Le sanzioni economiche uccidono

Un documento dell’Onu rende giustizia al Venezuela, dove “non c’è crisi umanitaria o crisi alimentare”

 

L’ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, da qualche giorno affidato all’ex presidente socialista del Cile Michelle Bachelet, ha pubblicato un ampio rapporto sulla situazione in Venezuela, denunciando che i suoi problemi dipendono, in larga misura, dalla guerra economica e dal blocco finanziario contro il governo di Nicolás Maduro imposti dagli Stati Uniti, dal Canada e dall’Unione Europea, una politica lesiva del diritto internazionale. Le moderne sanzioni e i blocchi economici contro la nazione sono paragonati nel documento “agli assedi medievali delle città, effettuati con l’intenzione di costringerle ad arrendersi”. Il testo, inoltre, è categorico nel sottolineare che “in Venezuela non c’è crisi umanitaria o crisi alimentare”.

Il documento, pubblicato il 30 agosto, è stato preparato dall’esperto indipendente inviato dall’ONU, Alfred-Maurice de Zayas, nell’ambito della “promozione di un ordine internazionale democratico ed equo”, dopo una visita nel paese Sudamericano tra il 26 novembre e il 9 dicembre 2017. L’obiettivo della missione era quello di esaminare il modello sociale ed economico del Venezuela e formulare proposte per contribuire alla tutela dei diritti umani, messi a rischio dalle tensioni economiche e politiche, generate da iperinflazione, carenza di cibo e medicina, e l’emigrazione di massa, come denuncia il rapporto.

Zayas, afferma nel testo che il suo compito era valutare obiettivamente la situazione, al fine di aiutare tutti i popoli interessati, limitandosi al suo ruolo di ascolto e incontro con tutte le parti, citando – tra gli altri – politici dell’opposizione e Governo, rappresentanti della Camera di commercio, Fedecameras; organizzazioni governative e di opposizione, ONG, rappresentanti ecclesiastici, studenti, accademici, insegnanti, diplomatici. Inoltre l’inviato dell’Onu ha avuto colloqui con i parenti dei detenuti politici e con i familiari delle vittime delle manifestazioni di protesta dell’opposizione sfociate in atti di violenza

L’esperto osserva nel suo rapporto che “negli ultimi sessanta anni è stata intrapresa una non convenzionale guerra economica contro Cuba, Cile, Nicaragua, Repubblica araba siriana e contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela per rendere le loro economie più deboli”, il che, nelle intenzioni di chi ha imposto le sanzioni “doveva facilitare il cambiamento di regime e imporre un approccio socio-economico neoliberale per screditare i governi selezionati”.

In Venezuela, scrive Zayas, “gli effetti delle sanzioni imposte dai presidenti Obama e Trump e delle misure unilaterali da parte del Canada e dell’Unione europea hanno causato ritardi nella distribuzione (di cibo, medicine e beni di prima necessità) e hanno contribuito a molte morti”. Tali misure sono dunque classificabili come crimini contro l’umanità. “Le sanzioni economiche uccidono”, afferma il rapporto rilevando che “le sanzioni economiche che riguardano le popolazioni innocenti contravvengono allo spirito e alla lettera della Carta delle Nazioni Unite”. Per questo nel testo è suggerita un’indagine appropriata in merito all’interferenza internazionale in Venezuela.

Zayas ricorda inoltre che nel 2017 il governo di Nicolàs Maduro ha richiesto assistenza medica dal Fondo Globale per la lotta all’AIDS, la tubercolosi e la malaria, e che tale richiesta è stata respinta con la motivazione che il Venezuela “resta un paese ad alto reddito”

L’esperto elenca infine tra i fattori che influenzano il Venezuela la dipendenza dalla vendita di petrolio e l’effetto devastante del forte calo dei prezzi del petrolio; l’effetto cumulativo di 19 anni di guerra economica condotta contro i governi socialisti di Chavez e Maduro, che ripropongono di fatto le misure adottate tra il 1970 e il 1973 contro Salvador Allende in Cile, e nel 1980 contro Daniel Ortega in Nicaragua; il blocco finanziario, paragonabile a quello che ha colpito Cuba dal 1960.

Mentre gli effetti delle sanzioni economiche imposte dal 2015 da parte degli Stati Uniti e in Europa contro il Venezuela, “hanno notevolmente aggravato la carenza di cibo e medicine, causato gravi ritardi nella distribuzione e hanno innescato il fenomeno della emigrazione”.

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