Il tornado è passato attraverso Regla come una palla di fuoco

Oggi, Victoria de la Caridad Infante non ha più nulla. Le rimane un televisore che suo figlio ha salvato tra i rottami e sapere di avere avuto la fortuna di vivere per “poter raccontare quel momento”. Non ha potuto dormire in tutta la notte ed è uscita questa mattina dalla sua casa sommersa “nel peggiore degli incubi”. Regla è irriconoscibile.

“Qui la situazione meteorologica è cominciata mentre terminavano le previsioni del tempo, al telegiornale. Sono uscita nel portico ed ho sentito un rumore tremendo che si avvicinava ed ho cominciato a vedere dei scintillii. Sono entrata subito in casa; mio marito credeva che fossero dei lampi, ma io gli ho detto di no. Quello di cui sono sicura è che era una palla rossa, per un momento ho pensato che era la fiammata della raffineria, ma mi sono accorta subito che si muoveva”, ha descritto.

Aprirsi il passo oggi in questo municipio è quasi impossibile. La gente cammina, fa delle foto, raccoglie alcune cose dalle strade, hanno gli sguardi persi. Una signora ha perso un’amica e prega perché gli altri vicini escano vivi dall’ospedale.

“Qui vivono varie persone con sua figlia, ma sono tutti all’ospedale. Il soffitto della casa è crollato e fino alle tre della mattina non hanno potuto tirarli fuori tutti. Sappiamo che ci sono degli altri feriti nella zona”, ha detto Maritza Rodriguez, dottoressa dell’ambulatorio più vicino.

Le automobili completamente distrutte non lasciano dubbio alcuno sull’intensità dei venti. Gli edifici non hanno potuto sostenere i loro tetti, quelli che vivono all’ultimo piano guardano con spavento tutto intorno.

“Sembrava come una squadriglia di aeroplani che arrivavano volando basso. Io credo che la forza del vento qui è stata più di 200 km/h. Nessuno era addestrato per tutto ciò; non è come un ciclone che uno si prepara e crea condizioni favorevoli”, racconta Ventura Gutierrez.

In un’altra strada, una nonna sgrida i suoi nipoti. “Non è un giorno per giocare”, dice per evitare che si inciampino coi cavi elettrici, ora nel suolo.

“Tutto si è svolto in questione di secondi, se durava di più credo che adesso eravamo tutti morti. Mi ha strappato la porta della casa e mi ha tirato contro la parete del fondo. Un tondino di ferro del tetto ha attraversato il sofà. È caduto il tetto. I vicini dall’altro lato della strada sono rimasti senza casa”, ha raccontato Francisco Sotolongo.

Testo e foto di Oscar Figueredo da Cubadebate

traduzione di Ida Garberi

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.