Risoluzione annuale sui danni sofferti per il blocco

Il 31 ottobre prossimo l’Assemblea Generale della ONU voterà nuovamente un progetto di risoluzione che reclama l’eliminazione di questa politica genocida.

Il Ministero cubano delle Relazioni Estere ha pubblicato nel mese di agosto la relazione annuale sui danni sofferti nell’Isola provocati dal blocco economico commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti da quasi sei decenni. Informe_de_cuba_sobre_el_bloqueo_2018

Il documento che copre il periodo compreso tra aprile del 2017 e marzo del 2018 denuncia che la politica ostile nordamericana, che è indurita e si continua ad applicare con tutto il rigore nel periodo analizzato, ha provocato perdite a Cuba calcolate in 4.321 milioni, 200.000 dollari.

La relazione che annota il Progetto di Risoluzione proposto da Cuba all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla necessità di porre fine al blocco, ricorda che i danni accumulati in quasi 60 anni sono di 933.678 milioni di dollari, considerando la svalutazione del dollaro di fronte all’oro nel mercato internazionale.

A prezzi correnti l’assedio ha provocato danni che si possono calcolare in più di 134.499 milioni 800.000 dollari, precisa il testo.

In accordo con le autorità cubane, il governo degli Stati Uniti ha imposto un serio passo indietro nelle relazioni con l’Isola partendo dalla firma del presidente Donald Trump, nel giugno del 2017, di un «Memorandum Presidenziale di Sicurezza Nazionale sul rafforzamento della Politica degli USA verso Cuba. Questo documento ha compreso tra i suoi obiettivi l’indurimento del blocco.

Cinque mesi dopo i dipartimenti statunitensi di Commercio, Tesoro e Stato, hanno emesso nuove regole e disposizioni per dare compimento al memorandum in questione.

Le misure applicate hanno ristretto maggiormente il diritto degli statunitensi di viaggiare a Cuba ed hanno imposto trappole addizionali alle limitate opportunità del settore imprenditoriale degli Stati Uniti nell’Isola.

Queste nuove sanzioni contro la Maggiore dellle Antille hanno provocato una sensibile diminuzione nelle visite provenienti dagli Stati Uniti ed hanno ostacolato sempre più le relazioni economiche e commerciali delle imprese cubane con potenziali soci statunitensi e di terzi paesi.

Il rapporto aggiunge che queste misure non solo danneggiano l’economia statale cubana, ma anche il settore non statale del paese e di altre nazioni, partendo dal loro carattere extra territoriale.

Il documento pubblicato include paragrafi riferiti ai danni nei settori di maggior impatto sociale, come l’alimentazione,la salute e l’educazione, il diritto allo sviluppo, i danni al commercio estero e alle finanze e l’opposizione al blocco a livello globale e nello stesso paese del nord.

Questa politica statunitense costituisce una violazione flagrante e assoluta dei diritti umani di tutto il popolo di Cuba, segnala il testo, che la definisce “un’azione di genocidio” a tenore della Convenzione per la Prevenzione e la Sanzione del delitto di Genocidio del 1948.

Inoltre la considera una violazione della Carta delle Nazioni Unite e del Diritto Internazionale e un ostacolo per la cooperazione internazionale.

Il prossimo 31 ottobre l’Assemblea Generale della ONU voterà per il 27º anno consecutivo un Progetto di Risoluzione che reclama l’eliminazione del blocco statunitense contro Cuba.

Dal 1992 l’iniziativa ha ricevuto l’appoggio della maggioranza nel principale organo deliberativo delle Nazioni Unite.

Nelle ultime tre occasioni 191 dei 193 Stati membri della ONU hanno appoggiato il progetto di risoluzione. La votazione del 2017 ha registrato l’opposizione degli Stati Uniti e d’Israele solamente.

 

 

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