L’ONU dibatterà sul progetto di risoluzione di Cuba contro il blocco

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Il progetto di risoluzione cubano contro il blocco statunitense sarà discusso oggi nell’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la ventitreesima volta consecutiva. Con in titolo “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti d’America contro Cuba”, il testo sarà sottoposto alla considerazione di più di 190 stati rappresentati nell’organismo internazionale.

In novembre del 1992 l’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite ha approvato per la prima volta il testo con 59 voti a favore, tre contrari e 71 astensioni.

Da allora, ogni anno la cifra di voti di condanna alla criminale politica nordamericana è salita ininterrottamente fino ad arrivare ai 188 ottenuti lo scorso anno, con le sole opposizioni di Stati Uniti e Israele.

La relazione di Cuba raccoglie i molteplici aspetti dei danni che il blocco nordamericano rappresenta per l’Isola.

Questo è sostenuto da un corpo legale stabilito tra cui spiccano le leggi Torricelli e Helms Burton.

Secondo il testo della relazione di Cuba all’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite “Il danno economico causato al popolo cubano per l’applicazione del blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba, considerando la svalutazione del dollaro sul valore dell’oro nel mercato internazionale, ascende a 1.112.534.000.000 di dollari, nonostante la riduzione del prezzo dell’oro rispetto al periodo precedente. A prezzi correnti, durante tutti questi anni, il blocco ha provocato danni per più di 116.880 milioni di dollari nordamericani”.

E, date le sue illegali implicazioni extraterritoriali, impedisce od ostacola seriamente le relazioni commerciali di La Habana con terzi.

Il mondo per una nuova condanna al blocco contro Cuba

L’Assemblea Generale della ONU si pronuncia oggi su un progetto di risoluzione che domanda la fine del blocco statunitense contro Cuba, iniziativa simile a  quelle appoggiate in forma  decisa negli ultimi 22 anni.

Oltre alla votazione, la riunione generale di 193 membri delle Nazioni Unite accoglierà gli interventi dei diplomatici attorno al tema, rappresentando nazioni o a nome di organismi globali e regionali e la presentazione di un rapporto del segretario generale Ban Ki-moon.

Il documento che presenta Ban riguarda  l’atteggiamento della comunità internazionale e del sistema della ONU sull’assedio economico,  commerciale e finanziario imposto da Washington all’Isola da più di mezzo secolo.

Circa 150 governi, l’Unione Europea, la Santa Sede e 26 entità specializzate delle Nazioni Unite hanno inviato ai loro criteri al Segretario Generale, nella stragrande maggioranza per fissare la loro posizione contro questa misura, segnalare il suo impatto e anticipare l’appoggio al Progetto di Risoluzione.

L’iniziativa  considerata oggi dal principale organo della ONU –la votazione dovrebbe avvenire circa a mezzogiorno a New York – fa appello ai principi della sovranità e dell’uguaglianza degli Stati, la libertà di commercio e di navigazione,  la non interferenza nei temi interni, per chiedere l’eliminazione delle sanzioni di Washington imposte a Cuba.

Inoltre esprime preoccupazione per l’extra territorialità dell’assedio, partendo da leggi come la Helms Burton (1996), e ricorda la condanna mondiale alla crudele misura mantenuta da una decina di presidenti nordamericani, diversi con due mandati alla guida della Casa Bianca.

Un mese fa 45 presidenti dei cinque continenti hanno chiesto nel dibattito generale del 69º Periodo di sessioni dell’Assemblea, la fine del blocco, che è stato definito nel foro come genocida, criminale e un eredità della Guerra Fredda.

Nell’ottobre del 2013, 188 dei 193 paesi della ONU hanno votato a favore della Risoluzione, con l’astensione di  Micronesia, Palau e Isole Marshall,  e gli isolati voti  contrari emessi dagli Stati Uniti e Israele.

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