Gli agenti del caos ed i loro timori per la riconversione economica

http://misionverdad.com

Questo lunedì 20 agosto è entrata in vigore la riconversione monetaria, il primo passo di un piano globale che attua il Governo venezuelano per recuperare il valore del salario, attraverso l’ancoraggio del bolivar sovrano al Petro, e per stabilizzare l’economia nazionale in generale, puntando verso lo smantellamento degli indicatori illegali del dollaro parallelo.

La riconversione è iniziata con il piede giusto

Dalla prime ore della mattina il paese era calmo, la maggior parte delle grandi catene commerciali hanno aperto le loro porte, gli sportelli hanno cominciato ad emettere le banconote di nuovo conio monetario ed il sistema di pagamento elettronico della banca nazionale ha assimilato, rapidamente, i cambi della riconversione.

Contro coloro che scommettevano sul fallimento della riconversione, nel suo primo giorno, la corrispondente della CNN in Venezuela, Osmary Hernandez, che in nessun momento può qualificarsi come chavista, ha scritto su Twitter, nelle prime ore del mattino, che già le nuove banconote erano disponibile per la popolazione.

Rapporti raccolti a caldo dall’Agenzia Venezuelana di Notizie, ha mostrato il primo contatto della popolazione con l’incorporazione dei nuovi biglietti. (…)

In parallelo a ciò che stava accadendo in strada, i reduci dell’opposizione venezuelana, nucleata nel Fronte Ampio Venezuela Libero, cercavano approfittare della riduzione di attività commerciale, naturale nei giorni non lavorativi decretati dal Governo venezuelano, per convincere la popolazione, attraverso le reti sociali, che il loro appello allo “sciopero nazionale” faceva parte di “uno scalpore nazionale”.

Questi settori hanno chiamato a protestare sotto l’esca pubblicitaria “lottare contro il pacchetto Maduro” un tentativo di attirare una popolazione lavoratrice che, paradossalmente, ha appena ottenuto un miglioramento nel suo depresso potere d’acquisto con l’aumento di stipendio a 1800 Bs o metà Petro.

Alla fine della giornata, la vice Presidentessa Delcy Rodríguez ha indicato che “il 92% della piattaforma elettronica della banca tanto pubblica che privata è attiva, persino con alcune cifre inusuali per essere un giorno non lavorativo”, confermando che la banca nazionale può metabolizzare efficacemente l’insieme di transazioni elettroniche espresse nel nuovo conio monetario.

Secondo Ultime Notizie, citando una nota stampa della Soprintendenza di Banche (Sudeban), “è stata adempiuta con successo la prima fase del cronogramma di attività della riconversione monetaria nelle istituzioni bancarie, che si è iniziata questa domenica 19 e si concluderà questo lunedì 20 agosto alle sei del pomeriggio”.

Con il fallito assassinio, dello scorso 4 agosto, settori dell’opposizione legati ad agenti terroristi a Bogotà e Miami, hanno cercato che il 20 agosto giungesse in uno scenario di caos e violenza su larga scala che impedisse l’attuazione della riconversione economica.

Fare appello alla carta estrema dell’assassinio serve come misura per caratterizzare meglio la portata del piano elaborato da Maduro. L’urgenza delle operatori della guerra contro il Venezuela per eludere la sua esecuzione e mantenere la popolazione sottomessa all’inflazione indotta dal dollaro parallelo, si sono anche resi visibili nella loro permanente apologia al fallimento della riconversione, nel suo primo giorno.

Orchestrazione, cartellizzazione ed agenti del caos

Ieri è stato anche segnato dalla cartellizzazione narrativa degli operatori visibili del conflitto contro il paese che impiegando la risorsa propagandistica dell’orchestrazione (ripetere mille volte una menzogna per renderla vera), hanno soppresso il trattamento della riconversione in un insieme ridotto di messaggi (“fallimento”, “impoverimento”, “rovina”, ecc.) che sarebbero poi adattati ai vari livelli del discorso pubblico. Strategia che è stata anche utilizzata per approfittare della circostanza ed elevare l’attenzione mediatica su altre manovre nel campo politico e diplomatico.

Per il vice presidente USA, Mike Pence, la conversione è un sintomo che in Venezuela “deve tornare la democrazia”, ​​prevedendo che solo “peggiorare la vita di ogni venezuelano”.

Posizione portata all’estremo dal senatore e padrino politico di Maria Corina Machado, il repubblicano Marco Rubio, che ha affermato che, per quanto riguarda la riconversione, il Governo venezuelano è “una minaccia per la sicurezza nazionale USA”.

FEDECAMARAS, a suo modo, ha riprodotto questo racconto affermando che v’è rischio di fallimento per le sue imprese affiliate, le più rappresentative del paese, poiché non esiste un “flusso di cassa” per pagare gli stipendi decretate dal Governo venezuelano, anche quando questi sono nell’ordine di 30 dollari.

I media internazionali, come AFP e The Wall Street Journal, si sono uniti alla cartellizzazione; il primo confrontando la situazione del Venezuela con quella dello Zimbabwe, al fine di proiettare un’immagine “catastrofica” intorno alla riconversione; il secondo, annunciando un “caos monetario” che riattiverebbe un clima di violenza nel paese.

Sotto lo stesso schema di orchestrazione, l’ambasciata USA a Caracas ha messo in guardia i suoi cittadini su possibili proteste in Venezuela, a seguito della riconversione, dando per sicuro che i settori di opposizione hanno convocato proteste che rivitalizzeranno la violenza nelle strade.

Approfittando del boom del momento e che il Venezuela era nella parte superiore del cartellone mediatico, il presidente dell’Argentina, Mauricio Macri, ha affermato, in un’intervist,a che la sua amministrazione porterebbe Maduro alla Corte Penale Internazionale, un programma che è stato gestito da elementi di estrema destra, rappresentata da Antonio Ledezma e Maria Corina Machado, sotto gli auspici USA e del segretario generale dell’OSA, Luis Almagro.

In quello che sembra essere un’offensiva di questa frangia estremista, Luis Almagro ha affrontato il presidente dell’Assemblea Nazionale, Omar Barboza, del partito zuliano Un Nuovo Tempo, descrivendolo come un complice della dittatura per non supportare l’assurda “sentenza” del sedicente “Tribunale Supremo in esilio”.

Questi movimenti e manovre nel campo mediatico, diplomatico ed internazionale, in un arco di 24 ore descrivono, da un lato, che la messa in opera della riconversione ha posto in svantaggio gli attori coinvolti nella guerra contro il Venezuela, che devono utilizzare un rumore coordinato per mostrare i muscoli e mantenere una posizione di leadership, benché sia tramite Twitter.

D’altra parte, descrive che i probabili effetti della riconversione potrebbero allontanarsi dalle loro previsioni catastrofiche a breve termine.

Ragioni di fondo di un allarmismo galoppante

In primo luogo, la rivalutazione nominale o “petrolizzazione” del salario, in 1800 BsS o 1/2 Petro, costituisce un primo anticipo sul recupero del potere d’acquisto dei venezuelani. Innanzitutto, questo aggiustamento aumenta il salario 35 volte, garantisce un potere d’acquisto automatico a un enorme gruppo di beneficiari diretti negli strati popolari del paese.

Secondo il presidente Maduro, da due trasmissioni sul suo account Facebook Live, le notti del 19 e 20 agosto, il regime dei prezzi “ideali” derivanti dalla politica di ancoraggio suppone la copertura del paniere base alimentare famigliare ad un costo inferiore a 1 mil 800 BsS. Questo martedì 21 agosto, ha detto, 25 prodotti del paniere di base avranno prezzi concordati con i settori industriali del paese, prodotti che saranno ancorati al Petro.

Politiche di ancoraggio, di successo nella maggior parte dei casi noti al mondo per fermare l’iperinflazione, suppongono la possibilità che l’emissione discrezionale di Petro ed il posizionamento come moneta o fattore convertibile, supponga drenare le asimmetrie create dal dollaro parallelo, aumentare il flusso delle importazioni ed espandere la base di risorse finanziarie del paese. Un nuovo riferimento che potrebbe andare sostituendo il dollaro come riferimento centrale del mercato dei cambi venezuelano.

Questa possibilità sta nella concessione alla Banca Centrale Venezuelana di oltre 28 miliardi di barili di petrolio greggio nelle riserve. Questione annunciata giorni fa, ma che sembra una decisione che entrerà in vigore al prodursi, presto, nuovi annunci. Ciò significa che la base di supporto prevede l’emissione di certificati petroliferi, base di supporto agli strumenti emessi dal Venezuela, per espandere le sue riserve internazionali ed eventualmente sostenere la circolazione del Petro come criptovaluta internazionale.

E’ importante sottolineare quanto annunciato da Maduro, nel creare l’ habitat commerciale del Petro mediante le operazioni di PDVSA che migreranno verso l’uso della criptovaluta a scapito del dollaro USA.

È importante sottolineare l’apertura di più di 300 franchigie di cambio din Venezuela, attraverso l’abrogazione della Legge sugli Illeciti Cambiari attraverso l’Assemblea Nazionale Costituente nei giorni scorsi. Questi eventi suppongono distruggere il tessuto d’illegalità in cui si sviluppa la speculazione svalutativa ed artificiale del dollaro parallelo. Per gli agenti della destabilizzazione, questa è una pessima notizia, poiché la possibilità che le rimesse vadano a sistemi attraenti e legali potrebbe essere alta al consolidarsi e regolarizzarsi l’attività delle case di cambio.

L’alternativa al settore privato risiede, ora, nelle tre aste settimanali, con cui inizierà il DICOM, ora in fase di ancoraggio. Un altro elemento diretto a demolire i fattori paralleli per l’accesso alle divise. Una politica macro che suppone favorire gli investimenti, attraverso un indicatore ufficiale ripristinato, oscillante e modulato dai partecipanti in quel mercato aperto. Una situazione che era stata suggerita e richiesta da parte dello settore privato venezuelano come meccanismo per invertire la crisi.

In breve, le misure articolate da chavismo hanno solide probabilità di declassare, a medio termine, i nodi più critici della situazione venezuelana, attraverso l’uso di questi nuovi strumenti economici. Una scommessa che gli agenti del caos contro il Venezuela cercano di impedire a tutti i costi.


Los agentes del caos y sus temores por la reconversión económica

Este lunes 20 de agosto entró en vigencia la reconversión monetaria, el primer paso de un plan integral que ejecuta el Gobierno venezolano para recuperar el valor del salario, a través del anclaje del bolívar soberano al Petro, y para estabilizar la economía nacional en general, apuntando hacia el desmontaje de los de los indicadores ilegales del dólar paralelo.

La reconversión empezó con buen pie

Desde tempranas horas de la mañana el país estuvo en calma, la mayoría de las grandes cadenas comerciales abrieron sus puertas, los cajeron comenzaron a expedir los billetes del nuevo cono monetario y el sistema de pago electrónico de la banca nacional asimiló con rapidez los cambios de la reconversión.

A contrapelo de quienes apostaban por el fracaso de la reconversión en su primer día, la corresponsal de la cadena CNN en Venezuela, Osmary Hernández, que en ningún momento podrá calificarse como chavista, tuiteaba a tempranas horas de la mañana que ya los nuevos billetes estaban disponibles para la población.

Reportes recogidos en caliente por la Agencia Venezolana de Noticias, mostraron el primer contacto de la población con la incorporación de los nuevos billetes.

En paralelo a lo que sucedía en la calle, los reductos de la oposición venezolana, nucleada en el Frente Amplio Venezuela Libre, intentaban aprovechar la reducción de la actividad comercial, natural en los días no laborables decretados por el Gobierno venezolano, para convencer a la población vía redes sociales que su convocatoria a “paro nacional” era parte de “un clamor nacional”.

Estos sectores llamaron a protestar bajo el gancho publicitario de “luchar contra el paquetazo de Maduro”, un intento de atraer a una población trabajadora que, paradójicamente, acaba de obtener una mejora en su alicaído poder de compra con el aumento de salario a 1 mil 800 BsS o medio Petro.

Ya avanzado el día, la vicepresidenta Delcy Rodríguez indicó que “el 92% de la plataforma electrónica de la banca tanto pública como privada está activa, incluso con unas cifras inusuales para tratarse de un día no laborable”, confirmando que la banca nacional pudo metabolizar con eficacia el conjunto de transacciones electrónicas expresadas en el nuevo cono monetario.

Según Últimas Noticias, citando una nota de prensa de la Superintendencia de Bancos (Sudeban), “se cumplió con éxito la primera fase del cronograma de actividades de la reconversión monetaria en las instituciones bancarias, que se inició este domingo 19 y culminará este lunes 20 de agosto a las seis de la tarde”.

Con el magnicidio frustrado del pasado 4 de agosto, sectores de oposición vinculados a agentes terroristas en Bogotá y Miami, intentaron que el 20 de agosto llegara bajo un escenario de caos y violencia a gran escala que impidiera la puesta en marcha de la reconversión económica.

Apelar a la carta extrema del magnicidio sirve de medida para caracterizar de mejor forma los alcances del plan trazado por Maduro. La urgencia de los operadores de la guerra contra Venezuela por escamotear su ejecución y mantener a la población sometida a la inflación inducida por el dólar paralelo, también se hicieron visibles en su permanente apología al fracaso de la reconversión, en su primer día.

Orquestación, cartelización y agentes del caos

El día de ayer también estuvo signado por la cartelización narrativa de los operadores visibles del conflicto contra el país, quienes empleando el recurso propagandístico de la orquestación (repite mil veces una mentira para convertirla en verdad), suprimieron el tratamiento de la reconversión a un conjunto reducido de mensajes (“fracaso”, “empobrecimiento”, “ruina”, etc.) que luego serían adaptados a diversos niveles del discurso público. Estrategia que también fue utilizada para aprovechar la circunstancia y elevar la atención mediática de otras maniobras en el campo político y diplomático.

Para el vicepresidente de Estados Unidos, Mike Pence, la reconversión es síntoma de que en Venezuela “debe retornar la democracia”, augurando que sólo “empeorará la vida de cada venezolano”.

Postura que fue llevada al extremo por el senador y padrino político de María Corina Machado, el republicano Marco Rubio, quien aseveró que, a propósito de la reconversión, el Gobierno venezolano es “una amenaza a la seguridad nacional de Estados Unidos”.

Fedecámaras, a su manera, reprodujo esta narrativa al afirmar que hay riesgo de quiebra por parte de sus empresas afiliadas, las más representativas del país, debido a que no existe “flujo de caja” para pagar los salarios decretados por el Gobierno venezolano, aún cuando estos están por el orden de los 30 dólares.

Los medios internacionales, como AFP y The Wall Street Journal, se unieron a la cartelización; el primero comparando la situación de Venezuela con la de Zimbabwe, con el fin de proyectar una imagen “catastrófica” en torno a la reconversión; el segundo, anunciando un “caos monetario” que reactivaría un clima de violencia en el país.

Bajo el misma esquema de orquestación, la embajada de Estados Unidos en Caracas alertó a sus ciudadanos sobre posibles protestas en Venezuela, a raíz de la reconversión, dando por cierto que los sectores opositores que han convocado a protestas lograrán activar la violencia en las calles.

Aprovechando el boom del momento y que Venezuela estaba en todo lo alto de la cartelera mediática, el presidente de Argentina, Mauricio Macri, afirmó en una entrevista que su administración llevaría a Maduro a la Corte Penal Internacional, una agenda que ha sido gestionada por actores de la extrema derecha, representada por Antonio Ledezma y María Corina Machado, con auspicio de Estados Unidos y del secretario general de la OEA, Luis Almagro.

En lo que pareciera ser una ofensiva de este sector extremista, Luis Almagro interpeló al presidente de la Asamblea Nacional, Omar Barboza, del partido zuliano Un Nuevo Tiempo, calificándolo como cómplice de la dictadura por no respaldar la “sentencia” absurda del autodenominado “Tribunal Supremo en el exilio”.

Estos movimientos y maniobras en el campo mediático, diplomático e internacional, en un lapso de 24 horas, describen, por un lado, que la puesta en marcha de la reconversión ha colocado en desventaja a los actores de la guerra contra Venezuela, los cuales deben emplear una vocería coordinada para mostrar músculo y mantener una posición de liderazgo, aunque sea vía Twitter.

Por otro lado, describe que los probables efectos de la reconversión se podrían alejar de sus proyecciones catastróficas en el corto plazo.

Razones de fondo de un alarmismo desbocado

Primeramente, la revaluación nominal o “petrolización” del salario, en 1 mil 800 BsS o 1/2 Petro, constituye un avance inicial sobre la recuperación de la capacidad adquisitiva de los venezolanos. De entrada, este ajuste que aumenta 35 veces el salario, otorga un poder de compra automático a un enorme grupo de beneficiarios directos en las capas populares del país.

Según el presidente Maduro, desde dos transmisiones en su cuenta Facebook Live, las noches del 19 y 20 de agosto, el esquema de precios “ideal” derivado de la política de anclaje supone la cobertura de la canasta básica alimentaria familiar en un costo menor a 1 mil 800 BsS. Este martes 21 de agosto, comentó, 25 productos de la cesta básica tendrán precios acordados con sectores industriales del país, productos que estarán anclados en el Petro.

Las políticas de anclaje, exitosas en la mayoría de los casos conocidos en el mundo para detener la hiperinflación, suponen la posibilidad de que la emisión discrecional del Petro y su colocación como divisa o factor convertible, suponga drenar las asimetrías creadas por el dólar paralelo, aumentar el caudal de importaciones y ampliar la base de recursos financieros del país. Un nueva referencia que pudiera ir desplazando al dólar como referencia central del mercado cambiario venezolano.

Esta posibilidad yace en el otorgamiento al Banco Central Venezolano de más de 28 mil millones de barriles de crudo en reservas. Cuestión anunciada hace días, pero que parece una decisión que entrará al ruedo al producirse nuevos anuncios pronto. Esto significa que la base de respaldo supone la emisión de certificados petroleros, base de apoyo a instrumentos emitidos por Venezuela, para ampliar sus reservas internacionales y posiblemente respaldar la circulación del Petro como criptodivisa internacional.

Es importante subrayar lo anunciado por Maduro, en crear el hábitat comercial del Petro mediante las operaciones de PDVSA que migrarán al uso de la criptomoneda en detrimento del dólar norteamericano.

Importante es apuntar la apertura de más de 300 franquicias cambistas en Venezuela, mediante la derogación de la Ley de Ilícitos Cambiarios por medio de la Asamblea Nacional Constituyente en días pasados. Estos eventos suponen destruir el tejido de ilegalidad en el que se desarrolla la especulación devaluadora y artificial del dólar paralelo. Para los agentes de la desestabilización, esta es una muy mala noticia, pues la posibilidad de que las remesas acudan a sistemas atractivos y legales podría ser alta al consolidarse y regularizarse la actividad de las casas de cambio.

La alternativa al sector privado yace ahora en las tres subastas semanales, con las que arrancará el DICOM, ahora en anclaje. Otro elemento dirigido a derruir los factores paralelos para el acceso a divisas. Una política macro que supone favorecer inversiones, mediante un marcador oficial restituido, oscilante y modulado por los participantes en ese mercado abierto. Una situación que había sido sugerida y solicitada por parte del mismo sector privado venezolano como mecanismo para revertir la crisis.

En síntesis, las medidas que articula el chavismo tienen sólidas probabilidades de degradar, en el mediano plazo, los nudos más críticos de la coyuntura venezolana, mediante el uso de estos nuevos instrumentos económicos. Una apuesta que los agentes del caos contra Venezuela buscan impedir a toda costa.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.