L’ignominia di un Emendamento e di una Base

L’IGNOMINIA DI UN EMENDAMENTO

A oggi, sono 117 anni che gli Stati Uniti hanno imposto a Cuba l’Emendamento Platt, un fatto che ha limitato la sovranità del paese imponendo quell’appendice alla Costituzione cubana, correva il 1901 e l’occupazione militare statunitense era un fatto compiuto dal 1898.


Di fronte alla resistenza popolare che difendeva la sovranità, era necessario cercare un meccanismo differente, più indiretto, e in quel contesto il Nord America si appellò all’Assemblea Costituente che approvasse la Costituzione, un testo che includesse anche leggi relative alle relazioni tra i due paesi.

Fu il senatore Orville Platt che propose nel Congresso degli Stati Uniti l’Emendamento, un trattato che imponeva il governo di quel paese ai cubani per la loro uscita dal territorio nazionale dopo la fine del dominio spagnolo.

Grandi proteste e manifestazioni appoggiavano i delegati che si opponevano all’Emendamento ed è che era davvero deprecabile perché tra i suoi paragrafi più sinistri per i cubani c’era il diritto di intervenire militarmente nell’isola quando gli interessi statunitensi fossero in pericolo, oltre al non riconoscimento dell’Isola di Pini come parte di Cuba e l’imposizione della concessione di baie cubane per basi carboniere.

Di fronte a questa realtà si sollevavano degne voci contro l’Emendamento Platt, anche donne come Amalia Simone, moglie di Ignacio Agramonte, si opposero all’interventismo yankee e all’Emendamento Platt, essa respingeva l’aiuto economico che le offrivano e disse: “Mio marito non ha combattuto per lasciarmi una pensione, bensì per la libertà di Cuba).

Dall’Assemblea Costituente, il voto del patriota Salvador Cisneros Betancourt diceva: “…che gli americani non sono venuti a Cuba solo per umanità come proclamavano, bensì con mire particolari e molto interessate”.

E che cosa dire della radicale posizione dell’eminente Juan Gualberto Gómez, uno dei più fedeli difensori dell’indipendenza quando, riferendosi all’Emendamento Platt disse: “… vivrebbero solo i governi cubani che contino sul suo sostegno e sulla sua benevolenza… avremmo unicamente governi rachitici e miseri, condannati a vivere più attenti ad ottenere il beneplacito dei Poteri dell’Unione che a servire e difendere gli interessi di Cuba…”.

Dopo di tre mesi di resistenza, l’Assemblea approvò l’Emendamento come appendice del testo costituzionale, con 16 voti a favore e 11 contrari.

Incominciava una nuova fase di dominazione neocoloniale e l’Emendamento Platt ha costituito uno strumento essenziale per raggiungere questo obiettivo fino alla sua deroga nel 1934, anno in cui venne sostituito con un Trattato che, a giudizio di analisti e storiografi, “era lo stesso cane con un collare diverso” perché in definitiva, Cuba non è stata davvero sovrana fino al Primo Gennaio del 1959.

Traduzione: Redazione di El Moncada

http://www.radioguantanamo.icrt.cu


UN GIORNO COME OGGI È INIZIATA L’OCCUPAZIONE MILITARE NORDAMERICANA DI GUANTÁNAMO

 

Guantánamo, Cuba 11 giugno 2018 – Un giorno come oggi, 120 anni fa, i marines nordamericani hanno issato per la prima volta la loro bandiera in questo territorio, come preludo all’istituzione, cinque anni dopo, della prima base militare statunitense in territorio straniero.

Come promemoria di tanta ignominiosa ricorrenza, la Società Culturale José Martí, l’Unione degli Storiografi e quella degli Scrittori e Artisti stanno realizzando per questi giorni workshop, conferenze e altre attività che hanno come slogan centrale “Guantánamo non è la base navale”.

Tra i più importanti vi sarà domani la presentazione del libro “Guantánamo and American Empire; The Humanities Respond’, volume recentemente pubblicato in inglese dalla casa editrice Palgrave Macmillann, degli accademici statunitensi Don E Walicek e Jessica Adams, nel quale si esplora in 12 capitoli la storia di Guantánamo e la relazione dei suoi abitanti con l’enclave militare.

Il libro analizza il fenomeno da una prospettiva interdisciplinare e comprende otto capitoli di saggi accademici, due racconti e quattro poesie dei guantanameros Ana Luz García e José Ramón Sánchez, rispettivamente, come ha spiegato Walicek a Prensa Latina.

“Come parte del processo di ricerca, ho fatto due visite a questa città e sono andato nella prigione nella base navale. Nella prima visita ho conosciuto lo storiografo di Guantánamo José Sánchez, la scrittrice Ana Luz e José Ramón e ho chiesto loro unirsi a questo progetto”, ha detto.

“È stata Jessica a propormi di iniziare questo lavoro”, ha confessato a PL, “nel quale ci sono anche saggi accademici originali scritti da ricercatori quali Laurie Frederik, Jana Lipman, A. Naomí Paik ed Esther Whitfield, che hanno già pubblicato altri lavori su Guantánamo”.

La copertina del libro è una vecchia fotografia che mostra l’istante in cui si issa per la prima volta nel suolo di Guantánamo la bandiera degli Stati Uniti che ondeggia ancora nel territorio illegalmente occupato nelle vicinanze della Baia di Guantánamo.

Nell’ambito delle attività, il giorno 12 si realizzerà, nell’Università di Scienze Mediche, un workshop sull’enclave militare, dove si analizzeranno i precedenti storici dell’occupazione statunitense a Guantánamo, l’impatto sulla località e altre ricerche sull’argomento.

Traduzione: Redazione di El Moncada

http://www.prensa-latina.cu


GUANTANAMO: LA BASE NAVALE ESISTE CONTRO LA VOLONTA’ DEI CUBANI

 

Quando il 29 maggio del 1934 fece notizia l’abolizione dell’Emendamento Platt, l’appendice imposta dagli Stati Uniti alla Costituzione che accompagnò nel 1902 la nascita della Repubblica di Cuba, sembrò che si fosse chiuso un periodo di obbrobrio per il popolo.

È vero però che si mantenne l’articolo sull’affitto agli Stati Uniti della zona illegalmente occupata dalla base navale di Guantanamo, all’inizio dissimulata come “stazione per il carbone”, per tempo indefinito.

La storia racconta che fu il senatore repubblicano Oliver Platt che propose l’Emendamento, stabilito come legge dal presidente William McKinley il 2 marzo del 1901.

L’impeto poi spiegato dalle lotte sindacali e studentesche condizionò i governi degli USA e di Cuba a firmare 33 anni dopo il Trattato Permanente delle Relazioni Reciproche, per derogare la provocazione annessionista, anche se restarono attive delle clausole.

Per questo ancora oggi gli Stati Uniti usurpano il territorio, occupato illegalmente dalla loro base militare in Guantánamo, che è stata al centro delle provocazioni contro la Rivoluzione cubana soprattutto negli anni ‘60 e  ‘70 del secolo scorso.

Oggi lì c’è una prigione in cui si pratica la tortura in nome di una presunta lotta contro il terrorismo, violando i più elementari diritti umani.

Rubén López Sabariego, Luis Ramírez López e Ramón López Peña sono alcuni cubani che si contano tra le vittime delle costanti aggressioni e provocazioni relizzate dal territorio illegalmente occupato.

Dati d’interesse:

Su 117,6 chilometri quadrati che ha la base, solo 49,4 sono di terra ferma, con una linea costiera di 17,5 chilometri.

Sino al 2008 sono passati per questo centro circa 800 prigionieri di 40 paesi, in grande maggioranza afgani e paquistani.

Nel  2013 il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, aveva chiesto al Congresso circa 450 milioni di dollari per la ristrutturazione dell’illegale prigione e altri 200 milioni per migliorare le installazioni  temporanee.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.