Molto denaro in gioco

Arthur Gonzalez http://heraldocubano.wordpress.com

farinadineroSe gli USA normalizzassero le relazioni con Cuba, migliaia di loro impresari guadagnerebbero milioni di dollari per vendite ed importazioni di prodotti necessari ad ambo i paesi. Milioni di nordamericani potrebbero assaporare il delizioso rum cubano, fumarsi un sigaro fatto con il miglior tabacco del mondo abbronzarsi sulle sue spiagge pulite e belle, inoltre evitare l’amputazioni del cosiddetto “piede diabetico”, grazie ad un nuovo farmaco prodotto sull’isola, così come impiegare vaccini contro il cancro al seno, alla cervice, alla prostata ed altri; farmaci creati da scienziati cubani.

L’industria cubana si rivitalizzerebbe grazie a consistenti investimenti USA ed il commercio avvantaggerebbe molti professionisti e lavoratori, negli USA, che produrrebbero per il mercato cubano.

Tuttavia, un piccolo gruppo di statunitensi che vivono della storia che la Rivoluzione cubana è un “pericolo” per la Sicurezza Nazionale del loro paese cesserebbe di percepire 20 milioni di dollari all’anno; quelli che approva la Casa Bianca, solo per attività sovversive.

E’ molto il denaro destinato a rovesciare il sistema socialista cubano senza che nessuno esiga conto all’Esecutivo per tali spese, che oltretutto non ottengono i risultati sperati.

Quando si guarda in maniera retrospettiva, si apprezza che molti di quelli che oggi esibiscono fortune invidiabili, arrivarono negli USA senza un centesimo in tasca, pertanto si può fare una stima di quanti milioni hanno sviato a beneficio personale. Un chiaro esempio è il clan Mas Canosa.

canosaJorge Mas Canosa arrivò a Miami, senza una professione o mestiere, neppure fece scuole superiori lì, ma la sua carriera come agente CIA, prima, e trafficante di armi poi lo hanno reso un ricco “uomo d’affari”, favorito da sindaci, governatori, senatori e presidenti.

Altri della stessa cricca riuscirono a essere esperti politici, solo inventando accuse e tramando la forma di far credere, a politici USA, che Castro è “un pericolo” per gli USA, arrivando a formare una lobby anti-cubana al Congresso che è riuscita a strappare al Presidente l’autorità che teneva per rimuovere il blocco contro l’isola, imposto dal 1962.

Questo piccolo gruppo che ha nel sangue la picaresca ispano – cubana, sa perfettamente quello che può perdere, tutto ad un tratto, se ci fosse un cambiamento radicale nella linea politica anti-cubana, qualcosa che anche presentono coloro, che a Cuba, sono mantenuti con una parte dei 20 milioni di dollari annuali che approva la Casa Bianca per tali incarichi.

Per ciò non stupiscono le più recenti dichiarazioni del mitomane Guillermo Fariñas, che senza perdere tempo, ha dichiarato: “Penso che una normalizzazione tra il governo di Cuba e quello degli Stati Uniti sarebbe un tradimento dei cubani e della democrazia. Berta Soler (la incolta e volgare salariata delle Dame in Bianco) ed io abbiamo chiesto, al presidente Barack Obama, nel corso di una riunione che abbiamo avuto, nel novembre 2003, che in eventuali negoziati avrebbe dovuto essere presente la controparte del governo cubano, ossia, l’opposizione”.

Nessuno di questi sponsorizzati da Miami può permettersi di rinunciare alle centinaia di migliaia di dollari che, ogni anno, ricevono senza lavorare, qualcosa d’impensabile per qualsiasi lavoratore nell’Unione Europea o degli stessi USA che devono lavorare sodo per ottenere salari che non sono sufficienti per sostenere la famiglia.

Seguendo le istruzioni degli sponsor della mafia anticubana, Fariñas è promosso, dai mezzi stampa di Miami, per creare correnti d’opinione contrarie al miglioramento delle relazioni bilaterali, ma l’uso di questo personaggio è un’arma a doppio taglio che già ha effetti contrari ai pianificati.

A riprova di ciò è la sua partecipazione, in TV, per sostenere la campagna di Joe Garcia per mantenere il suo seggio al Congresso e la sua successiva cantinflesca (comica ndt) dichiarazione,  dal Messico, di fronte alle proteste dell’oppositore Carlos Curbelo, assicurando “non m’immischio nelle campagne elettorali USA” nonostante la sua uscita in un annuncio pagato da Garcia come parte della sua propaganda elettorale.

Ma ciò che avviene conviene e ora la stessa Miami ha avuto l’esclusiva opportunità di accorgersi con lusso di dettagli e senza segnali di una presunta propaganda comunista, chi sono in realtà i sedicenti “dissidenti” a Cuba e i loro istruttori negli USA, al provare che gli argomenti ed accuse forniti da L’Avana sono tutta verità.

È per questa ragione che The New York Times  afferma nel suo editoriale del 01/11/2014: “Per fortuna, stanno diventando sempre più voci solitarie nel dibattito sulla politica nei confronti di Cuba”.

Sono molti i milioni in gioco e una buona parte degli impresari nordamericani non vogliono perderli. Basta aspettare per vedere chi segna il punto.

Mucho dinero en juego

 Arthur González
 
 Si Estados Unidos normalizara sus relaciones con Cuba, miles de sus empresarios ganarían millones de dólares por las ventas e importaciones de productos necesarios en ambos países.Millones de norteamericanos pudieran saborear el delicioso ron cubano, fumarse un buen puro confeccionado con el mejor tabaco del mundo, broncearse en sus limpias y bellas playas, además de evitar amputaciones del llamado “pie diabético”, gracias a un novedoso medicamento producido en la Isla, así como emplear vacunas contra el cáncer de mamas, cuello del útero, próstata y otras, creadas por científicos cubanos.
 
 La industria de Cuba se revitalizaría con importantes inversiones estadounidenses y el comercio beneficiaría a muchos profesionales y trabajadores de Estados Unidos que producirían para el mercando cubano.
 
 Sin embargo, un pequeño grupo de estadounidenses que viven del cuento de que la Revolución cubana es un “peligro” para la Seguridad Nacional de su país, dejarían de percibir los 20 millones de dólares anuales que aprueba la Casa Blanca, solo para acciones subversivas.
 
 Es mucho el dinero que se destina para derrocar el sistema socialista cubano sin que nadie exija cuentas al Ejecutivo por esos gastos, que además no logran los resultados esperados.
 
 Al mirar retrospectivamente, se aprecia que muchos de los que hoy exhiben fortunas envidiables, llegaron a Estados Unidos sin un centavo en los bolsillos, por tanto se puede hacer un cálculo de cuántos millones han desviado en beneficio personal. Un vivo ejemplo es el clan Mas Canosa.
 
 Jorge Mas Canosa arribó a Miami sin profesión ni oficio, tampoco cursó estudios superiores allí, pero su carrera como agente CIA primero y traficante de armas después, lo convirtieron en un acaudalado “hombre de negocios”, privilegiado por alcaldes, gobernadores, senadores y presidentes.
 
 Otros de esa misma camada consiguieron ser avezados políticos, solamente por inventar acusaciones y tramar la forma de hacerles creer a políticos norteamericanos que Castro es “un peligro” para Estados Unidos, llegando a conformar un lobby anticubano en el Congreso que logró quitarle al Presidente la autoridad que ostentaba para poder eliminar el Bloqueo contra la isla, impuesto desde 1962.
 
 Ese grupito que tienen en sangre la picaresca hispano cubana, sabe perfectamente lo que puede perder de golpe y porrazo si hubiese un cambio radical en la línea política anticubana, algo que también presienten en Cuba quienes son mantenidos con parte de los 20 millones de dólares anuales que aprueba la Casa Blanca para tales menesteres.
 
 Por eso no asombran las declaraciones más recientes del mitómano Guillermo Fariñas, que sin perder tiempo declaró: “Yo pienso que una normalización entre el gobierno de Cuba y el de Estados Unidos sería una traición a los cubanos y a la democracia. Berta Soler (la inculta y grosera asalariada de las Damas de Blanco) y yo, le pedimos al presidente Barack Obama durante una reunión que tuvimos en noviembre del 2003, que en cualquier negociación tendría que estar presente la contraparte del gobierno cubano, o sea, la oposición”.
 
 Ninguno de esos apadrinados de Miami puede darse el lujo de desprenderse de los cientos de miles de dólares que reciben anualmente sin necesidad de trabajar, algo impensable para cualquier trabajador de la Unión Europea o de los propios Estados Unidos que tienen que laborar bien duro para obtener salarios que no alcanzan para mantener a la familia.
 
 Siguiendo instrucciones de sus patrocinadores de la mafia anticubana, Fariñas es promovido por los medios de prensa Miamenses para crear matrices de opinión contrarias al mejoramiento de las relaciones bilaterales, pero el empleo de este personaje es un arma de doble filo que ya hace efectos contrarios a los planificados.
 
 Como muestra de lo anterior está su participación en la TV para apoyar la campaña de Joe García por mantener su escaño en el Congreso y su posterior declaración cantinflesca desde México, ante las protestas del opositor Carlos Curbelo, al asegurar “no me inmiscuyo en las campañas electorales de Estados Unidos”, a pesar de su salida en un anuncio pagado por García como parte de su propaganda electoral.
 
 Pero lo que sucede conviene y ahora en el propio Miami han tenido la oportunidad exclusiva de percatarse con lujo de detalles y sin destellos de una supuesta propaganda comunista, quiénes son realmente los autodenominados “disidentes” en Cuba y sus instructores en Estados Unidos, al comprobar que los argumentos y acusaciones aportados por La Habana tiene entera veracidad.
 
 Esa es la razón por la cual The New York Times afirmase en su editorial del 01.11.2014: “Afortunadamente, ellos se están convirtiendo cada vez más en voces solitarias en el debate sobre la política hacia Cuba”.
 
 Son muchos los millones que están en juego y una buena parte de los empresarios norteamericanos no desea perderlos. Solo hay que esperar para ver quién se anota el tanto.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.