Contro il blocco: la resistenza e la vittoria del popolo

Il Presidente cubano, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, dal suo account nella rete sociale Twitter, ha reclamato ieri, martedì 23, la fine del blocco economico commerciale e finanziario che il governo degli Stati Uniti mantiene contro Cuba da quasi 60 anni.


«Continueremo a reclamare senza stancarci la fine di questo crudele blocco  economico, commerciale e finanziario contro Cuba e il giusto compenso al nostro popolo per il danno economico e materiale privocato in tanti anni di aggressione.

#NoMásBloqueo #UnblockCuba #SomosCuba»,  ha scritto nel suo account di  Twitter @DiazCanelB.

«Il popolo cubano, ha constato Díaz-Canel, il nostro presidente, si sente vicino, raggiungibile, è precisamente popolo. Da vari giorni lo seguiamo anche attraverso questa rete sociale».
«Il blocco è il principale ostacolo allo sviluppo de nostro paese», aveva aggiunto alcuni giorni fa il  mandatario, che ha aperto il suo account il 10 ottobre scorso, un giorno speciale per la patria.

Ma il Presidente non ha usato solo le reti sociali per reclamare l’eliminazione di questa politica unilaterale e ingiusta. Lo ha fatto anche da ogni tribuna, dalle strade, assieme alla gente, nelle Nazioni Unite,  di fronte al mondo e lo ha fatto per l’opinione pubblica mondiale, quando è stato intervistato da Telesur alcune settimane fa.

«I nostri figli, in nostri nipoti, sono generazioni nate in condizioni di blocco, che implicano condizioni di resistenza  (…) Io credo che ci sia anche un riconoscimento all’eroicità di come un piccolo popolo bloccato non da qualsiasi, bloccato dalla nazione più poderosa del pianeta, è stato capace di costruire la sua piattaforma emancipatrice che è motivo d’orgoglio, e credo che in questo ci sia un’espressione non solo di resistenza,  ma anche di vittoria », ha detto  Díaz-Canel.

Cuba possiede una straordinaria tradizione di comunicazione politica che trascende l’uso tradizionale dei quotidiani, la radio, la televisione.

Ora da questa rete sociale la massima figura del governo dell’Isola porta la  denuncia del suo popolo contro questa politica ostile.

La presenza del Presidente cubano in internet servirà anche a stringere i vincoli con le comunità all’estero e gli amici della solidarietà che potranno conoscere di prima mano le nostre lotte.

La voce o in questo caso, i tweet del Presidente cubano, rappresentano milioni di cubani, – questi quasi sei milioni che stanno nella rete delle reti e anche coloro che non hanno ancora accesso e che sono senza dubbio i più danneggiati dal blocco.

Il progetto di  risoluzione elaborato annualmente da Cuba sui danni provocati da questa politica nordamericana,  informa che le perdite in 60 anni sono state di  933 678 milioni di dollari.  A prezzi correnti, il blocco ha provocato a Cuba danni calcolabili che superano i  134 499 milioni di dollari.

Il prossimo  31 ottobre l’Assemblea Generale della ONU voterà per la 27ª volta consecutiva un progetto di risoluzione che reclama la fine dell’assedio statunitense contro Cuba.


Cuba presenterà denuncia contro il Blocco all’Assemblea delle Nazioni Unite

 

La denuncia di Cuba per la violazione dei diritti della Carta delle Nazioni Unite con quasi 60 anni di blocco commerciale, economico e finanziario imposto dagli Stati Uniti, i cui danni influenzano direttamente il suo popolo, sarà presentata ufficialmente nell’ Assemblea delle Nazioni Unite il 31 ottobre prossimo.

Secondo la svalutazione del dollaro rispetto al valore dell’oro sul mercato internazionale, ammonta a $ 933,678 milioni l’importo totale in tutti questi anni per il divieto di transazioni commerciali e bancarie, trattenute di pagamenti per le esportazioni nazionali, tra altre misure genocide contro la popolazione cubana.

Nel corso di un incontro nella sede dell’Ambasciata di Cuba in Italia con una dozzina di media accreditati  in  questa nazione europea, l’Ambasciatore José Carlos Rodríguez Ruíz  ha invitato ad accompagnare l’Isola caraibica nel denunciare il reiterato atto di stupro di massa e dei diritti umani contro una nazione che porta al mondo pace e cooperazione e che propone un modello sociale giusto ed equo.

L’ambasciatore ha detto che ci sono ottime risposte da parte della comunità internazionale per l’eliminazione del blocco come forma d’oppressione al progetto sociale cubano messaggero  di un pieno esercizio della sovranità, inaccettabile dagli Stati Uniti perché rompe con i suoi canoni.

Un altro tema di grande interesse per i giornalisti è stata l’informazione sul processo di riforma costituzionale “considerato un esempio di civiltà e reale partecipazione del popolo cubano che effettivamente diventa un popolo costituente”, ha aggiunto Rodríguez Ruíz.

Durante l’appuntamento si è saputo come conoscere i dettagli di questa nuova Costituzione che dovrebbe essere approvata nell’aprile del 2019 e i cui dibattiti, che si concluderanno in novembre, sono stati estesi per la prima volta ai cubani che vivono all’estero.

In particolare è stata elogiata la presenza di argomenti sulla cura dell’ambiente nei testi della nuova Costituzione, argomenti che non sono contemplati nella Costituzione italiana, ha detto un giornalista italiano.

«Una cosa significativa in questo processo di Riforma Costituzionale è la dichiarazione chiara di conservare i valori e conquiste della Rivoluzione cubana», ha detto l’ambasciatore ed ha aggiunto che è impressionante come tale affermazione sia stata manifestata molto attentamente e meticolosamente.

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