A Washington si stanno esaurendo le idee

 La teoria degli attacchi con microonde a Cuba è rozza propaganda

Sergio Alejandro Gómez http://www.cubadebate.cu

Ad agosto 2017 si parlava di “attacchi acustici”, all’inizio di quello stesso anno apparve l’ipotesi di un virus e all’inizio del 2018 si è fatto riferimento solo a commozioni cerebrali senza effetti fisici. Ora è il turno delle onde di microonde.

Quando sembrava che Washington avesse esaurito il suo arsenale di giustificazioni sui presunti incidenti alla salute presentati dal suo personale diplomatico a L’Avana, The New York Times è apparso, sabato 1 settembre, con una nuova ipotesi, tanto insolita come le precedenti.

Douglas Smith, direttore del Centro Lesioni Cerebrali e Riparazione dell’Università della Pennsylvania, ha dichiarato al giornale che le presunte vittime hanno sofferto lesioni cerebrali e le microonde sono “le principali sospettate”.

Smith è stato uno degli incaricati di studiare una parte dei diplomatici USA che il Dipartimento di Stato accusa che abbiano presentato sintomi come mal di testa, difficoltà nel dormire, perdita dell’udito e persino danni cerebrali, tra la fine del 2016 e la metà del 2017.

Ma una sua relazione su questi studi, scritta nel febbraio scorso per il Journal of American Medical Association (JAMA), non fa alcuna menzione delle microonde, un tipo di onda molto presente nella vita moderna.

I telefoni cellulari e i forni per il riscaldamento degli alimenti sono tra i molteplici dispositivi che utilizzano le microonde.

Rozza propaganda

“Ora non possono sostenere che la causa è il suono e stanno cercando di argomentare che si tratta di microonde”, ha detto a Cubadebate Mitchel Valdés-Sosa, direttore generale del Centro di Neuroscienca di Cuba e membro del Comitato di Esperti cubani che si è creato per studiare le accuse USA.

A Valdés-Sosa sorprende che questa storia arrivi proprio mentre crescono gli interrogativi, negli USA ed a livello internazionale, sull’articolo della rivista JAMA che per primo ha stabilito il presunto danno cerebrale.

Addirittura questa ipotesi delle microonde, secondo lo scienziato cubano, si basa sul fatto che tutti i diplomatici sono malati o che soffrono gli effetti di un singolo agente esterno. “Questo è discutibile”.

Valdés-Sosa sostiene che se si esamina attentamente la attestazione medica presenta finora, sebbene sia molto scarsa, è chiaro che non ci sono prove conclusive e la varietà di sintomi presentati può rispondere a molteplici cause non correlate a Cuba, come l’ipertensione o traumi precedenti.

Per quanto riguarda la possibilità che le microonde possano causare il tipo di effetti che il New York Times sostiene, Valdés-Sosa neppure si mostra convinto.

“C’è una letteratura molto speculativa, molto del tipo X file o teorie del complotto, in cui si afferma che le microonde sono state utilizzate per danneggiare la salute”, ha detto. “Neanche le agenzie USA lo accettano come qualcosa di valido”.

I dubbi aumentano se vengono prese in considerazione le condizioni descritte dal Dipartimento di Stato in cui presumibilmente sono avvenuti gli incidenti.

“Non è possibile dirigere una fonte di energia per colpire una persona in una stanza chiusa e lasciare intatte le altre, in luoghi in cui le pareti sono anche molto spesse”, ha segnalato Valdes-Sosa.

“Riteniamo che sia una barriera propagandistica e non ci sono prove concrete che lo sostengano”, ha concluso riguardo all’articolo del New York Times.

Scadente esercizio giornalistico

Il noto avvocato cubano José Pertierra, che ha il suo studio legale a Washington DC, ha scritto una lettera al quotidiano di New York criticando la sua pratica professionale nell’articolo delle microonde.

“Questo è un esempio di scadente giornalismo del New York Times”, ha detto. “Non ci sono risultati scientifici in questa indagine. Tutto è pura speculazione, espressa in avverbi come forse o possibilmente. Nessuno spiega quale sia la causa delle cosiddette malattie. Questa è l’unica cosa che sappiamo per certo”.

Pertierra critica anche che si citi uno scienziato di 83 anni, apparentemente specializzato nelle microonde, ma che lo si induca a speculare su chi potrebbe essere il responsabile.

“Ogni volta che un testimone fa affermazioni non giustificate nei tribunali, si esige agli avvocati che presentino le prove e facciano una domanda elementare: Come lo sa? Sfortunatamente, il NYTimes non pone questa domanda elementare”, ha segnalato.

La ricercatrice e giornalista cubana, Rosa Miriam Elizalde, ha anche messo in discussione, nei social network, l’obiettività del New York Times e la sua conformità con le regole elementari del giornalismo.

“Il New York Times è sull’orlo di un altro disastro giornalistico come quando disse che in Iraq c’erano armi di distruzione di massa”, ha segnalato Elizalde, riferendosi a uno dei più grandi scandali nella storia recente del giornale.

Dopo l’ingiustificata invasione di quella nazione del Medio Oriente, che ha lasciato, finora, più di un milione di vittime civili si è dimostrato che il New York Times ha utilizzato informazioni fornite dalla Casa Bianca senza controbattere con l’opinione di esperti indipendenti né valutare la situazione sul terreno

Tra le lacune più notorie dell’articolo del New York Times risalta l’omissione che l’FBI si è recata a L’Avana in almeno quattro occasioni per misurare lo spettro radioelettrico e condurre altre ricerche sul campo ed ha scartato che si siano utilizzate onde sonore per attaccare i diplomatici.

Come sarebbe possibile che gli esperti USA abbiano trascurato di misurare anche le microonde? Questa è un’altra domanda che il giornale non si pone.

Riferimento alla Guerra Fredda

L’ipotesi delle microonde fa diretto riferimento all’epoca della Guerra Fredda.

Gli statunitensi iniziarono a captare segnali di microonde ai piani superiori della loro ambasciata a Mosca, verso la metà degli anni ’50, e iniziarono le indagini per determinare i suoi possibili obiettivi e l’impatto sulla salute dei diplomatici.

Il cosiddetto “Segnale di Mosca” è stato uno degli episodi più controversi dello scontro tra le agenzie di intelligence degli USA e dell’Unione Sovietica.

Si sono esaminate teorie così folli come quella secondo cui i sovietici avevano sviluppato una tecnica di controllo mentale e cercavano di modificare il comportamento dei diplomatici ma, dal 1970, la CIA ha sviluppato una teoria molto meno complottista ed accettata ad oggi: le microonde si utilizzavano per spegnere ed accendere attrezzature di ascolto.

Sebbene siano stati condotti centinaia di studi medici, non ci sono prove conclusive che quei segnali abbiano danneggiato la salute dei diplomatici USA.

Senza giustificazione

Nonostante manchino prove o una ipotesi che spieghi i presunti incidenti, gli USA li utilizzano come scuse per danneggiare i rapporti tra i due paesi e retrocedere nei progressi compiuti dopo gli annunci del 17 dicembre 2014.

L’ambasciata USA a L’Avana mantiene paralizzati i servizi consolari per i cubani, danneggiando i legami tra decine di migliaia di famiglie di entrambi i lati dello stretto della Florida.

Allo stesso tempo, rimane in vigore un’allerta viaggio raccomandando agli statunitensi di esercitare precauzioni extra nei loro viaggi a Cuba, ciò che scoraggia i potenziali viaggiatori, che devono anche affrontare le restrizioni in vigore per far turismo nella Maggiore delle Antille .

Le autorità cubane denunciano la manipolazione politica di questo tema e le scuse per giustificare una politica di aggressione che è impopolare all’interno degli stessi USA.

“Il Dipartimento di Stato non può occultare la manipolazione politica dei disturbi denunciati dai suoi funzionari”, ha segnalato lo scorso giugno il Direttore Generale per gli USA del Ministero degli Esteri cubano, Carlos Fernández de Cossío. “Presunta preoccupazione per la salute e sicurezza dei suoi diplomatici è usata con opportunismo politico”, ha aggiunto nel suo account su Twitter.


A Washington se le agotan las ideas: La teoría de los ataques con microondas en Cuba es burda propaganda

Por: Sergio Alejandro Gómez

En agosto del 2017 se hablaba de “ataques acústicos”, para principios de ese mismo año apareció la hipótesis de un virus y a comienzos del 2018 solo se hacía referencia a conmociones cerebrales sin efectos físicos. Ahora es el turno de las ondas de microondas.

Cuando parecía que Washington había agotado su arsenal de justificaciones sobre los supuestos incidentes de salud presentados por su personal diplomático en La Habana, el New York Times salió el sábado 1 de septiembre con una nueva hipótesis, tan insólita como las anteriores.

Douglas Smith, director del Centro de Lesiones Cerebrales y Reparación de la Universidad de Pensilvania, aseguró al diario que los supuestos afectados sufrieron lesiones cerebrales y las microondas son “las principales sospechosas”.

Smith fue uno de los encargados de estudiar a una parte de los diplomáticos estadounidenses que el Departamento de Estado alega presentaron síntomas como dolor de cabeza, dificultades para dormir, pérdida de la audición e incluso daño cerebral entre finales del año 2016 y mediados del 2017.

Pero un reporte suyo sobre esos estudios escrito en febrero pasado para la Revista de la Asociación Médica Estadounidense (JAMA, por sus siglas en inglés) no hace mención alguna a las microondas, un tipo de onda muy presente en la vida moderna.

Los teléfonos móviles y lo hornos para calentar la comida se cuentan entre los múltiples equipos que utilizan las microondas.

Burda propaganda

Ya no pueden sostener que la causa es el sonido y están tratando de argumentar que se trata de microondas”, dijo a Cubadebate Mitchel Valdés-Sosa, director General del Centro de Neurociencia de Cuba y miembro del Comité de Expertos cubanos que se estableció para estudiar las alegaciones estadounidenses.

A Valdés-Sosa le resulta llamativo que esta historia llegue justo cuando crecen los cuestionamientos, en Estados Unidos y a nivel internacional, sobre el artículo de la revista JAMA que en primer lugar estableció el supuesto daño cerebral.

Incluso esta hipótesis de las microondas, de acuerdo con el científico cubano, se basa en que todos los diplomáticos están enfermos o que sufren los efectos de un agente externo único. “Eso es cuestionable”.

Valdés-Sosa sostiene que que si uno mira cuidadosamente la evidencia médica presentada hasta el momento, aunque es muy escasa, resulta claro que no existen pruebas conclusivas y la variedad de síntomas presentados puede responder a múltiples causas ajenas a Cuba, como puede ser la hipertensión o traumas anteriores.

Respecto a la posibilidad de que las microondas puedan causar el tipo de efectos que sostiene el New York Times, Valdés-Sosa tampoco se muestra convencido.

Hay una literatura muy especulativa, muy tipo expedientes X o de teorías de la conspiración, que establece que las microondas se han utilizado para hacer daño a la salud”, dijo. “Ni siquiera las agencias de los Estados Unidos lo aceptan como algo válido”.

Las dudas aumentan si se tiene en cuenta las condiciones descritas por el Departamento de Estado en que supuestamente ocurrieron los incidentes.

No es posible dirigir una fuente de energía para afectar a una persona en un cuarto cerrado y dejar a las otras intactas, en lugares donde las paredes son además muy gruesas”, señaló Valdés-Sosa.

Pensamos que es un barraje propagandístico y no hay evidencias sólidas que lo apoyen”, concluyó respecto al escrito del New York Times.

Pobre ejercicio periodístico

El conocido abogado cubano José Pertierra, que tiene su bufete en Washington DC, escribió una carta al diario neoyorquino criticando su ejercicio profesional en el artículo de las microondas.

Esto es una muestra de pobre periodismo de The New York Times”, dijo. “No hay hallazgos científicos en esta investigación. Todo es pura especulación, expresada en adverbios como tal vez o posiblemente. Nadie expone cuál es la causa de las llamadas enfermedades. Eso es lo único que sabemos con seguridad”.

Pertierra critica también que se cite a un científico de 83 años, supuestamente especializado en las microondas, pero que se le induzca a especular sobre quién podría ser el responsable.

Cada vez que un testigo hace afirmaciones sin fundamento en los tribunales, se exige a los abogados que presenten la evidencia y hagan una pregunta elemental: ¿Cómo lo sabes? Por desgracia, el NYTimes no hace esa pregunta elemental”, señaló.

La investigadora y periodista cubana, Rosa Miriam Elizalde, también se cuestionó en las redes sociales la objetividad del New York Times y su cumplimiento de las normas elementales para hacer periodismo.

El New York Times está a las puertas de otro desastre periodístico como cuando dijo que en Irak había armas de destrucción masiva”, señaló Elizalde en referencia a uno de los escándalos más grandes de la historia reciente del diario.

Tras la invasión injustificada de esa nación de Oriente Medio, que dejó más de un millón de víctimas civiles hasta el momento, se demostró que el New York Times utilizó información proporcionada por la Casa Blanca sin contrastar con la opinión expertos independientes ni evaluar la situación en el terreno.

Entre los vacíos más notorios del artículo del New York Times resalta la omisión de que el FBI viajó a La Habana en al menos cuatro ocasiones para medir el espacio radioeléctrico y conducir otras investigaciones en el terreno y descartó que se hayan utilizado ondas sonoras para atacar a los diplomáticos.

¿Cómo sería posible que los expertos estadounidenses pasaran por alto medir también las microondas?, es otra de las preguntas que el diario falla en hacerse.

Guiño a la Guerra Fría

La hipótesis de las microondas hace un guiño directo a la época de la Guerra Fría.

Los norteamericanos comenzaron a captar señales de microondas en los pisos superiores de su Embajada en Moscú a mediados de la década de 1950 e iniciaron investigaciones para determinar sus posibles objetivos e impacto en la salud de los diplomáticos.

La llamada “Señal de Moscú” fue uno de los episodios más controvertidos del enfrentamiento entre los organismos de inteligencia de Estados Unidos y la Unión Soviética.

Se barajaron teorías tan descabelladas como que los soviéticos habían desarrollado una técnica de dominio mental e intentaban modificar la conducta de los diplomáticos, pero para la década de 1970 la CIA elaboró una teoría mucho menos conspiranóica y aceptada hasta hoy: las microondas se utilizaban para apagar y encender equipos de escucha.

Si bien se llevaron a cabo cientos de estudios médicos, no existen evidencias concluyentes de que aquellas señales hayan dañado la salud de los diplomáticos estadounidenses.

Sin justificación

A pesar de carecer de evidencias o una hipótesis que explique los supuestos incidentes, Estados Unidos los utiliza como como excusas para afectar las relaciones entre los dos países y retrotraer los avances logrados a partir de los anuncios del 17 de diciembre del 2014.

La Embajada estadounidense en La Habana mantiene paralizados los servicios consulares para los cubanos, afectando los vínculos entre decenas de miles de familias a uno y otro lado del Estrecho de la Florida.

Al mismo tiempo, se mantiene en vigor una alerta de viaje que recomienda a los estadounidenses ejerce precauciones extras en sus viajes a Cuba, lo que desmotiva a los posibles viajeros, que deben enfrentar también las restricciones vigentes para hacer turismo en la Mayor de las Antillas.

Las autoridades cubanas denuncian la manipulación política de este tema y las excusas para justificar una política de agresión que es impopular dentro de los propios Estados Unidos.

El Departamento de Estado no puede ocultar la manipulación política de dolencias reportadas por sus funcionarios”, señaló en junio pasado el director General de Estados Unidos de la cancillería cubana, Carlos Fernández de Cossío. “Supuesta preocupación por salud y seguridad de sus diplomáticos se usa con oportunismo político”, añadió en su cuenta en la red social Twitter.

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