La Rivoluzione di Fidel e del popolo di Cuba compie 60 anni

La Rivoluzione comincia adesso. La Rivoluzione non sarà un impegno facile. La Rivoluzione sarà un’impresa dura e piena di pericoli, soprattutto nella tappa iniziale, e quale miglior luogo per stabilire il Governo della Repubblica di questa fortezza della Rivoluzione perché si sappia che questo sarà un governo solidamente sostenuto dal popolo nella città eroica e alle falde della Serra Maestra, perché Santiago si trova nella Sierra Maestra.

La Rivoluzione avrà a Santiago di Cuba e nella Sierra Maestra le sue due migliori fortezze (…)

La Repubblica non fu libera nel ‘95 e il sogno dei mambí si frustrò all’ultima ora. La Rivoluzione non si realizzò nel ’33 e fu frustrata dai suoi nemici.

Stavolta la Rivoluzione ha il popolo intero, ha tutti i rivoluzionari, ha tutti i militari onorati. È tanto grande e tanto incontenibile la sua forza che stavolta il trionfo è assicurato!

Possiamo dire con giubilo che nei quattro secoli dalla fondazione della nostra nazione, per la prima volta saremo interamente liberi (applausi) e che l’opera dei mambì si compirà (…).

Gli uomini che sono morti nelle tre guerre d’indipendenza uniscono oggi il loro sforzo con quelli che sono morti in questa guerra; e a tutti i nostri morti nelle lotte per la libertà possiamo dire che alla fine è giunta l’ora in cui i loro sogni si realizzano.

È giunta l’ora che infine voi, il nostro popolo, il nostro popolo buono e nobile, il nostro popolo che è tutto entusiasmo e fede, il nostro popolo che ama gratis, che ha fiducia gratis, che premia gli uomini con affetto al disopra de loro meriti, avrà quello che necessita.

E qui, solo mi resta da dire, con modestia, con sincerità, con profonda emozione, che qui tra noi, i combattenti rivoluzionar, ci saranno sempre servitori leali, che avranno l’unico distintivo di servirlo. (…)

Frammenti del discorso pronunciato dal C.te in Capo Fidel Castro Ruz nel Parco Céspedes, di Santiago di Cuba, il 1 gennaio del 1959


Granma offre frammenti del discorso di Raúl alla manifestazione di commemorazione del 55º anniversario del trionfo della Rivoluzione, nel parco Carlos Manuel de Céspedes, 

Santiago di Cuba,  1 gennaio  2014

Nemmeno il più sognatore tra quelli che accompagnavamo Fidel in una manifestazione come questa, il Primo Gennaio del 1959, poteva immaginare che oggi saremmo stati qui.

Questo lungo e difficile cammino non è stato per niente facile.

Questo è stato possibile prima di tutto grazie all’immensa capacità di resistenza e di lotta di varie generazioni del nobile ed eroico popolo cubano, vero protagonista di questa sua Rivoluzione, che è il trionfo dello stesso ideale dei mambí, che nel 1868 con  la guida di De Céspedes, iniziarono la guerra per l’indipendenza dal giogo spagnolo; di Maceo e di Gómez, con i quali  José Martí nel 1895 riprende le gesta liberatrici troncate dall’intervento nordamericano nel 1898, che impedirono l’entrata a Santiago di Cuba dell’Esercito Liberatore.

Fu quell’affanno che motivò la generazione del Centenario, guidata da Fidel ad assaltare la Caserma Moncada in questa città e  Carlos Manuel de Céspedes, a Bayamo; a ribellarsi alla sconfitta, resistere il rigore della prigione, venire con la spedizione dello yacht Granma, sopportare il duro colpo di  Alegría de Pío e incamminarsi nella Sierra Maestra per cominciare la lotta guerrigliera del nascente Esercito Ribelle, il cui Comandante in Capo, esempio personale di valore in combattimento, tenacia e invincibile fede nella vittoria, con la sua vocazione unitaria e la sua indiscutibile guida di leader, seppe forgiare l’unità di tutte le forze rivoluzionarie e condurle  al trionfo.

(…) In questo stesso luogo il Primo Gennaio del 1959, nel mezzo del giubilo popolare che riempiva tutto il paese, già Fidel avvertiva prevedendo, e cito:

«La Rivoluzione comincia adesso, la Rivoluzione sarà un’impresa dura e piena di pericoli».

Ben presto  si misero in marcia un’infinità di piani di destabilizzazione cominciando con il rifugio offerto negli Stati Uniti a criminali e torturatori del regime di Batista. (…)

Sono stati 55 anni di lotta continua di fronte ai disegni di undici amministrazioni nordamericane che, con maggiore o minore ostilità, non hanno smesso nel proposito di cambiare il regime economico e sociale, frutto della Rivoluzione, cancellare i suo esempio e instaurare nuovamente il dominio imperiale sulla nostra Patria.

La Rivoluzione Cubana ha posto fine a vari miti, tra i quali quello che non era possibile costruire il socialismo in una piccola isola a 90 miglia dagli Stati Uniti
(…)

Resta moltissimo lavoro da fare (…). Le nuove generazioni di dirigenti che lentamente e con ordine assumono le principali responsabilità della direzione della nazione, non potranno dimenticare che questa è la Rivoluzione socialista degli umili, per gli umili e con gli umili

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