Contro ogni pronostico: Obrador, Presidente del Messico

Né i tentativi di frode, né la campagna della paura, né l’assassinio di dirigenti politici hanno potuto impedire, come nelle due precedenti elezioni, che il leader di sinistra Andrés Manuel López Obrador (AMLO) fosse eletto Presidente nelle elezioni generali di questa domenica in Messico.


Prima che si conoscessero i risultati ufficiali -che saranno resi noti mercoledì 4- e solo dieci minuti dopo la chiusura delle urne, è successo qualcosa di inusitato: il candidato filogovernativo, José Antonio Meade, del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI), ha ammesso che i risultati non erano a favore suo ma di López Obrador, che in un lungo periodo di cinque mesi incomincerà a esercitare la sua carica, che durerà fino al 2024.

Qualcosa di simile ha fatto successivamente Ricardo Anaya, candidato del Partito Azione Nazionale (PAN), conservatore, che ha ottenuto la seconda votazione, e l’indipendente Jaime Heliodoro Rodriguez, alias El Bronco.

Nonostante, AMLO ha aspettato i risultati che hanno dato la tendenza che gli assicurava il trionfo per proclamarlo, e così lo ha celebrato davanti a decine di migliaia di simpatizzanti nello Zócalo della capitale, dopo che la sede della sua campagna elettorale ha comunicato che avrebbe combattuto principalmente la corruzione, perché da questa scaturiscono tutti gli altri mali, che si occuperà di tutti, soprattutto dei popoli indigeni del Messico.

Risultati che,sebbene incompleti, assicuravano il trionfo di López Obrador, che ha sempre promosso delle elezioni senza violenza e che contribuiscano alla necessaria riconciliazione nazionale, un percorso che passa attraverso la lotta alla corruzione.

Ha ringraziato il Presidente Peña Nieto per l’atteggiamento in queste elezioni, così come quello della stampa che prima era caratterizzato da una guerra aperta contro lui. “Voglio passare alla storia come un buon Presidente del Messico e mettere in alto la grandezza della nostra Patria”, ha affermato.

Ufficiosamente, ha partecipato il 63,8% dell’elettorato. AMLO ha ottenuto il 53,89% dei voti, Anaya il 22,8%, Meade il 16,3% e El Bronco il 5,5%.

Questo grande trionfo è tanto più significativo in quanto la violenza politica e la sparizione forzata non si sono fermate per un momento, con il deplorevole risultato, tra l’altro, di 133 assassini politici, persino il giorno della votazione, quando gruppi armati hanno persino rubato diverse urne.

L’Istituto Nazionale Elettorale, tuttavia, ha dichiarato che solo 14 seggi non hanno potuto essere aperti, menzionava la limpidezza di alcune elezioni che presentavano fatti tali come l’apertura tardiva delle scuole e l’affollamento degli elettori davanti ad esse; la discutibile scelta che delle case private servissero a questo scopo; l’acquisto di voti fatto da membri del Partito Rivoluzionario Istituzionale al governo da abitanti dei quartieri più poveri, proteste di numerosi cittadini che non hanno potuto esercitare il loro diritto al voto per insufficienza del materiale elettorale. In generale, non solo è stata in gioco la presidenza, ma anche le cariche di 128 senatori, 500 deputati, più le autorità locali, tra cui otto governatori, 972 deputati, 1 596 consigli comunali, 184 giunte municipali e 16 cariche di sindaco, tra cui quella della capitale, Città del Messico.

Questi risultati verranno resi noti più avanti, e hanno vitale importanza per il buon funzionamento dell’Esecutivo, anche se è trapelato che i sostenitori di AMLO ne controllano la maggior parte.

PIANO DI SVILUPPO DI AMLO

In un’intervista rilasciata ad Axtla de Terrazas, Andrés Manuel López Obrador ha anticipato che il nuovo Piano di Sviluppo 2018-2024 è stato elaborato da 200 esperti, tra professionisti di tutte le discipline, accademici, uomini d’affari, intellettuali e membri della società civile che stanno lavorando da mesi.

Ha chiarito che la maggioranza di coloro che hanno elaborato il piano non sono militanti del Movimento Rigenerazione Nazionale (MORENA), anche se lo sono gli altri del gruppo Insieme Faremo Storia, ma hanno accettato e ha invitato i cittadini. per lunedì 20 novembre, a conoscere i particolari del piano.

Per quanto riguarda il negoziato del Trattato di Libero Commercio, Andrés Manuel López Obrador ha detto che il governo del Messico deve diversificare il commercio esterno, “non mettere tutte le uova in un solo paniere, bisogna diversificare le nostre relazioni internazionali, ma senza alcuna sottomissione”, ha aggiunto.

Il presidente del Comitato Esecutivo Nazionale di MORENA ha proposto che si cerchino relazioni commerciali e di cooperazione per lo sviluppo con tutti i paesi del mondo, che si mantengano le relazioni con gli Stati Uniti e che si cerchi di mantenere il Trattato di Libero Commercio.

Su un altro tema, López Obrador ha informato che i candidati di MORENA non hanno precedenti penali, ha detto che si proteggeranno le comunità, non si permetterà la distruzione del territorio, l’inquinamento delle acque, e si proteggerà l’ecosistema.

Ha preso l’impegno che non verrà nessuna impresa straniera a calpestare la dignità dei messicani.

Sul suo progetto su sicurezza, López Obrador ha indicato che per prima cosa ci deve essere lavoro, attenzione ai giovani e benessere per avere così sicurezza.

López Obrador ha detto che “dobbiamo unirci tutti per ottenere la trasformazione del paese”, e ha informato che il suo impegno è “porre fine alla corruzione nel paese e adempirò tutti i miei impegni come ho fatto come capo di Governo di Città del Messico, ed è per questo la che la gente a Città del Messico continua a sostenermi”.

Ha aggiunto che nelle due ultime elezioni che ci sono state avuto, MORENA è stata il partito che ha ricevuto più voti a Città del Messico e “è proprio perché mi conoscono, sanno che adempio a tutti i miei impegni”.

Questa è parte dei impegni di AMLO, un uomo che sta facendo storia nel tanto bisognoso Messico, un uomo di cui molto dovremo continuare a scrivere.

Autore: Arnaldo Musa/Cubasí

Traduzione: Redazione di El Moncada

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SÌ, È STATO POSSIBILE, LÓPEZ OBRADOR DAVANTI A MIGLIAIA DI PERSONE NELLO ZÓCALO DELLA CAPITALE

 

Messico, 2 luglio 2018 – Sì, è stato possibile e non vi deluderò, ha detto il presidente eletto del Messico, Andrés Manuel López Obrador, davanti a migliaia di sostenitori che hanno riempito lo Zócalo di questa capitale all’alba di stamattina.

Voglio essere un buon presidente; dal primo giorno cominceremo a rispettare gli impegni, ha esclamato.

Saranno aumentate le pensioni per gli anziani e si garantirà che siano universali per pensionati con pensioni da lavoro e con pensioni sociali, compresi i disabili poveri, ha promesso.

Dai primi giorni del prossimo governo democratico si garantirà ai giovani il diritto allo studio e al lavoro, ha aggiunto.

Ha menzionato la volontà di realizzare progetti produttivi in tutto il paese, “come tende di sviluppo radicare i messicani nei loro luoghi d’origine”.

Aspetteremo il nostro tempo affinché questo progetto di transizione sia fatto con armonia, ordinata e pacifica, ha detto con riferimento al presidente Enrique Peña Nieto, con cui ha detto che si incontrerà il 3 luglio nel Palazzo Nazionale.

Questo per mantenere la stabilità finanziaria senza soprassalti, ha aggiunto, riferendosi ai mercati, all’impresa privata e agli investitori stranieri.

Al riguardo, ha anticipato la nomina di una equipe di transizione con coordinatori per i temi economici, politici e di relazioni internazionali.

Ha annunciato un prossimo giro per tutto il paese come presidente eletto, al fine di avviare un governo del popolo, per il popolo e con il popolo.

Amore con amor si paga, applicheremo i tre principi basilari: non mentire, non rubare e non tradire il popolo, ha concluso.

Autore: Orlando Oramas León

Traduzione: Redazione di El Moncada

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ANDRÉS LÓPEZ OBRADOR, LA SPERANZA DEL MESSICO

 

Messico, 2 luglio 2018 – Andrés Manuel López Obrador diventa oggi la speranza del Messico, lo slogan del Movimento di Rigenerazione Nazionale (Morena), che ha fondato e che ha provocato un terremoto nelle elezioni di domenica 1° luglio.

Era la terza volta che si presentava per la posizione di presidente e adesso l’ha ottenuta in modo schiacciante con una percentuale del 53 percento, secondo l’Istituto Nazionale Elettorale, quando lo spoglio delle schede non era ancora terminato.

È stato un premio per le sue proposte di bandire la corruzione “dalla mafia del potere”, e soprattutto per il suo incessante peregrinare per tutto il territorio nazionale.

Non per nulla Obrador ha guidato il maggior numero di raduni durante la campagna ed è quello che ne annullati di meno, rispetto ai loro avversari.

Ha anche promesso di pacificare il paese, di rompere l’impunità, di cercare i “desaparecidos” e di governare con equità e senza esclusioni.

Nella sua agenda c’è di mantenere l’equilibro macroeconomico, ma anche di rivedere contratti e licitazioni del governo del presidente Enrique Peña Nieto, anche se ha detto che continuerà con quello che risulti vantaggioso per il Messico.

Morena, in alleanza coi partiti del Lavoro e Incontro Sociale, ha scosso il tavolo politico nelle elezioni più grandi, più complesse e più violente della storia messicana.

È il partito con il più giovane registro nazionale, e albeggia oggi con vari governi, il governo del Città del Messico e un’impronta decisiva nel Congresso dell’Unione, tra altri progressi.

Per la prima volta un partito di sinistra ha ottenuto alte votazioni negli stati del nord e nel cosiddetto Bajío, regione geografica, storica, economica e culturale che comprende parte degli stati di Aguascalientes, Jalisco, Guanajuato e Querétaro, dove la sinistra era marginale.

Ci sarà un cambiamento vero, ha detto davanti a migliaia di sostenitori riuniti ieri sera nello Zócalo della capitale, dove ha ringraziato i leader sociali e politici che per molti anni, ha sottolineato, hanno combattuto per la vera democrazia e per la giustizia nel paese.

Autore: Orlando Oramas León

Traduzione: Redazione di El Moncada

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Una giornata storica in Messico

Il Messico ha vissuto il 1 luglio una giornata trascendentale nella quale sono stati eletti 3400 incaricati pubblici tra i quali il presidente del paese, 128 senatori, 500 deputati, otto governatori e il capo del Governo di Città del Messico.

Pochi minuti prima d’esercitare il suo diritto al voto, Andrés Manuel López Obrador (AMLO) –il candidato favorito– ha dichiarato alla stampa che si deve realizzare una trasformazione nel paese, ma in maniera pacifica, con un cambio ordinato e profondo, cominciando dall’eliminazione della corruzione.

«Questo è un giorno storico. Il popolo del Messico va a decidere liberamente chi dovrà guidare il governo per i prossimi sei anni e noi rappresentiamo la possibilità di un vero cambio, di una trasformazione e per questo oggi è un giorno importante», ha assicurato.

AMLO, di 64 anni, ha terminato la sua campagna lo scorso mercoledì nello Stadio Atzeca davanti a decine di migliaia di persone.

È stata la terza occasione nella quale ha aspirato alla presidenza, che ha ottenuto di fronte a Ricardo Anaya, che dirige una coalizione formata dal PAN, il PRD e il Movimento Cittadino e José Antonio Meade, candidato del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI).

Questo è stato considerato uno dei processi elettorali più convulsi e violenti della storia di questo paese, con un saldo di 145 politici assassinati dal settembre del 2017 sino ad oggi. Di loro 48 erana pre – candidati o candidati.

Politici di varie parti del mondo tra i quali le ex presidenti Dilma Rousseff, del Brasile, e Cristina Fernández de Kirchner, dell’Argentina, hanno dichiarato che la vitoria di López Obrador rappresenta una speranza non solo per il Messico, ma per tutta la regione.

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