Alarcon: la liberazione dei 5 non è stato un regalo

Non c’è stata alternativa per il governo nordamericano, la liberazione dei Cinque, non è stata un regalo o una concessione, è stata una battaglia costante e vittoriosa della mano di tutto un popolo e dei familiari”, ha detto oggi Alarcón nel patio dell’Istituto di Amicizia con i Popoli (ICAP).


In occasione del 20° anniversario della detenzione dei cinque antiterroristi cubani in carceri degli Stati Uniti, mercoledì 12 settembre è stato celebrò all’ICAP un atto politico-culturale per ricordare l’inizio della Campagna Internazionale per la loro liberazione, come parte della giornata Tenemos Memoria: Solidaridad contra el bloqueo y el terrorismo (Abbiamo Memoria: Solidarietà contro il blocco ed il terrorismo).

All’incontro erano presenti Gerardo Hernández, René González, Fernando González e Ramón Labañino in rappresentanza dei Cinque. Insieme a loro c’erano anche i loro familiari e l’intellettuale cubano Ricardo Alarcón de Quesada – supporto incondizionato in questi vent’anni -; il presidente dell’Associazione Cubana delle Nazioni Unite, Fermín Quiñones; il direttore di Temi Bilaterali della Direzione Generale per gli USA del Minrex, Yuri Gala López, e altri funzionari di organizzazioni politiche e di massa, artisti e intellettuali, lavoratori dell’ICAP e vicini della comunità.

José Prieto Cintado, vicepresidente dell’ICAP, ha fatto un breve excursus sulla partecipazione dell’Istituto di Amicizia con i Popoli nella lotta per la liberazione dei cinque antiterroristi cubani, sulla Rivoluzione cubana e sul ruolo fondamentale del popolo in ogni percorso.

Inoltre, ha ringraziato per il sostegno internazionale dato a Cuba da più di duemila organizzazioni in 154 paesi, per 15 anni; e ha ricordato coloro che non ci sono più , ma che sono stati voce imprescindibile del grido di liberazione mondiale.

L’intellettuale cubano Ricardo Alarcón ha ricordato passaggi della vita di ogni eroe, ha riconosciuto la resistenza e la forza d’animo che hanno dimostrato durante tanti anni, in cui altri avevano ceduto.

Alarcón ha detto che la vittoria è stata possibile grazie alla resistenza del popolo, che non ha abbandonato la lotta nemmeno per un secondo, e per il coraggio dimostrato dai Cinque durante tutto il tempo, e ha sottolineato che la loro liberazione non si deve a un regalo.

Successivamente, l’Eroe della Repubblica di Cuba, Gerardo Hernández, ha ricordato i momenti più bui della sua ingiusta condanna, e ha confessato che la lotta del popolo e l’incoraggiamento di familiari e amici, sono stati il faro fondamentale che ha illuminato la sua forza durante più di 15 anni.

“I protagonisti di questa cerimonia siete voi, non i Cinque (…). Non c’era niente che ci desse più coraggio per resistere giorno per giorno in carcere, che sapere che eravate lì, che potevamo contare su di voi”, ha ricordato Gerardo.

A questo proposito, l’eroe cubano ha aggiunto che non avrebbe potuto parlare di libertà senza menzionare l’eterno Comandante in Capo, Fidel Castro, che per loro è stato forza e guida.

“Sicuramente questa sarà una battaglia di mesi, di anni” – Gerardo ricorda le parole di quel discorso di Fidel che poterono ascoltare dal loro confino -, “ma vi assicuro che torneranno…” e siamo tornati, ha concluso.

Il 12 settembre di 1998, Cinque cubani furono arrestati negli Stati Uniti per l’unico “crimine” di combattere il terrorismo che è stato impunemente attuato contro Cuba da quel paese per decenni.

Secondo il Governo cubano, quasi 3.500 morti e più di due mille handicappati è il saldo delle azioni organizzate, finanziate ed eseguite dal suolo nordamericano, in particolare dal Sud della Florida.

Dopo lunghi e difficili anni e di trovarsi in situazioni che hanno commosso tutto un paese e molte persone nel mondo, e dopo che Fernando González e René González avevano scontato interamente le loro condanne, il 17 dicembre 2014 sono tornati a Cuba Hernández, Labañino e Guerrero, dopo gli storici accordi raggiunti tra La Habana e Washington.

Autore: Ismael Francisco

www.cubadebate.cu

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