9. I POLITICI DEL SUD-FLORIDA SONO SOLO PREOCCUPATI DELLA SICUREZZA DEI DIPLOMATI USA

I settori che sono contrari al miglioramento delle relazioni tra i due paesi stanno manipolando il tema dei presunti incidenti acustici per giustificare la retrocessione nei legami bilaterali e avanzare nella propria agenda.

La politicizzazione di questo tema, evidenziata nelle recenti decisioni unilaterali del governo USA, avvantaggia solo un piccolo gruppo dell’estrema destra anti-cubana, guidata dal senatore Marco Rubio, che persiste nel mantenere la politica ostile contro l’isola, a scapito del autentici interessi nazionali USA e del suo popolo.

10. C’È UN PERICOLO PER I TURISTI

Come parte della manipolazione politica in questo caso, la Casa Bianca ha cercato di mostrare, in settembre dello scorso anno, che una ventina di cittadini USA che si erano recati a Cuba mostravano sintomi simili a quelli dei suoi diplomatici.

Ma se si tiene conto che l’elenco include termini così generali come vertigini e mal di testa, si ha un’idea della poca serietà delle accuse.

Più di quattro milioni di visitatori stranieri sono giunti ​​nel nostro paese l’anno scorso, tra cui 620000 dagli USA.

Le loro esperienze sull’isola e la soddisfazione che mostrano in tutti i sondaggi specializzati sono la principale prova di come i visitatori riconoscano la tranquillità, sicurezza e stabilità di Cuba, sancita da organizzazioni internazionali dell’ONU ed altre specializzate nel settore del turismo.


Las diez mentiras más repetidas sobre los supuestos incidentes con diplomáticos norteamericanos en Cuba

Sergio Alejandro Gómez

Tras meses de investigaciones, tanto estadounidenses como cubanas, no existe una sola evidencia para justificar la acusación de que en Cuba ocurrieron «ataques acústicos» contra diplomáticos norteamericanos.

Sin embargo, el caso se manipula con fines políticos, se utiliza para dañar la imagen de la Revolución a nivel internacional y se emplea como justificación para medidas unilaterales que afectan directamente al pueblo de la Mayor de las Antillas.

Tanto en los medios de comunicación internacionales que abordan el tema, como en algunos comunicados oficiales, continúan saliendo a flote un grupo de imprecisiones o abiertas mentiras que acompañan la historia desde sus inicios. Granma comparte una lista de las diez más notables:

1. LOS DIPLOMÁTICOS NORTEAMERICANOS FUERON VÍCTIMAS DE «ATAQUES» EN CUBA

El propio empleo de la palabra «ataque» implica un posicionamiento a priori respecto a los acontecimientos. Ni los investigadores estadounidenses ni los cubanos han podido establecer hipótesis sobre el origen o la causa de los supuestos incidentes, que por su naturaleza son eminentemente sensoriales.

Un reporte del FBI filtrado por la agencia AP asegura que no existe evidencia alguna de «ataques acústicos» contra el personal diplomático estadounidense en Cuba.

Tampoco se han identificado posibles autores ni personas con motivación, intención o medios para ejecutar este tipo de acciones.

Si se tratara de un juicio en la Corte, en este caso faltan el perpetrador, el móvil e incluso la víctima. Aun así, la prensa internacional e incluso la Casa Blanca mantiene el uso de la palabra «ataque».

2. CUBA POSEE UN «ARMA SÓNICA» DE ÚLTIMA TECNOLOGÍA

La hipótesis de que la causa de los incidentes es un arma acústica de última tecnología está presente casi desde el momento en que se hizo pública la historia. Sin embargo, la comunidad científica se ha encargado de poner las cosas en su lugar.

Si bien las armas acústicas existen y están disponibles en los arsenales de los países desarrollados, para causar daños con sonido audible la intensidad debe ser tan alta como la turbina de un avión y es imposible que sus efectos pasen desapercibidos.

Cuba, asimismo, niega rotundamente estar familiarizada con tecnologías en este campo, en el cual no existe ningún precedente en el país.

3. LOS ATAQUES TRASPASAN LAS PAREDES Y TIENEN PRECISIÓN LÁSER

Resulta inverosímil el contexto en el que supuestamente se habrían producido los alegados incidentes, en lugares custodiados por los propios estadounidenses y sin acceso directo al exterior.

Los ataques tendrían que haber tenido una precisión láser para afectar a una persona en específico y no causar efecto alguno en las otras.

4. LOS AFECTADOS SUFREN TRAUMAS CEREBRALES

Los síntomas alegados por los diplomáticos norteamericanos incluyen malestar en los oídos, pérdida de audición, mareos, dolores de cabeza, fatiga, trastornos cognitivos, dificultad para dormir y, el más enigmático de todos, traumas cerebrales.

Ni la conmoción cerebral o los problemas cognitivos tienen referente clínico en eventos vinculados con sonidos, según los expertos.

«Daño cerebral y conmociones, no es posible», señaló Joseph Pompei, un exinvestigador del Instituto de Tecnología de Massachusetts (MIT por sus siglas en inglés) y experto en sicoacústica. «Alguien habría tenido que sumergir la cabeza en una piscina repleta de poderosos transductores ultrasónicos».

5. EXISTE UN INFORME MÉDICO QUE RESPALDA LA HIPÓTESIS DE WASHINGTON

El pasado 14 de febrero salió publicado un polémico artículo en la Revista de la Asociación Americana de Medicina (JAMA, por sus siglas en inglés), bajo el título de «Síntomas neurológicos entre diplomáticos estadounidenses en Cuba».

Se ha intentado utilizar el texto como la confirmación científica de la hipótesis de Washington. Sin embargo, los autores Cristopher C. Muth y Steven L. Lewis afirman que «una explicación unificadora de los síntomas experimentados por los funcionarios (…) sigue siendo vaga y el efecto de una posible exposición a fenómenos auditivos no está claro».

Sobre bases poco claras, el estudio concluye que los diplomáticos parecen tener «lesiones prolongadas en redes cerebrales generalizadas».

Robert Bartholomew, experto en la enfermedad sicogénica masiva (MPI, por sus siglas en inglés) y profesor en el instituto de Botany Downs en Auckland, Nueva Zelanda, dijo a la prensa que el estudio le dejó «sorprendido» y sostiene que tiene el aspecto de ser «propaganda» del Gobierno de EE. UU.

«Es como si los autores nos intentasen hacer creer que ha ocurrido un ataque», declaró a The Guardian.

«La información que ofrece es principalmente subjetiva, basada en las experiencias contadas por los “afectados” y en el criterio de los investigadores; mientras los datos objetivos (exámenes practicados a los presuntamente “dañados”) son insuficientes e incompletos», refirió por su parte el Comité de Expertos Cubanos que sigue el tema.

6. NO HAY OTRA EXPLICACIÓN A LOS HECHOS QUE NO SEA LA DE UN «ATAQUE»

Existen otras causas probables, incluido los factores sicosociales, que explicarían mucho mejor la variada sintomatología alegada por Washington. Las mismas deben ser estudiadas a profundidad antes de emitir un criterio definitivo, concluyeron los expertos cubanos en un Foro online convocado para analizar los incidentes.

Especialistas internacionales coinciden: «Desde un punto de vista objetivo es más como una histeria colectiva que cualquier otra cosa», dijo a la prensa Mark Hallett, jefe de la sección de Control Motor Humano del Instituto Nacional Estadounidense de Trastornos Neurológicos y Derrame Cerebral. «La enfermedad sicosomática es una enfermedad como cualquier otra. No debe ser estigmatizada».

7. LAS AUTORIDADES CUBANAS NO ESTÁN COLABORANDO

Las autoridades cubanas, desde que fueran notificadas de los supuestos incidentes en febrero del año pasado, asumieron el asunto con seriedad, celeridad y profesionalismo.

Cuba permitió incluso el ingreso, en varias ocasiones, de los especialistas del FBI para conducir los trabajos en el terreno que demostraron la inexistencia de pruebas sobre los supuestos ataques.

Por el contrario, el Comité de Expertos cubanos que analizó el caso estuvo limitado por la falta de colaboración de las autoridades estadounidenses, que no compartieron toda la información disponible ni permitieron el acceso a los pacientes o sus registros médicos.

8. CUBA ES UN DESTINO INSEGURO PARA LOS DIPLOMÁTICOS

Cuba se destaca por el cumplimiento de la Convención de Viena y jamás ha perpetrado ni prestado su territorio para perpetrar ataques de cualquier naturaleza contra el personal diplomático de ningún país.

Por el contrario, los diplomáticos cubanos han sido víctimas de acciones violentas en territorio estadounidense, llevadas a cabo por miembros de grupos terroristas conocidos y vinculados con Washington.

En uno de los hechos más conocidos, el diplomático cubano Félix García Rodríguez, quien cumplía misión en las Naciones Unidas en Nueva York, fue asesinado en plena calle por miembros del grupo terrorista Omega 7, el 11 de septiembre de 1980.

Cuba, amenazada de guerra o en momentos de gran tensión, jamás optó por el camino de la agresión. ¿Qué sentido tendría hacerlo después de tomar la decisión soberana de restablecer los nexos con Washington?

9. LOS POLÍTICOS DEL SUR DE LA FLORIDA SOLO ESTÁN PREOCUPADOS POR LA SEGURIDAD DE LOS DIPLOMÁTICOS ESTADOUNIDENSES

Los sectores que están en contra de la mejoría en las relaciones entre los dos países están manipulando el tema de los supuestos incidentes acústicos para justificar el retroceso en los vínculos bilaterales y avanzar en su propia agenda.

La politización de este tema, evidenciada en las recientes decisiones unilaterales del Gobierno estadounidense, solo beneficia a un reducido grupo de la extrema derecha anticubana, encabezada por el senador Marco Rubio, que persiste en mantener la política hostil contra la Isla, en detrimento de los genuinos intereses nacionales de Estados Unidos y de su pueblo.

10. EXISTE PELIGRO PARA LOS TURISTAS

Como parte de la manipulación política en ese caso, la Casa Blanca intentó mostrar en septiembre del año pasado que una veintena de ciudadanos estadounidenses que habían viajado a Cuba mostraban síntomas similares a los de sus diplomáticos.

Pero si se tiene en cuenta que la lista incluye términos tan generales como mareos y dolores de cabeza, se tiene una idea de la poca seriedad de las acusaciones.

Más de cuatro millones de visitantes extranjeros arribaron a nuestro país el año pasado, entre ellos, 620 000 de Estados Unidos.

Sus experiencias en la Isla y la satisfacción que muestran en todas las encuestas especializadas son la principal prueba de cómo los visitantes reconocen la tranquilidad, seguridad y estabilidad de Cuba, amparada por organismos internacionales de la ONU y otros especializados en el sector del turismo.

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