Martinelli implora perdono

in cambio dei favori che ha fatto alla CIA riguardo Cuba ed altri paesi

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L’ex presidente panamense Ricardo Martinelli (2004-2009) ha riconosciuto il suo servilismo nei confronti dei servizi speciali USA contro Cuba, in un messaggio al governo e popolo USA pubblicato dalla stampa locale.

“Quando la CIA (Central Intelligence Agency) mi ha chiesto di bloccare una nave della Corea del Nord proveniente da Cuba che attraversava il Canale di Panama, non ho battuto ciglio. Personalmente ho esaminato la nave”, ha segnalato nella sua lettera.

“Dopo il sequestro della nave, il presidente USA ha chiamato per ringraziarmi per intervenire e seguire le istruzioni della CIA”, ha scritto Martinelli, che in una imbarazzante confessione ha detto che presunte autorità cubane lo hanno minacciato per questo e che invece quelle USA sono arrivate “per tranquillizzarmi”.

Jorge Eduardo Ritter, ex ministro degli esteri e analista politico, ha bollato come “vergognoso” il documento de ha osservato che nella sua lettura “sento una profonda vergogna che un ex presidente di Panama abbia scritto una simile lettera, con l’intenzione che non lo estradassero”, ha dichiarato a TVN.

Da parte sua, Alonso Illueca, specialista in diritto internazionale, ha spiegato che le implicazioni di ciò che l’ex presidente ha confessato “possono avere effetti molto più dannosi per l’immagine” della nazione rispetto ai Panama Papers; “è dannoso per gli interessi di Panama e vari altri paesi”, ha detto al medesimo media.

Tra le sue lamentele, Martinelli ha scritto: “Come ex-presidente di Panama, sono perseguitato dal mio ex vice-presidente e attuale presidente di Panama (Juan Carlos Varela), per una vendetta politica personale. Ha inventato accuse contro di me per ledere la mia carriera politica e attaccare me e la mia famiglia”.

Tra le rivelazioni del suo prontuario mafioso internazionale in cerca del perdono per l’estradizione, l’ex presidente ha anche scritto:

“In un’altra occasione, ci hanno chiamato dalla CIA per salvare l’ex capo della stazione di Milano, Italia, che era stato condannato per assassinare alcuni terroristi islamici in Italia.

“Aveva un allarme rosso dell’ Interpol ed è stato catturato in Costarica. Ci hanno chiesto di condurre una missione operativa speciale per consegnarla, in sicurezza, alla CIA e l’abbiamo fatto.

“Essendo un cittadino italiano, mi ha chiamato l’ambasciatore italiano ed altre autorità che anche mi hanno minacciato ed hanno sottolineato che io dovevo affrontare gravi conseguenze per impedire che le autorità italiane catturassero un latitante dei più ricercati”, ha detto.

In un linguaggio lamentoso, il testo scritto in data 14 maggio e pubblicato questo venerdì dal suo avvocato Sidney Sitton, quasi implora l’attuale governo, perché “non c’è modo che gli USA possano garantire che i miei diritti umani non saranno violati quando ritorni a Panama”.

In relazione a Cuba, l’ex presidente ha fatto riferimento allo spettacolo montato con la nave della Corea del Nord Chong Chon Gang.

Dopo diversi anni di indagini, tribunali panamensi hanno ordinato il rilascio della nave, bloccata dal 15 luglio 2013, i suoi marinai e ufficiali, e la consegna immediata dello zucchero inizialmente confiscato, di proprietà della Corea del Nord, che dopo quattro anni di mal immagazzinaggio non era adatto al consumo umano.

Martinelli, 66enne, ha reso pubblica la lettera, nel tentativo di convincere il Dipartimento di Stato che non lo estradi o, nel caso lo facesse, che lo faccia assicurandosi che sia sotto una clausola che impone, a Panama, di processarlo solo per il crimine per cui è estradato.

L’ex presidente è stato richiesto dalla giustizia panamense perché è accusato di malversazione di fondi per creare una rete di spionaggio che ha raggiunto 150 persone durante il suo mandato.

Ma a Panama, la giustizia lo indaga in oltre venti casi di corruzione, cinque dei quali hanno raggiunto la Corte Suprema. Nessuno di questi è legato alla richiesta di estradizione, motivo per cui Martinelli chiede la “clausola speciale” del trattato di estradizione del 1905.

Quindi elenca altre otto occasioni in cui ha preso decisioni in risposta ai desideri di Washington.

Uno di esse: “Quando i negoziati con le FARC sono iniziati a Cuba, noi sostenemmo gli interessi USA”. Un altro: “Durante il mio mandato, abbiamo installato il “sistema di riconoscimento facciale” di criminali e persone di interesse, collegato al database dell’FBI.”

Inoltre, “all’ONU, Panama ha votato con Israele il 100% delle volte, per cui sono stato dichiarato persona non grata da diverse organizzazioni arabe”.

L’exmandatario, che è andato in esilio a Miami, nel 2015, è stato arrestato il 12 giugno scorso. Due mesi dopo, il giudice federale Edwin Torres lo aveva considerato estradabile, una decisione ratificata nel gennaio di quest’anno dalla giudice federale Marcia Cooke. La difesa ha quindi impugnato quest’ultima sentenza davanti ad una corte superiore ad Atlanta (Georgia, sud-est).

Finché questo giovedì quando Martinelli ha rinunciato a continuare il suo processo di difesa davanti al sistema giudiziario USA ed ha così accettato che il Dipartimento di Stato decida se procedere o meno all’estradizione.

“Che lui rinunci volontariamente al ricorso (di habeas corpus) non significa che accetti l’estradizione né che stia accettando, volontariamente, ritornare a Panama”, ha detto ad AFP, a Miami, il suo portavoce, Luis Eduardo Camacho.

“Sta semplicemente pulendo la strada a chi deve prendere la decisione affinché la prenda”.

“Egli deve venire estradato, per venir difeso nel trattato di estradizione”, ha continuato Camacho. Questa protezione gli assicura che “può essere processato solo per la causa per cui è stato richiesto”.

Tornando nel suo paese, ha continuato il portavoce, Martinelli intende presentare la sua candidatura come sindaco o deputato, dal momento che non sono trascorsi i dieci anni necessari per tornare a candidarsi per la presidenza.

(Con informazioni da Prensa Latina e AFP)


Martinelli implora perdón a cambio de los favores que hizo a la CIA respecto a Cuba y otros países

El expresidente panameño Ricardo Martinelli (2004-2009) reconoció su servilismo a los servicios especiales estadounidenses contra Cuba, en un mensaje al gobierno y pueblo de Estados Unidos que publicó la prensa local.

Cuando la CIA (Central de Inteligencia estadounidense) pidió que yo detuviera un barco norcoreano proveniente de Cuba que cruzaba el Canal de Panamá, no pestañeé. Personalmente examiné el barco”, señaló en su carta.

Tras incautar el barco, el presidente de los Estados Unidos llamó para agradecerme por intervenir y seguir las instrucciones de la CIA”, escribió Martinelli, quien en una bochornosa confesión dijo que supuestas autoridades cubanas lo amenazaron por ello y que en cambio las estadounidenses vinieron “para tranquilizarme”.

Jorge Eduardo Ritter, excanciller y analista político, tildó de “vergonzoso” el documento y señaló que en su lectura “siento una profunda vergüenza que un expresidente de Panamá haya escrito semejante carta, así sea con el ánimo de que no lo extraditen”, declaró a TVN.

Por su parte, Alonso Illueca, especialista en derecho internacional, detalló que las implicaciones de lo confesado por el exmandatario “puede tener efectos mucho más nocivos para la imagen” de la nación, que los Panama Papers; “es dañina para los intereses de Panamá y varios otros países”, expresó al mismo medio.

Entre sus lamentos, Martinelli escribió: “Como expresidente de Panamá, estoy siendo perseguido por mi exvicepresidente, y actual presidente de Panamá (Juan Carlos Varela), por una venganza política personal. Ha fabricado cargos en mi contra para lesionar mi carrera política y atacarme a mí y a mi familia”.

Entre las revelaciones de su prontuario mafioso internacional en busca del perdón de ser extraditado, el expresidente también escribió:

En otra ocasión, nos llamaron de la CIA para rescatar al exjefe de estación en Milán, Italia, quien estaba siendo condenado por asesinar a varios terroristas islámicos en Italia.

Tenía una alerta roja de Interpol y fue capturado en Costa Rica. Nos pidieron que condujéramos una misión de operación especial para entregarlo de manera segura a la CIA, y lo hicimos.

Siendo un ciudadano italiano, me llamó el embajador italiano y otras autoridades que también me amenazaron e hicieron énfasis en que yo enfrentaba serias consecuencias por impedir que las autoridades italianas capturaran a un fugitivo de los más buscados”, señaló.

En un lenguaje plañidero, el texto escrito el 14 de mayo y divulgado este viernes por su abogado Sidney Sittón, casi ruega al actual gobierno porque “no hay manera de que los Estados Unidos pueda garantizar que mis derechos humanos no serán violentados cuando regrese a Panamá”.

Con relación a Cuba, el expresidente se refirió al espectáculo montado con el barco norcoreano Chong Chon Gang.

Después de varios años de investigaciones, tribunales panameños ordenaron la liberación del buque, detenido 15 de julio de 2013, sus marinos y oficiales, y la entrega inmediata del azúcar inicialmente confiscado, propiedad de Corea del Norte, que tras cuatro años de mal almacenaje no era apta para consumo humano.

Martinelli, de 66 años, hizo pública la carta con la intención de convencer al Departamento de Estado estadounidense de que no lo extradite, o que, en caso de hacerlo, que lo haga asegurándose de que sea bajo una cláusula que obliga a Panamá a procesarlo solamente por el delito por el cual lo requiere.

El expresidente fue pedido por la justicia panameña porque está acusado de malversar fondos para crear una red de espionaje que alcanzó a 150 personas durante su mandato.

Pero en Panamá la justicia lo investiga en más de una veintena de otros casos de corrupción, cinco de los cuales llegaron a la Corte Suprema. Ninguno de ellos está vinculado al pedido de extradición, razón por la cual Martinelli pide acogerse a la “cláusula de especialidad” del tratado de extradición de 1905.

A continuación, enumera otras ocho ocasiones en las que tomó decisiones respondiendo a los deseos de Washington.

Una de ellas: “Cuando las negociaciones con las FARC comenzaron en Cuba, nosotros apoyamos los intereses estadounidenses”. Otra: “Durante mi mandato, instalamos el ‘sistema de reconocimiento facial’ de criminales y personas de interés, vinculado a la base de datos del FBI”.

Además, “en la ONU, Panamá votó con Israel el 100% de las veces, por lo cual fui declarado persona non grata por varias organizaciones árabes”.

El exmandatario, quien se exilió en Miami en 2015, fue detenido el 12 de junio del año pasado. Dos meses después, el juez federal Edwin Torres lo había considerado extraditable, una decisión que ratificó en enero de este año la jueza federal Marcia Cooke. La defensa apeló entonces este último fallo ante una corte superior en Atlanta (Georgia, sureste).

Hasta que este jueves Martinelli renunció a continuar su proceso de defensa ante la justicia estadounidense y aceptó así que el Departamento de Estado decida si procederá con la extradición o no.

Que él desista voluntariamente del recurso (de hábeas corpus) no quiere decir que acepta la extradición ni que está aceptando volver voluntariamente a Panamá”, explicó a la AFP en Miami su vocero, Luis Eduardo Camacho.

Sencillamente está limpiando el camino a que, quien tiene que tomar la decisión, la tome”.

Él tiene que venir extraditado, para venir amparado en el tratado de extradición”, continuó Camacho. Este amparo le asegura que “sólo puede ser procesado por la causa por la que se le pidió”.

Al volver a su país, prosiguió el portavoz, Martinelli tiene la intención de presentar su candidatura como alcalde o diputado, ya que no han pasado los diez años requeridos para volver a postular a la presidencia.

(Con información de Prensa Latina y AFP)

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