Le sinistre risorse della sedizione

Le immagini dicono tutto e di più, sono gli stessi aggressori. Se osserviamo le foto scattate nei tre luoghi -Kiev, Caracas e Managua- troveremo non poche coincidenze

Raúl Antonio Capote http://www.granma.cu

Di fronte all’auge dei movimenti progressisti, fine anni ’90, in America Latina e la possibile ascesa al potere di governi di sinistra -Venezuela, 1999-, il governo USA, in alleanza con le forze più retrograde del continente americano e d’Europa, si posero l’urgente necessità di fabbricare leader di un nuovo tipo a partire da un ampio programma di borse di studio per formare i leader della reazione e “piantare” nelle università latinoamericane i loro paladini.

La strategia dei servizi speciali USA volta a corrompere i movimenti giovanili e studenteschi, convertendoli in organizzazioni non governative (ONG) amministratori di risorse per la sedizione provenienti dalla International Republican Institute (IRI), dal National Endowment for Democracy (NED), dall’ Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale (USAID), ecc., subordinandoli a queste organizzazioni e compromettendoli con livelli sempre crescenti di violenza.

Nel 2004, Srdja Popovic e Slobodan Dinovic creano in Serbia il Centro di Azione e Strategia Nonviolenta Applicata (Canvas), attraente e produttivo affare finanziato dal Governo USA.

Grazie al sostegno economico dell’Istituto Nordamericano per la Pace, il Centro Internazionale per il Conflitto Nonviolento (CCDI) e della Freedom House, entrambi paladini del movimento sociale Otpor, pubblicano il libro ‘Lotta nonviolenta: 50 punti cruciali’ che diventa la «Bibbia» dei movimenti sediziosi e terroristici nei paesi arabi ed in America Latina, tanto quanto i manuali di Gene Sharp, Bob Helvey ed Ackerman.

Srdja Popovic afferma nel documentario ‘Come iniziare una rivoluzione’: “Quando Bob Helvey ci ha insegnato la politica dell’azione nonviolenta di Gene Sharp sono rimasto meravigliato … abbiamo imparato come si distruggono i pilastri di appoggio che sostengono un governo”.

I viaggi di “leader” giovanili venezuelani, dal 2004, negli USA, Serbia e Polonia, sono stati utilizzati per l’istruirli in tattiche di guerra non convenzionale e l’esperienza acquisita dai precettori in azioni di scontro con governi scomodi al Nord America, gli è stata trasmessa in quei viaggi, che inoltre sono serviti per selezionare i migliori elementi e farli salire un gradino nei piani sovversivi.

Open Society di George Soros, -il miliardario ungherese- organizzazione che gestisce migliaia di milioni di dollari e finanzia centinaia di ONG che promuovono la “lotta non violenta” è il ‘terzo indipendente’ più efficace nel promuovere e difendere il potere globale dell’impero, dietro la facciata di difesa delle cause “giuste”, della filantropia accademica e persino della protezione degli emigranti.

Questo mega “società” è responsabile della morte e del caos in molte parti del mondo ed il suo ruolo nell’attuale “rivoluzione” non è trascurabile, la sua lista è lunga e la sua mano “generosa” arriva oggi a Managua per sostenere le azioni destabilizzanti contro il Governo sandinista.

Questa entità ha aiutato ad organizzare i giovani bielorussi del movimento Zubr, l’Open Society Institute (OSI) e si è anche occupato di formare i militanti di Kmara, Georgia, gli “studenti” di Kiev; la lista è lunga

I terroristi venezuelani e nicaraguensi non hanno copiato l’organizzazione e le attrezzature militari del Maidan ucraino. Coloro che lo hanno promosso, finanziato ed eseguito, sono gli stessi che, da anni, cercano di sconfiggere la Rivoluzione Bolivariana e, naturalmente, hanno gli stessi maestri.

Da qui l’uso di cecchini, cappucci per nascondere il volto, giubbotti antiproiettile, caschi con cineprese incorporate per trasmettere dal vivo le azioni terroristiche, visori, maschere antigas, bazooka, mortai ed esplosivi artigianali, zaini e borse in cui trasportare bottiglie molotov, fionde, mazze, bastoni di ferro, scudi di latta.

E quel che è peggio, focalizzazione delle proteste, escalation della violenza, l’uso di mercenari e paramilitari, reclutamento di minori per attaccare le forze di sicurezza, utilizzo di simboli come la croce delle crociate o dei cavalieri templari, crudeltà contro gli avversari.

Le immagini dicono tutto e di più, sono gli stessi aggressori. Se osserviamo le foto scattate nei tre luoghi -Kiev, Caracas e Managua- troveremo non poche coincidenze. Uno degli elementi più spaventosi di queste azioni è, senza dubbio, la pratica di bruciare vive persone innocenti per seminare il terrore.

Le torce umane si sono ripetute in Ucraina, Venezuela e Nicaragua. Alcune domande s’impongono: qual è la prossima vittima? in quale altro luogo vedremo agire gli attivisti della “nonviolenza”? quanti più morti costerà il piano di restaurazione del potere della destra al servizio dell’impero nella nostra Patria Grande?

Come ripetono costantemente gli ideologi di Maidan, i George Soros e Gene Sharp, i ragazzi “internazionalisti” di Otpor; l’obiettivo è ottenere che non rimanga nulla più che il caos.


Los siniestros recursos de la sedición

Las imágenes lo dicen todo y más, son los mismos agresores. Si observamos las fotos tomadas en los tres lugares –Kiev, Caracas y Managua– encontraremos no pocas coincidencias

Autor: Raúl Antonio Capote

Ante el auge de los movimientos progresistas a finales de los 90 en América Latina y el posible ascenso al poder de gobiernos de izquierda –Venezuela, 1999–, el Gobierno de Estados Unidos, en alianza con las fuerzas más retrógradas del continente americano y Europa, se plantearon la necesidad urgente de fabricar líderes de nuevo tipo a partir de un amplio programa de becas para formar a los cabecillas de la reacción y «sembrar» en las universidades latinoamericanas a sus adalides.

La estrategia de los servicios especiales estadounidenses apuntó a bastardear los movimientos juveniles y estudiantiles, convirtiéndolos en organizaciones no gubernamentales (ONG) administradoras de recursos para la sedición provenientes del Instituto Republicano Internacional (IRI), de la National Endowment for Democracy (NED), la Agencia de Estados Unidos para el Desarrollo Internacional (Usaid), etc., subordinándolos a estas organizaciones y comprometiéndoles con niveles cada vez mayores de violencia.

En el 2004, Srdja Popovic y Slobodan Dinovic crean en Serbia el Centro para la Acción y la Estrategia No Violenta Aplicada (Canvas), atractivo y productivo negocio financiado por el Gobierno de EE. UU.

Gracias al apoyo económico del Instituto Norteamericano para la Paz, el Centro Internacional para el Conflicto No Violento (ICNC) y de Freedom House, ambos paladines del movimiento social Otpor, publican el libro Lucha no violenta: 50 puntos cruciales, que se convierte en la «Biblia» de los movimientos sediciosos y terroristas en los países árabes y en América Latina, tanto o más que los manuales de Gene Sharp, Bob Helvey y Ackerman.

Srdja Popovic declara en el documental Cómo iniciar una revolución: «Cuando Bob Helvey nos enseñó la política de la acción no violenta de Gene Sharp me quedé maravillado… aprendimos cómo se destruyen los pilares de apoyo que sostienen a un gobierno».

Los viajes de «líderes» juveniles venezolanos a partir del año 2004 a EE. UU., Serbia y Polonia, se utilizaron para instruirlos en tácticas de guerra no convencional y la experiencia adquirida por los preceptores en acciones de enfrentamiento a gobiernos no convenientes para Norteamérica, les fue transmitida en esos viajes, que sirvieron además para seleccionar a los mejores elementos y hacerles subir un escalón en los planes de subversión.

Open Society de George Soros, –el multimillonario húngaro–, organización que maneja miles de millones de dólares y financia a cientos de ONG que promueven la «lucha no violenta», es el «tercero independiente» más eficaz en promover y defender el poder global del imperio, tras la fachada de defensa de las causas «justas», de la filantropía académica e incluso de la protección de los emigrantes.

Esta mega «empresa» es responsable de la muerte y el caos en muchos lugares del mundo y su papel en la actual «revolución» no es despreciable, su lista es larga y su mano «generosa» llega hoy a Managua para apoyar las acciones desestabilizadoras contra el Gobierno sandinista.

Esta entidad ayudó a organizar a los jóvenes bielorrusos del movimiento Zubr, el Open Society Institute (OSI) y también se ocupó de formar a los militantes de Kmara, de Georgia, a los «estudiantes» de Kiev; es larga la lista.

Los terroristas venezolanos y nicaragüenses no copiaron la organización y el equipamiento militar del Maidán ucraniano. Los que lo promovieron, financiaron y ejecutaron, son los mismos que desde hace años intentan derrotar a la Revolución Bolivariana y, por supuesto, tienen los mismos maestros.

De ahí la utilización de francotiradores, capuchas para esconder el rostro, chalecos antibalas, cascos con cámaras incorporadas para transmitir en vivo las acciones terroristas, visores, máscaras antigás, bazucas, morteros y explosivos artesanales, mochilas y bolsos donde portan bombas molotov, tirapiedras, mazos, bastones de hierro, escudos de latón.

Y lo que es peor, focalización de las protestas, escalada de la violencia, uso de mercenarios y paramilitares, reclutamiento de menores de edad para agredir a las fuerzas de seguridad, uso de símbolos como la cruz de las cruzadas o de los caballeros templarios, crueldad contra los adversarios.

Las imágenes lo dicen todo y más, son los mismos agresores. Si observamos las fotos tomadas en los tres lugares –Kiev, Caracas y Managua– encontraremos no pocas coincidencias. Uno de los elementos más espeluznantes de estas acciones es, sin dudas, la práctica de quemar vivas a personas inocentes para sembrar el terror.

Las antorchas humanas se repitieron en Ucrania, Venezuela y Nicaragua. Algunas interrogantes se imponen: ¿cuál es la próxima víctima?, ¿dónde más veremos actuar a los activistas de la «no violencia»?, ¿cuántos muertos más costará el plan de

restauración del poder de la derecha al servicio del imperio en nuestra Patria Grande?

Como repiten una y otra vez los ideólogos de Maidan, los George Soros y Gene Sharp, los chicos «internacionalistas» de Otpor: el objetivo es lograr que no quede nada más que el caos.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.