Venezuela: elezioni e certe penose polemiche

di Fabrizio Verde https://www.lantidiplomatico.it

Il livello di malafede e disinformazione raggiunto dal mainstream sul Venezuela è ormai divenuto intollerabile. Pur se ormai assuefatti dalla continua mistificazione di ogni evento che si verifica in quel di Caracas, così come dalle fake news propalate senza soluzione di continuità contro il governo bolivariano, non possiamo non stupirci di fronte al dilettantismo di certe polemiche strumentali e totalmente inventate al solo fine di screditare la Rivoluzione Bolivariana.

L’obiettivo è chiaro: delegittimare le imminenti elezioni presidenziali (20 maggio) dove il presidente uscente Maduro, secondo tutti i più recenti sondaggi, godrebbe di un largo vantaggio rispetto al rivale più vicino. Henry Falcon di Avanzada Progresista (AP), sostenuto anche dallo storico Copei e dal Movimiento Al Socialismo (MAS).

Alcuni media nostrani si sono quindi lanciati, come si affermava in precedenza, in una polemica alquanto dilettantesca: sulla scheda -il ‘tarjeton’ per usare il termine venezuelano- il ‘faccione’ del presidente Maduro compare per ben 10 volte.

Da questa semplice constatazione sono scaturite accuse decisamente fuori luogo oltre che sballate e pregne di disonestà intellettuale. Dalle elezioni truccate, fino alla evidente antidemocraticità del sistema venezuelano. Peccato che nessuno si sia mai degnato di informare i propri lettori – sempre di meno a dire il vero – che secondo l’ex presidente statunitense Carter, quindi non proprio un chavista sfegatato, il sistema venezuelano sia il migliore al mondo.

Vediamo adesso qual è la ragione per cui il volto di Maduro compare per 10 volte sul ‘tarjeton’. Semplice. Il ‘faccione’ dell’aspirante aspirante presidente viene abbinato a ogni partito che lo sostiene. Nel caso di Maduro sono 10: il Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV), Somos Venezuela, Patria Para Todos, Partido Comunista de Venezuela (PCV) i principali.

I difensori della democrazia a senso unico e a giorni alterni che si annidano nelle redazioni di certi media mainstream, dimenticano o per meglio dire omettono di informare i propri lettori di una circostanza non da poco: in Venezuela questo è previsto dal sistema elettorale.

Non si tratta di una mossa ideata da Maduro per guadagnare un vantaggio sui propri sfidanti. Una mossa di cui non avrebbe neppure alcun bisogno. Come testimoniano tutti i sondaggi affidabili sinora resi noti.

A sostegno di quanto appena affermato ci viene in soccorso il ‘tarjeton’ dell’elezione presidenziale del 2012, dove i principali sfidanti erano Hugo Chavez per le forze rivoluzionarie ed Henrique Capriles per le opposizioni filo-statunitensi.

Bene, vediamo che il ‘faccione’ di Capriles compare per ben 21 volte sulla scheda, occupandone i tre quarti dello spazio. Questo dominio diede qualche vantaggio all’oppositore Capriles? La risposta è no. Hugo Chavez fu rieletto con oltre 1 milione di voti di scarto rispetto a Capriles.

Qualcuno degli attuali difensori della democrazia in Venezuela segnalò questa anomalia? La risposta è no. E il motivo risulta talmente palese da non doverlo esplicitare.

Bastava una semplice clic su qualsiasi motore di ricerca per accorgersi di quanto fosse ridicola e infondata questa polemica. La realtà dimostra ancora una volta, ove mai ve ne fosse bisogno, che certa informazione opera con l’unico scopo di disinformare per screditare, demonizzare e rendere inviso all’opinione pubblica il governo bolivariano. Che si appresta, nonostante la difficile situazione economica e una guerra totale mossa dagli Stati Uniti e i suoi vassalli, a vincere l’ennesima tornata elettorale (strano per una ‘dittatura’) e rilanciare con maggiore vigore e slancio quel grandioso progetto ideato dal comandante Hugo Chavez.

Il popolo venezuelano ha compreso la posta in gioco e agisce di conseguenza. In difesa della propria sovranità, per non essere mai più colonia.

A dire il vero anche certa stampa agisce di conseguenza. Come da consuetudine schierata senza alcun tentennamento dalla parte dell’impero.

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