Si scrive “ingerenza umanitaria”, si legge “regime change“

Coriolanis http://selvasorg.blogspot.com

Il Venezuela, di colpo sarebbe diventato il piú pericoloso fattore destabilizzante per tutto il Sudamerica. Il Fatto Quotidiano (giornale quotidiano italiano), in modo reiterativo, si azzarda a scrivere che si trattarebbe di una situazione molto grave, quasi “un nuovo Mediterraneo”.

Per ribadire queste castronerie, hanno almeno visto la cartina geografica del Sudamerica? L’Italia ha di fronte il continente africano, abitato da 1 miliardo 200milioni di persone. Il Sudamerica -ohibó- sarebbe”destabilizzato” da una nazione con appena 30 milioni di abitanti! Tra l’altro, esiste un Paese che conta 206 milioni di abitanti su un territorio che -da solo- é la metá della geografia sudamericana. Si chiama Brasile, e c’é una selva Amazzonica e una cordigliera delle Ande che non facilitano le comunicazioni. Manca una Pantelleria, non c’é nemmeno una isola di Malta, suvvia.

Lo sforzo di produrre all’ingrosso fake news, veline a peso, veritá “sorosiane” standardizzate, risponde all’urgenza di sfornare “narrativa” ad usum ingerenza umanitaria, quasi alla velocitá della luce. Vabbé, sappiamo che il fenomeno pilotato delle migrazione sono una redditizia arma altamente implosiva. Sta dando buoni risultati per squinternare l’Europa meridionale. Ma cercare di ribaltare la frittata, usarla come un jolly contro uno Stato che -sin da prima di Cristoforo Colombo- si fondamenta sull’assimilazione storica delle migrazioni, é prova di greve ignoranza.

In terra venezuelana, che é terra caraibica e andina, praticamente in ogni famiglia o nella cerchia delle amicizie, é molto comune la presenza di qualcuno che ha un cognome di origine straniera, con nonni, genitori o zii, provenienti dai quattro punti cardinali. Attualmente, la nuova migrazione é quella proveniente dai Paesi andini. Qui vivono 5,6 milioni di colombiani (compresi quelli di seconda generazione) sfollati a causa della guerra civile, narcomafie e violenza delle polizie padronali. Vi sono 400’000 ecuadoriani e mezzo milione di peruviani, migranti prettamente economici.

Godono di tutti i diritti civili e sociali, possono votare, tranne per eleggere il presidente della repubblica, hanno la doppia nazionalitá. Mantengono i legami con i Paesi di origine dove -soprattutto nei periodi di difficoltá economiche- ritornano provvisoriamente per disimpegnarsi nei lavori “stagionali”. Tra questi, i video nati come funghi (made in ONG), hanno pescato a piene mani immagini e suoni per costruire “l’effetto esodo”. Le ondate umane, “diaspore” e le altre cibarie mediatiche, idonee a preparare le condizioni per colpi bassi o “false flag”. In sintesi: quell’ingerenza umanitaria che é diventata il salvacondotto globalista per scalare fino all’uso di mezzi militari.

Per gli oltre 6 milioni di stranieri che hanno edificato una nuova vita, il governo del Venezuela non ha mai fatto richiesta -né ha mai ricevuto- nessun tipo di fondi o aiuti internazionali. Per i 486’000  venezuelani (ACNUR, 2018) che si trovano provvisoriamente oltrefrontiera, la Colombia ha richiesto e ricevuto 6 milioni di dollari dagli Stati Uniti. La signora Mogherini fará pervenire altrettanto a nome della UE e -ahimé- senza evitare di bacchettare Caracas e dare lezioni in tema migratorio (sic). Pro memoria: 250 000 giovani italiani emigrano annulmente in cerca di impiego all’estero.

Dopo due anni di blocco commerciale e finanziario decretato dagli Stati Uniti fiancheggiato da Bruxelles, é svanito il sogno di far implodere o disgregare una societá ad elevata coesione sociale. Tant’é vero che un mese fa passarono al terrorismo con un drone imbottito di esplosivo diretto contro il “dittatore”. Sono riusciti, purtroppo, a generare un accentuato decadimento delle condizioni di vita della popolazione. E, per la prima volta, una modesta emigrazione che qui é una insolita novitá.

Possono emigrare il 20% dei messicani e centroamericani verso gli Stati Uniti: si fa un bel Muro e ciao. Tutti i peruviani, ecuadoriani e -soprattutto- colombiani si trasferiscono nella terra di Bolivar? Nessun problema, é OK. Peró se dei venezuelani vanno in questi stessi Paesi é immediatamente “crisi umanitaria” fulminante! Peggio: diventa un pericolo di “destabilizazione di un continente”! Un nuovo Mediterraneo, ammonisce il FakeQuotidiano.

Questa é la logica “occidentale”: prima ti affamo, poi ti mando aiuti tramite i mei soldati di fiducia. Morale della favola: Washington sgomita per una bella guerra contro il Venezuela, ma i soldati devono mandarli i regimi neoliberisti sudamericani. Loro fanno regia, sceneggiatura e produzione, la Colombia fornisce tagliagole per le scene piú western.

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