Riassunto dell’Informe ONU di Alfred de Zayas

Esperto indipendente dell’ONU sul Venezuela

 http://misionverdad.com

Questo lunedì, il ministro degli Esteri del Venezuela, Jorge Arreaza, ha presentato alcune conclusioni dell’informe di Alfred-Maurice de Zayas, esperto indipendente delle Nazioni Unite (ONU) per la promozione di un ordine internazionale democratico ed equo, nel quadro della 39 sessione del Consiglio per i Diritti Umani a Ginevra, Svizzera.

Misiòn Verdad ha potuto accedere al rapporto di Alfred de Zayas, nominato esperto indipendente dal Consiglio dei Diritti Umani dal 1 maggio 2012 al 30 aprile 2018. Secondo la risoluzione 18/6 che stabilisce la sua carica, la “promozione di un ordine internazionale democratico ed equo richiede, tra altre cose, la realizzazione del diritto di tutti i popoli alla libera determinazione, il diritto allo sviluppo e il diritto alla pace con elezioni periodiche e genuine che siano alla base dell’autorità governativa”.

Il ministro degli Esteri venezuelano ha riassunto le conclusioni più importanti di questo rapporto, sostenendo che contro il Venezuela esiste una strumentalizzazione dei diritti umani per promuovere un intervento militare ed una gestione manipolata della situazione economica attuale, presentata come una “crisi umanitaria” per aumentare le pressioni sulla Repubblica Bolivariana.

Sul rapporto in concreto, Arreaza ha affermato che “l’esperto indipendente Zayas ha avuto libero accesso, libera circolazione, si è incontrato con la società civile, con autorità di Governo, con fattori dell’opposizione, con vittime di violenza, con i detenuti e i loro parenti”.

Ha aggiunto, durante la sua presentazione a Ginevra, che “Zayas riconosce la manipolazione artificiale del prezzo internazionale del petrolio, l’alterazione del rischio paese, l’attacco alla moneta venezuelana, il contrabbando di estrazione, sommate alle misure coercitive unilaterali di USA e UE”. Ciò a proposito di come le sanzioni hanno colpito i diritti fondamentali della popolazione venezuelana.

Da questa prospettiva, de Zayas ha elaborato il suo informe sul Venezuela, dopo aver visitato il paese e verificato l’effetto delle sanzioni, nonché l’inesistenza di una vera crisi umanitaria. Ecco alcuni estratti del lavoro di questo noto giurista che ha ricoperto vari incarichi all’ONU.

Contesto di una visita ad un paese sotto assedio

 

Alfred de Zayas ha evidenziato che la sua permanenza in Venezuela è stata accompagnata da un’atmosfera di intimidazione orientata a forzarlo a ubicarsi in “un modello predeterminato”. In questo contesto, “ho ricevuto lettere da alcune ONG che mi hanno chiesto di non continuare (il mio lavoro) per non essere il relatore ‘pertinente’ e quasi dettando cosa dovevo includere nel rapporto”.

Per questo, inoltre, ho ricevuto attacchi dalle reti sociali, che gli sembrava un “incitamento all’odio” da parte di critici che non sembrano non prendere in considerazione l’idea che “un esperto indipendente ha un pensiero autonomo basato su prove”. Ciò lo ha portato a pensare che per questi critici i diritti umani sono “armi di demonizzazione non solo contro governi ma anche esperti”.

Definizione che parla di un aperto clima di ostilità aperto contro la presenza di Zayas nel paese da parte di un ampio spettro di attori politici ed istituzionali.

In tale contesto, l’esperto indipendente ONU ha incontrato autorità ufficiali, esperti e dirigenti dell’opposizione, che ha consultato sull’impatto delle misure adottate da diversi Stati con “l’obiettivo di colpire direttamente ed indirettamente il funzionamento dell’economia venezuelana”.

Durante la sua visita, inoltre, ha potuto constatare, attraverso la Banca Centrale del Venezuela (BCV), e citando i lavori di Pascualina Curcio, il “pernicioso tipo di cambio pubblicato su un sito web (Dolar Today), che non si basa su transazioni reali ed evidenti di acquisto e vendita. Il che ha avuto un impatto negativo sull’economia”.

Allo stesso modo, la BCV lo ha informato su come i “qualificatori di rischio, principalmente Standard & Poors, Moody e Fitch, hanno permanentemente emesso una qualificazione negativa sulla capacità della Repubblica di effettuare i pagamenti esterni, che hanno sostanzialmente chiuso le sue possibilità di accesso al mercato finanziario”.

De Zayas, inoltre, ha potuto conoscere di prima mano, attraverso le autorità ufficiali, i fenomeni di accaparramento di medicinali e alimenti, come “il ruolo dei gruppi criminali internazionali nel furto di risorse pubbliche, alimenti e medicine che raggiungono persino paesi vicini” .

Questo lo ha inquadrato dentro “una guerra economica che non è lontana dalle guerre non convenzionali contro Cuba, Cile (di Salvador Allende) e Nicaragua”.

Sanzioni economiche e crimini di lesa l’umanità

 

Nel suo rapporto, a parte, l’esperto indipendente ha osservato che le sanzioni economiche contro il Venezuela, ordinate dagli USA, Canada ed Unione Europea, “contravviene lo spirito e la lettera della Carta delle Nazioni Unite”, perché “colpiscono le popolazioni innocenti”.

A questo proposito, ha elencato le varie condanne degli organi ONU contro misure coercitive, come quelle applicate nei confronti della Repubblica Bolivariana, tra le quali ha evidenziato la rinuncia dei due Vice Segretari generali ONU, durante la decade ’90, per protestare contro le sanzioni contro l’Iraq che hanno causato la morte di 1 milione di persone, ciò che hanno qualificato come una “forma di genocidio”.

Secondo Zayas, nel caso venezuelano gli “effetti delle sanzioni di Obama e Trump, come le misure unilaterali da parte del Canada ed Unione Europea, hanno aggravato, direttamente ed indirettamente, la scarsezza di farmaci, come insulina ed i antiretrovirali, che ha causato ritardi nella loro distribuzione e causato aggravanti in numerosi casi di morte”.

Uno dei casi che ha posto come esempio è stato il rifiuto della Colombia di consegnare farmaci antimalarici per combattere un focolaio della malattia nel novembre 2017. Questo, secondo lui, rende la Colombia e la comunità internazionale, che non ha condannato questo fatto, “implica la sua corresponsabilità per l’aggravamento della crisi “in Venezuela.

Secondo il rapporto, tali tipi di conseguenze possono essere considerati come “crimini contro l’umanità” in virtù dell’articolo 7 dello Statuto di Roma, che stabilisce: “Un attacco ad una popolazione civile deve essere inteso come una linea di condotta che implichi la commissione di molteplici atti menzionati contro una popolazione civile, in conformità con la politica di uno Stato o di un’organizzazione per commettere quell’attacco”.

A questo proposito, ha segnalato che ha potuto constatare, attraverso la BCV, come le sanzioni “oltre ad ostruire l’accesso al finanziamento esterno ed ai pagamenti internazionali hanno colpito il normale funzionamento dell’apparato produttivo nazionale, creando una riduzione dell’offerta di beni e servizi locali”. Prova di ciò è che la BCV può utilizzare 14 dei suoi conti corresponsabili all’estero, ciò che ha creato “ostacoli per i pagamenti del settore pubblico per importare medicine e alimenti”.

Secondo l’esperto indipendente ONU “le sanzioni ed i blocchi economici dell’attualità si comparano con gli assedi medievali delle città con l’intento di costringerle alla resa. Tuttavia, nel XXI secolo, hanno intenzione di piegare non solo città bensì paesi sovrani”. La differenza è che ora, nel XXI secolo, sono “accompagnati dalla manipolazione dell’opinione pubblica attraverso notizie false, relazioni pubbliche aggressive ed una psedo-retorica dei diritti umani per dare l’impressione che i fini dei diritti umani giustifichino i mezzi criminali”.

Crisi umanitaria e mediazione internazionale

 

Il rapporto Alfred de Zayas ha sottolineato che in Venezuela “c’è una crisi economica che non può essere confrontato con la crisi umanitaria in Yemen, Libia, Siria, Iraq, Haiti, Mali, Repubblica Centrafricana, Sudan, Somalia o Myanmar”, secondo dati che ha potuto raccogliere la Commissione Economica per l’America Latina ed i Caraibi (CEPAL) e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura.

Secondo Zayas, questa affermazione si sostiene, inoltre, poiché nelle relazioni della FAO, del dicembre 2017 e 2018, “Il Venezuela non compare dentro i 37 (paesi) in crisi alimentari del mondo considerati dall’organismo”. In questo contesto, per lui esiste una “campagna mediatica che pretende forzare la percezione che, nel paese, esiste una crisi umanitaria”, che può essere usata, indebitamente, come pretesto per un intervento militare.

Su questo punto, l’esperto indipendente ha indicato che “alcuni ritengono che determinati paesi non vogliano vedere una soluzione pacifica al conflitto venezuelano e preferiscano prolungare la sofferenza della popolazione di quel paese con l’aspettativa che la situazione raggiunga la soglia di una crisi umanitaria e provochi un intervento militare per imporre un cambio di regime”.

Questa affermazione di Zayas parte dal fallimento del tavolo di dialogo nazionale della Repubblica Dominicana, diretto dall’ex presidente spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero. Secondo i rapporti citati dall’esperto, l’Accordo di Coesistenza Pacifica è stato firmato dal Governo, ma una chiamata dalla Colombia ha fatto pressione sui dirigenti dell’opposizione affinché non firmassero dopo due anni di negoziati”.

A questo proposito, l’esperto indipendente ha raccomandato che il paese sia un destinatario di solidarietà internazionale per far fronte alle sanzioni, oltre che l’Assemblea generale ONU analizzi se le sanzioni contro il Venezuela non equivalgono a crimini contro l’umanità quando “un gran numero di persone muoiono a causa della scarsità di alimenti e medicine”.

Mentre nelle sue riflessioni ha sottolineato che al “fine di screditare determinati governi, si massimizzano i loro errori nel campo dei diritti umani per rendere più accettabile il loro rovesciamento violento, poiché i diritti umani si stanno convertendo in armi contro i rivali di coloro che li strumentalizzano, nonostante costituiscano l’eredità di ogni essere umano e giammai dovrebbero essere usati come armi di demonizzazione”.

In un chiaro riferimento all’uso che si fa dei diritti umani contro il Venezuela, mentre interessatamente si ignorano gli effetti delle sanzioni e le aggressioni contro la popolazione civile che vive nel paese.

In particolare sul Consiglio dei Diritti Umani ONU ed il suo futuro a medio termine, gli USA hanno deciso di ritirarsi, nel giugno scorso, auto escludendosi da questa istanza, dalle risoluzioni che lì sono emesse e danneggiando la sua credibilità verso il Venezuela dal punto di vista dei diritti umani.

In questo senso, l’Informe di Zayas acquisisce maggiore importanza all’interno del sistema internazionale, in cui gli USA cercano di muovere i propri pezzi per legittimare un’azione di forza contro il paese.


Exclusiva: resumen del Informe de Alfred de Zayas, experto independiente de la ONU sobre Venezuela

Este lunes, el canciller de Venezuela, Jorge Arreaza, presentó algunas de conclusiones del informe de Alfred-Maurice de Zayas, experto independiente de las Naciones Unidas (ONU) para la promoción de un orden internacional democrático y equitativo, en el marco de la 39 sesión del Consejo de Derechos Humanos en Ginebra, Suiza.

Misión Verdad pudo acceder al informe de Alfred de Zayas, nombrado experto independiente por el Consejo de Derechos Humanos desde el 1° de mayo de 2012 hasta el 30 de abril de 2018. Según la resolución 18/6 que establece su cargo, la “promoción de un orden internacional democrático y equitativo exige, entre otras cosas, la realización del derecho de todos los pueblos a la libre determinación, el derecho al desarrollo y el derecho a la paz con elecciones periódicas y genuinas que sean la base de la autoridad del gobierno”.

El canciller venezolano resumió las conclusiones más importantes de este informe, argumentando que contra Venezuela existe una instrumentalización de los derechos humanos para promover una intervención militar y un manejo manipulado de la situación económica actual, presentada como una “crisis humanitaria” para elevar las presiones sobre la República Bolivariana.

Sobre el informe en concreto, Arreaza afirmó que “el experto independiente de Zayas tuvo libre acceso, libre movilidad, se reunió con la sociedad civil, con autoridades del Gobierno, con factores de la oposición, con las víctimas de la violencia, con los detenidos y sus familiares”.

Agregó, durante su presentación en Ginebra, que “de Zayas reconoce la manipulación artificial del precio internacional del petróleo, la alteración del riesgo país, el ataque a la moneda venezolana, el contrabando de extracción, sumado a las medidas coercitivas unilaterales de EEUU y la UE”. Esto a propósito de cómo las sanciones han afectado los derechos fundamentales de la población venezolana.

Desde esta perspectiva es que de Zayas elaboró su informe sobre Venezuela ,después de visitar el país y constatar el efecto de las sanciones, así como la inexistencia de una verdadera crisis humanitaria. Aquí van algunos extractos del trabajo de este reconocido jurista que pasó por diversos cargos en la ONU.

Contexto de una visita a un país bajo asedio

Alfred de Zayas resaltó que su paso por Venezuela vino acompañado de una atmósfera de intimidación orientada a forzarlo a ubicarse en “un molde predeterminado”. En este contexto, “recibí cartas de algunas ONGs que me pedían no continuar (con mi trabajo) por no ser el relator ‘pertinente’ y casi dictando lo que debía incluir en el informe”.

Por esto, además, recibió ataques desde las redes sociales, lo que le pareció una “incitación al odio” por parte de críticos que pareciera que no toman en cuenta la idea de que “un experto independiente tenga un pensamiento autónomo sopesado en pruebas”. Eso lo llevó a pensar que para estos críticos los derechos humanos son “armas de demonización no solo contra gobiernos sino también expertos”.

Definición que habla de un abierto clima de hostilidad contra la presencia de Zayas en el país por parte de un amplio espectro de actores políticos e institucionales.

En este marco, el experto independiente de la ONU se entrevistó con autoridades oficiales, expertos y dirigentes de oposición, a los que consultó sobre los impactos de las medidas adoptadas por varios Estados con el “objetivo de afectar directamente e indirectamente el funcionamiento de la economía venezolana”.

En su visita, además, pudo constatar, a través del Banco Central de Venezuela (BCV), y citando los trabajos de Pascualina Curcio, el “pernicioso tipo de cambio publicado en un sitio web (Dólar Today) que no se basa en transacciones reales y evidentes de compraventa. El cual ha tenido un impacto negativo en la economía”.

De la misma forma, el BCV le informó sobre cómo “calificadoras de riesgo, principalmente Standard & Poor’s, Moody’s y Fitch, han emitido permanentemente una calificación negativa sobre la capacidad de la República para realizar pagos externos, lo cual esencialmente ha cerrado sus posibilidades de acceso al mercado financiero”.

De Zayas, además, pudo conocer de primera mano, a través de autoridades oficiales, los fenómenos de acaparamiento de medicinas y alimentos, como “el papel de grupos delictivos internaciones en el robo de recursos públicos, alimentos y medicinas que llegan hasta países vecinos”.

Esto lo enmarcó dentro “de una guerra econbmica que no dista mucho de las guerras no convencionales contra Cuba, Chile (de Salvador Allende) y Nicaragua”.

Sanciones económicas y crímenes de lesa humanidad

En su informe, aparte, el experto independiente resaltó que las sanciones económicas contra Venezuela, ordenadas por Estados Unidos, Canadá y la Unión Europea, “contraviene el espíritu y la letra de la Carta de las Naciones Unidas” porque “afectan a poblaciones inocentes”.

En este sentido, enumeró las diversas condenas de los órganos de las Naciones Unidas contra medidas coercitivas como las aplicadas contra la República Bolivariana, entre las que destacó la renuncia de dos subsecretarios generales de la ONU durante la década del 90 en protesta por las sanciones contra Irak que causaron la muerte de 1 millón de personas, lo que calificaron como una “forma de genocidio”.

Según de Zayas, en el caso venezolano los “efectos de las sanciones de Obama y Trump, como las medidas unilaterales por parte de Canadá y la Unión Europea, han agravado directa e indirectamente la escasez de medicamentos como la insulina y los antirretrovirales, lo que ha ocasionado demoras en su distribución y ocasionado agravantes en numerosos casos de muerte”.

Uno de los casos que puso como ejemplo fue la negativa de Colombia de entregar medicamentos contra la malaria para combatir un brote de la enfermedad en noviembre de 2017. Esto en su opinión hace a Colombia y a la comunidad internacional que no condenó este hecho “implica su corresponsabilidad por el agravamiento de la crisis” en Venezuela.

De acuerdo al informe, este tipo de consecuencias pueden ser consideradas como “crímenes de lesa humanidad” en virtud del artículo 7 del Estatuto de Roma, que establece: “Un ataque a una población civil se entenderá como una línea de conducta que implique la comisión múltiple de actos mencionados contra una población civil, de conformidad con la política de un Estado o de una organización de cometer ese ataque”.

En esta línea, señaló que pudo constatar, a través del BCV, cómo las sanciones “además de obstruir el acceso al financiamiento externo y los pagos internacionales, han afectado el funcionamiento normal del aparato productivo nacional, creando una reducción de la oferta de bienes y servicios locales”. Muestra de esto es que el BCV puede utilizar 14 de sus cuentas corresponsables en el exterior, lo que ha generado “obstáculos para los pagos del sector público para importar medicinas y alimentos”.

De acuerdo al experto independiente de la ONU, “las sanciones y los bloqueos económicos de la actualidad se comparan con los asedios medievales de las ciudades con intención de obligarlas a rendirse. Sin embargo, en el siglo XXI tienen como intención doblegar no solo a ciudades, sino a países soberanos”. La diferencia es que ahora en el siglo XXI van “acompañadas de la manipulación de la opinión pública a través de noticias falsas, relaciones públicas agresivas y una pseudo-retórica de derechos humanos para dar la impresión de que los fines de derechos humanos justifican los medios criminales”.

Crisis humanitaria y mediación internacional

El informe de Alfred de Zayas remarcó que en Venezuela “hay una crisis económica que no se puede comparar con la crisis humanitaria en Yemen, Libia, Siria, Irak, Haití, Malí, la República Centroafricana, Sudán, Somalia o Myanmar”, según los datos que pudo recabar la Comisión Económica para América Latina y el Caribe (CEPAL) y la Organización de las Naciones Unidas para la Alimentación y la Agricultura”.

Según Zayas, esta afirmación se sostiene, además, en que en los informes de la FAO de diciembre de 2017 y 2018, “Venezuela no aparece dentro de las 37 crisis alimentarias del mundo consideradas por el organismo”. En este contexto, para él existe una “campaña mediática que pretende forzar la percepción de que en el país existe una crisis humanitaria”, que puede emplearse indebidamente como pretexto para una intervención militar.

Sobre este punto, el experto independiente indicó que “algunos consideran que determinados países no quieren ver una solución pacífica al conflicto venezolano y prefieren prolongar el sufrimiento del pueblo de ese país con la expectativa de que la situación alcance el umbral de una crisis humanitaria y provoque una intervención militar para imponer un cambio de régimen”.

Esta afirmación de Zayas parte del fracaso de la mesa de diálogo nacional de República Dominicana, dirigida por el ex presidente español José Luis Rodríguez Zapatero. Según informes citados por el experto, “el Acuerdo de Coexistencia Pacífica fue firmado por el gobierno, pero un llamado desde Colombia presionó a los dirigentes de oposición para que no firmaran después de dos años de negociaciones”.

En esta tónica, el experto independiente recomendó que el país sea receptor de la solidaridad internacional para afrontar las sanciones, además de que la Asamblea General de la ONU analice si las sanciones contra Venezuela no equivalen a crímenes de lesa humanidad cuando “un gran número de personas mueren debido a la escasez de alimentos y medicinas”.

Mientras que en sus reflexiones destacó que con “el fin de desacreditar a determinados gobiernos, se maximizan sus falencias en el campo de los derechos humanos para hacer más aceptable su derrocamiento violento, ya que los derechos humanos se están convirtiendo en armas contra los rivales de quienes lo instrumentalizan, pese a que constituyen el legado de cada ser humano y jamás deberían ser utilizados como armas de satanización”.

En una clara referencia a la utilización que se hace de los derechos humanos contra Venezuela, mientras que interesadamente se obvian los efectos de las sanciones y las agresiones contra la población civil que habita en el país.

Específicamente sobre el Consejo de Derechos Humanos de la ONU y su porvenir en el mediano plazo, Estados Unidos decidió retirarse el pasado mes de junio, autoexcluyéndose de esta instancia, de las resoluciones que allí se emiten y perjudicando su credibilidad hacia Venezuela desde los derechos humanos.

En ese sentido, el Informe de Zayas adquiere una mayor importancia a lo interno del sistema internacional, donde Estados Unidos busca mover sus piezas para legitimar una acción de fuerza contra el país.

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