Un 24 febbraio di continuità, riaffermazione ed unità

La mattina di ieri domenica 24 febbraio, il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista, Generale d’ Esercito Raúl Castro Ruz,  ha esercitato il suo diritto al voto in un seggio del municipio di Playa, nella capitale per  referendare la nuova Costituzione della Repubblica di Cuba.


Raúl, dopo aver posto la scheda nell’urna, ha parlato con i pionieri che la custodivano e con i membri del seggio.

Miguel Díaz-Canel Bermúdez, Presidente dei  Consigli di Stato e de Ministri ha esercitato il suo diritto al voto nel Seggio nº 3 della circoscrizione Nº 57 nel municipio Playa. ed ha parlato con la stampa sulla complessità del momento, sul significato del 24 febbraio per i cubani e su quello che implica l’approvazione della nuova Costituzione.

«Stiamo vivendo un momento di minacce imperiali. Esiste una precisa intenzione d’imporre una piattaforma di restauro del capitalismo neoliberale in America Latina e si stanno utilizzando le pratiche più perverse. Quello che è successo sabato alla frontiera della Colombia col Venezuela forma parte di questo. Questa aggressione è orientata fondamentalmente verso i popoli dell’America Latina, la Rivoluzione bolivariana, la sandinista, la cubana», ha sostenuto  Díaz-Canel.

Il mandatario ha segnalato la mancanza di dignità presente in vari governi della regione durante la provocazione orchestrata sabato 23 alla frontiera del Venezuela con la Colombia, ed ha portato l’esempio del presidente di quest’ultimo paese, il cui processo di pace è stato fomentato da Cuba e altri Stati, e che senza dubbio ora fomenta la guerra con un presunto aiuto umanitario. Poi ha citato il presidente del Cile al fronte di un governo che deve ancora giudicare criminali della dittatura fascista di Augusto Pinochet, e il congressista nordamericano Marco Rubio, che sembrava il direttore al comando  d quello che doveva succedere alla frontiera venezuelano-colombiana.

«E quello che noi cubani abbiamo vissuto questa domenica non si può vedere lontano da questo contesto, perché stiamo votando anche per l’America Latina e i Caraibi, e per  il Venezuela, perché lì sta giocando la dignità de continente», ha assicurato.

Díaz-Canel ha anche risaltato il significato del  24 febbraio,  data nella quale si commemorano vari avvenimenti trascendentali che la riaffermano come «un giorno di convocazione all’unità e alla continuità».

Poi ha ricordato il nuovo inizio delle lotte indipendentiste nel 1895, dopo il lavoro d’unificazione di Martí, unendo i veterani ai pini nuovi.

Ha ricordato l’approvazione, nel 1976, della prima Carta Magna socialista in tempo di Rivoluzione, testo che ha implicato  «un passo avanti costituzionale».  Ed è stato in una stessa data, nel 2008, che Raúl assunse la direzione del paese.  «Per questo è un giorno di continuità, di riaffermazione e d’unità».

«I cubani stiamo votando uniti oggi», ha sostenuto Díaz-Canel, «perché niente di quello che sta succedendo nel mondo ci sta distraendo dalla battaglia quotidiana che combattiamo fondamentalmente nell’economia, nella preparazione per la difesa e in tutti gli ambiti della società».

«La Costituzione, ha insistito, che abbiamo costruito con il dibattito e l’apporto di tutti, è più robusta del  suo testo iniziale».

«E sono convinto che la maggioranza dei cubani va a dire Sì per Cuba, per la Rivoluzione e per il futuro, perché questa Costituzione dà dignità e innalza i valori del popolo cubano, del legato di Martí, di Fidel, di Raúl. È una Costituzione che amplia i diritti  di tutti, che formula uno Stato socialista di diritto, una Costituzione d’avanzata, moderna, che ci permetterà di risolvere processi e  avanzare in maniera più decisa».

Il Presidente cubano ha parlato anche dell’ampio esercizio legislativo che verrà con l’approvazione della Costituzione.

«Ci siamo già organizzati per far sì che nel minor tempo possibile si possano approvare e implementare tutte le leggi che rinforzano la Costituzione, in modo che nasca con tutto l’appoggio giuridico che domanda. Stiamo convocando tutti i giuristi del paese per far sì che da quando si pensano, le politiche pubbliche sorgano con forza giuridica».

Ugualmente ha sottolineato l’apporto di questo processo di dibattito e riforma alla cultura costituzionale cubana .

«Saremo un paese con una maggiore cultura giuridica a partir da adesso e se coinvolgiamo tutti coloro che devono partecipare nelle tappe successive, guadagneremo di più».

«Sono ottimista, ha affermato, e più di questo, mi sento sicuro perché tanta gente buona non si può sbagliare. Abbiamo visto nei luoghi più colpiti l’appoggio di un mare di popolo che ha confermato che vinceremo, che sarà una vittoria».

«Il mondo migliore al quale aspiriamo non è con il neoliberismo, è con il socialismo che dobbiamo continuare a perfezionare, cercando una migliore risposta economica ai problemi, perché socialmente ha già dimostrato che è più giusto», ha riferito ancora il Presidente cubano.

La Commissione Elettorale Nazionale (CEN), nel suo ultimo comunicato, ha definito favorevole l’esercizio del Referndum costituzionale ed ha riconosciuto  l’ampia partecipazione del popolo.
«È stata una giornata di massa», ha detto Alina Balseiro Gutiérrez, presidente della CEN, che ha informato che sino alle 17.00 avevano votato  7.524.318 elettori, cioè il  81, 53 % della lista attualizzata.

Questa cifra è superiore del 3%  a quella delle elezioni politiche nella loro seconda tappa nel marzo del 2018.

Durante il giorno ci sono stati un numero considerevole di votanti inclusi, tra i quali più 200.000 sono stati iscrizioni eccezionali.

Il totale dei cittadini con diritto al voto all’inizio del giorno era di 8669714.

Hanno funzionato 24297 seggi in  12513 circoscrizioni, 198 seggi speciali e sono state coinvolte circa 400000 persone tra le autorità elettorali, i supervisori, collaboratori, pionieri e gruppi di ricevimento e computo.

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