Rispetto a Cuba, nulla è cambiato.

Arthur González https://heraldocubano.wordpress.com

Dal 1959 Fidel Castro cercò di mantenere un rapporto di amicizia con gli USA, dimostrato durante la sua prima visita a Washington, nell’aprile dello stesso anno. Tuttavia, là ricevette l’ostilità ed il rifiuto dell’allora presidente Dwight Eisenhower, che non volle salutarlo.

Eisenhower era contrario alla vittoria della Rivoluzione, qualcosa che manifestò insieme ad Allen Dulles, direttore della CIA, in una riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale, tenutasi nel dicembre 1958.

Nonostante tutte le aggressioni contro Cuba, nell’agosto 1961, a soli tre mesi dall’invasione organizzata dalla CIA, il Comandante Ernesto Che Guevara, si incontrava, discretamente, con il giovane consigliere alla Casa Bianca, Richard Goodwin, con l’obiettivo di aprire un dialogo e trovare la possibilità di una normale convivenza tra i due paesi.

Con tutte le amministrazioni, Cuba ha cercato tale armonia tra vicini, ma sempre l’opposizione estremista yankee fece atto di presenza abortendo le conversazioni che si stabilirono.

Raggiungendo l’accordo per l’apertura delle Sezioni di Interesse, nel 1977, sotto la presidenza di James Carter, le pressioni dell’ultra destra reazionaria, guidata dal Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Zbigniew Brzezinski, impedirono un progresso nel cammino verso il ristabilimento di piene relazioni diplomatiche, nonostante l’interesse di Cyrus Vance, Segretario di Stato in quel momento.

Secondo rapporti declassificati, Brzezinski riteneva che “Cuba fosse una delle zone più erogene della politica estera USA” e dubitava dell’utilità delle conversazioni con i cubani. Pertanto, assunse posizioni di forza e progettò, insieme alla CIA, azioni per rendere più tese le deboli relazioni stabilite.

Situazione similare la troviamo, 40 anni dopo, nell’attuale amministrazione di Donald Trump.

Per verificare che è la stessa linea di azione, basta ricordare l’inventata crisi dei cacciabombardieri MIG-23, nel 1978, informazione che fu “trapelata” alla stampa per provocare la reazione USA, fino al punto di voler fare un’equivalenza con la Crisi dei Missili del 1962.

Di fronte a ciò ripresero i loro voli spia con aerei SR-71, violando lo spazio aereo di Cuba, voli che Carter aveva sospeso come un atto di buona volontà.

Quella minaccia fu inventata come pretesto per guastare l’atmosfera, di fronte al timore che si potesse avanzare verso la parziale rimozione del blocco economico, qualcosa di inaccettabile per l’estrema destra.

Fecero lo stesso con le false accuse, elaborate dalla CIA, che le truppe cubane insieme a quelle del Katanga avevano invaso lo Zaire, che è nota come Shaba II.

Fidel, rapidamente, rispose che tutto era assolutamente falso e basato su menzogne ​​sfacciatamente ripetute. Quell’energico atteggiamento interruppe la possibilità che continuassero ad ingannare l’opinione pubblica.

Fidel mai permise una falsa accusa e lo stesso fece quando l’allora sottosegretario di Stato, John Bolton, insieme alla CIA, divulgò che Cuba stava producendo armi biologiche.

La risposta del leader cubano fu immediata, qualificandola come trucco ed inganno, affermando: “Se uno scienziato cubano appartenente a qualsiasi delle nostre istituzioni di biotecnologia, stesse cooperando con qualsiasi paese nello sviluppo di armi biologiche, o avesse tentato crearle di sua propria iniziativa, sarebbe immediatamente sottomesso ai tribunali come un atto di tradimento del paese”.

Fidel ha sempre ripetuto agli yankee: “Non si sbaglino, non possiamo essere sottoposti a pressioni, impressionati, corrotti o comprati, basta con false accuse”.

Risultato, la menzogna fu smascherata.

Attualmente chi fa pressione sulla Casa Bianca è il senatore Marco Rubio, un membro della mafia terrorista anticubana, che insieme con la CIA guasta le indebolite relazioni diplomatiche stabilite da Barack Obama che, come Carter, ha mantenuto il blocco commerciale e finanziario, il finanziamento della sovversione, a Radio e TV Martí, la Legge di Aggiustamento Cubano, la Torricelli e l’Helms-Burton, e non ha mai permesso di affrontare il tema della restituzione del territorio cubano occupato dalla base navale di Guantanamo.

A causa delle attuali pressioni, Trump ha abrogato la direttiva presidenziale di Obama, che cercava di abbattere il socialismo dall’interno, usando il settore dei lavoratori non statali, la chiesa e la controrivoluzione interna.

Come parte delle nuove menzogne, hanno inventato i falsi attacchi acustici e le false malattie da essi causate, qualcosa di ridicolo che ancora continua ad essere notizia, al fine di avere il pretesto per finalmente chiudere la loro ambasciata a L’Avana, che è ad un livello di lavoro molto minore di quando si aprirono le Sezioni di Interesse, nel 1977.

Il governo cubano lo ha ribadito, gli USA mentono e non hanno presentato una sola prova del fatto.

E’ la storia stessa che dimostra l’assenza di volontà politica di mantenere un rapporto normale e armonioso con Cuba, basato sulle stesse argomentazioni fornite dal direttore della CIA e dal presidente USA nel dicembre 1958 : “Dobbiamo evitare la vittoria di Fidel Castro”.

Gli yankee vogliono una Cuba sottomessa, compiacente e senza sovranità, come la ebbero dal 1898 al 1959 quando Fidel arrivò e li mise al loro posto.

Gli USA devono ricordare che i cubani hanno imparato con José Martí a dire sempre la verità, poiché come egli disse: “Non si mente quando si porta la patria nel cuore”.


Respecto a Cuba, nada ha cambiado

Por Arthur González

Desde 1959 Fidel Castro intentó mantener una relación amistosa con Estados Unidos, demostrado durante su primera visita a Washington en abril del mismo año. Sin embargo, allá recibió hostilidad y el rechazo del entonces presidente Dwight Eisenhower, quien no quiso saludarlo.

Eisenhower estaba en contra de la victoria de la Revolución, algo que manifestó de conjunto con Allen Dulles, director de la CIA, en reunión del Consejo de Seguridad Nacional, celebrada en diciembre de 1958.

A pesar de todas las agresiones contra Cuba, en agosto del 1961, a solo tres meses de la invasión organizada por la CIA, el Comandante Ernesto Che Guevara, se reunió discretamente con el joven asesor de la Casa Blanca, Richard Goodwin, con el objetivo de abrir un diálogo y encontrar la posibilidad de una convivencia normal entre los ambos países.

Con todas las administraciones, Cuba buscó esa armonía entre vecinos, pero siempre la oposición extremista de los yanquis hizo acto de presencia abortando las conversaciones que se establecieron.

Alcanzado el acuerdo para la apertura de las Secciones de Intereses en 1977, bajo la presidencia de James Carter, las presiones de la derecha ultra reaccionaria, encabezada por el consejero de Seguridad Nacional, Zbigniew Brzezinski, impidieron un avance del camino hacia el establecimiento de relaciones diplomáticas plenas, a pesar del interés de Cyrus Vance, Secretario de Estado en aquel entonces.

De acuerdo con informes desclasificados, Brzezinski consideraba que “Cuba era una de las zonas más erógenas de la política exterior de Estados Unidos” y tenía dudas sobre la utilidad de las conversaciones con los cubanos. Por tanto, asumió posiciones de fuerza y diseñó junto con la CIA, acciones para tensar las débiles relaciones establecidas.

Situación similar la encontramos 40 años después en la actual administración de Donald Trump.

Para comprobar que es una misma línea de acción, basta recordar la inventada crisis de los cazabombardeos MIG-23 en 1978, información que fue “filtrada” a la prensa para provocar la reacción en los Estados Unidos, al punto de querer hacer una equivalencia con la Crisis de los Misiles de 1962.

Ante eso, reanudaron sus vuelos espías con el avión SR-71, violando el espacio aéreo de Cuba, vuelos que Carter había suspendido como un acto de buena voluntad.

Aquella amenaza fue inventada como pretexto para enrarecer el ambiente, ante el temor de se podría avanzar hasta la eliminación parcial del bloqueo económico, algo inaceptable para la ultraderecha.

Lo mismo hicieron con las falsas acusaciones elaboradas por la CIA, de que tropas cubanas de conjunto con las de Katanga, habían invadido a Zaire, lo que se conoce como Shaba II.

Rápidamente Fidel respondió que todo era absolutamente falso y basado en mentiras descaradamente repetidas. Esa enérgica actitud cortó las posibilidades de que siguieran engañando a la opinión pública.

Fidel nunca permitió una acusación falsa y lo mismo hizo cuando el entonces subsecretario de Estado, John Bolton, de conjunto con la CIA, divulgó que Cuba estaba produciendo armas biológicas.

La respuesta del líder cubano fue inmediata, calificándola de embuste y engaño, afirmando: “Si un científico cubano perteneciente a cualquiera de nuestras instituciones biotecnológicas, hubiera estado cooperando con cualquier país en el desarrollo de armas bilógicas, o hubiese intentado crearlas por su propia iniciativa, sería sometido de inmediato a los tribunales como un acto de traición al país”.

Fidel siempre les repitió a los yanquis: “No se equivoquen, nosotros no podemos ser presionados, impresionados, sobornados o comprados, basta de acusaciones falsas”.

Resultado, la mentira quedó desenmascarada.

En estos momentos quien sirve de presión en la Casa Blanca es el senador Marco Rubio, miembro de la mafia terrorista anticubana, que de conjunto con la CIA enrarece las endebles relaciones diplomáticas establecidas por Barack Obama, que al igual que Carter, mantuvo el bloqueo comercial y financiero, el financiamiento a la subversión, la Radio y TV Martí, la Ley de Ajuste Cubano, la Torricelli y la Helms Burton, y nunca permitió abordar el tema de la devolución del territorio cubano que ocupa la base naval en Guantánamo.

Por las presiones actuales, Trump derogó la directiva presidencial de Obama, que buscaba derrumbar el socialismo desde adentro, utilizando al sector de trabajadores no estatales, la iglesia y la contrarrevolución interna.

Como parte de las nuevas mentiras, inventaron los falsos ataques acústicos y las falsas enfermedades causadas, algo risible que todavía mantienen como noticia, con el fin de tener el pretexto para finalmente cerrar su embajada en la Habana, la cual se encuentra a un nivel de trabajo mucho menor que cuando se abrieron las Secciones de Intereses en 1977.

El gobierno cubano lo ha reiterado, Estados Unidos miente y no ha presentado una sola prueba del hecho.

Es la misma historia que demuestra la ausencia de voluntad política para mantener una relación normal y armoniosa con Cuba, basado en los mismos argumentos brindados por el director de la CIA y el presidente de Estados Unidos en diciembre de 1958: “Tenemos que evitar la victoria de Fidel Castro”.

Los yanquis quieren una Cuba sometida, complaciente y sin soberanía, tal y como la tuvieron desde 1898 hasta 1959 en que llegó Fidel y los puso en su lugar.

Estados Unidos debe recordar que los cubanos aprendieron con José Martí a decir siempre la verdad, pues como él aseguró:“No se miente cuando se lleva a la patria en el corazón.

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