Uno sguardo critico davanti alla manipolazione

Granma ha intervistato Cubainformacion

In una recente visita all’Avana, il basco José Manzaneda,  principale coordinatore del sito web CubainformaciónTV, ha affermato che “la guerra mediatica agisce, ora come mai prima, contro i processi rivoluzionari”.

 

Nuria Barbosa – Granma

José Manzaneda, dirigente del sito web CubainformacionTv, commenta circa la guerra mediatica mondiale condotta dall’imperialismo per rovesciare governi che non sono di suo gradimento.

“La guerra mediatica agisce, ora come mai prima, contro i processi rivoluzionari”, ha detto José Manzaneda, in una recente visita all’Avana, principale coordinatore del sito web CubainformaciónTV, uno spazio che affronta la manipolazione mediatica contro Cuba e genera contenuti argomentativi della realtà dell’isola caraibica, taciuti dalla grande stampa internazionale.

“Le grandi corporazioni mediatiche internazionali ubicate negli USA, Europa e nei paesi dell’America Latina hanno il loro attuale focus in Venezuela. Molto chiaramente sono l’esercito civile della guerra psicologica per rovesciare un processo politico e sociale in cui, il grande potere con la maiuscola, è internazionale e si gioca troppo. Concentrano i loro contenuti sulla formazione di uno scenario in cui l’intervento armato sia possibile e fattibile.

“Hanno provato in tutti i modi, ma negli ultimi mesi mescolano diversi fattori molto importanti: la scomparsa fisica del grande leader della Rivoluzione Bolivariana, Hugo Chávez; il crollo dei prezzi del petrolio e lo sviluppo di guerre economiche altamente coordinate; più una campagna psicologica e mediatica, molto intensa. Con tutto questo, gli imperialisti hanno pensato che questo sia il momento giusto per dare la stoccata al governo venezuelano. A ciò si aggiunge un’amministrazione USA legata all’estrema destra ed un contesto regionale che ha derivato governi satellite in paesi come Colombia, Brasile, Perù, Cile ed altri. I media agiscono, come mai prima, contro i processi rivoluzionari, qualcosa visto in Siria, Cuba, Libia ed in altre nazioni sovrane.

“Forse Cuba non è attualmente nell’occhio dell’uragano, ma questo non significa che se si dessero le condizioni, queste campagne mediatiche, che esistono sempre, potrebbero essere rinforzate. La nostra squadra analizza la manipolazione informativa. Ogni giorno i media di Spagna, Colombia o USA pubblicano notizie, reportage e articoli di opinione su Cuba, sempre in senso negativo, ma li vediamo oggi molto occupati con il Venezuela ».

– Quali sono gli assi tematici che promuovono?

-Ci sono elementi molto ben progettati. Sul Venezuela insistono nel caratterizzarlo come un regime o dittatura camuffata, dove non ci sono elezioni presidenziali omologabili, non c’è separazione dei poteri, quindi, l’esecutivo controlla il resto dei poteri presenti nello stato. Tuttavia, in quella nazione sudamericana ci sono cinque poteri, poiché ci sono i tre classici: legislativo, esecutivo e giudiziario, e si aggiungono il potere morale ed elettorale.

“Una matrice comune a Cuba, è che i sistemi politici che vanno contro il libero mercato e che alla loro base è lo sviluppo dell’impresa pubblica, lì i programmi sociali di massa non funzionano, sono un fallimento e causano carenze nella popolazione. Sempre evitano e tacciono il fattore della guerra esterna ed il blocco economico che gli impongono, guidato dagli USA, con un impatto assolutamente schiacciante.

“Nel paese sudamericano c’è una guerra di accaparramento, d’iper inflazione, d’attacco alla valuta, e anche si verifica il furto di risorse ed attivi bancarie. Non stiamo parlando di qualche milione, ma di decine di miliardi di dollari. Quelle risorse che andrebbero all’acquisto di beni come farmaci e alimenti o che svilupperebbero meglio la società petrolifera o l’economia, poiché lo stato venezuelano non lo può investire in questi settori. Vogliono soffocare l’economia affinché finalmente avvenga ciò che hanno sempre sognato, come anche loro desiderano per Cuba: si tratta del sollevamento della popolazione o di un settore significativo della popolazione contro il processo ed il governo.

“Intorno a Cuba sviluppano altri item. In primo luogo, il tema della democrazia e del rispetto dei diritti umani sono classici e ricorrenti. In questo momento, Cuba ha dimostrato e pochi hanno potuto criticare questo fatto, che si può sottoporre a consultazione popolare la costruzione di una costituzione. È uno dei pochi paesi, forse unico al mondo, che ha esposto un processo costituente con un senso partecipativo di massa. Ciò non ha eguali ed i media tacciono su questo. È difficile valutare negativamente l’esperienza, persino il fatto di consultare il popolo nella fase di elaborazione della Magna Carta, discuterla e modificarla, difficilmente può convertirsi in una una notizia negativa. Ecco perché hanno cercato di darle un profilo assolutamente basso”.

– Un altro elemento è la perdita di prestigio verso i dirigenti progressisti?

-Nel caso del Venezuela, è stata la demonizzazione di Hugo Chávez e Nicolás Maduro ed a Cuba, della figura di Fidel e Raúl Castro. Si aggiunga che le campagne sono mirate a settori della popolazione che hanno partecipato al processo iniziale della Rivoluzione Bolivariana, coloro che furono chavisti o che sentivano simpatia per Hugo Chavez, chiamando Maduro come una sorta di attore che ha tradito l’eredità del suo predecessore.

“Nel caso di Cuba, c’è sempre stata una demonizzazione di Fidel, Raúl, e cominciano a vedersi osservazioni per Miguel Díaz-Canel. Abbiamo visto notizie false negli ultimi tempi. Esemplificato con una notizia che ha circolato nel mondo intorno alla reazione dello stato cubano dopo il tornado. Si è fatta una costruzione molto chiara durante una visita del presidente al quartiere di Regla. E’ stato costruito un rifiuto della popolazione, che non esisteva, attraverso una registrazione di un cellulare in cui è stato incorporato un audio a pochi metri dal telefono».

– Quali esperienze può offrire Cubainformacion a questa guerra mediatica?

– Prima smontare le matrici di manipolazione informativa attorno a notizie specifiche. Cerca di avere il massimo senso pedagogico ed educativo, ma ha un limite fondamentale. Non siamo un grande mezzo di comunicazione e siamo visibili ad un pubblico specifico. Abbiamo follower su Facebook, in una somma di oltre 200000. Ci seguono persone fedeli. Non abbiamo mai pensato di poter competere in parità di condizioni contro il mostro delle corporazioni dell’informazione. Il nostro messaggio si dirige a quel lettore con inquietudine circa la critica mediatica, che non hanno perché simpatizzare con Cuba e la sua Rivoluzione, poiché si rendono conto che i grandi media hanno interessi disonesti dietro.

“Cerchiamo di realizzare un lavoro sistematico di produzione di video, testi ed altri materiali per combattere le notizie false e le provate menzogne, anche contro a quella fine pioggia che gli spettatori ed i lettori ricevono tutti i giorni dai media con linguaggi stereotipati come: regime cubano, esilio cubano, stampa governativa e altri, che sfigurano sia la natura politica di un governo che la sua natura sociale ed economica.

“Produciamo materiali e poi facciamo che si distribuiscano, utilizzando il massimo del senso comune, fuggendo dal linguaggio libellista, senza idealizzare e senza ignorare i problemi che attraversasse l’isola caraibica, alla ricerca di confronti, citando rapporti delle Nazioni Unite e delle sue organizzazioni, esponendo le cause concrete dei problemi e dei fenomeni, che in molti casi, se confrontati con altri paesi dell’emisfero occidentale, sarebbero veri aneddoti rispetto ai drammi umani che loro patiscono».

– Cosa è successo a Cubainformacion nel 2018?

– Abbiamo sofferto un attacco informatico nell’agosto dello scorso anno, che in principio ha completamente distrutto il sito ed è stato possibile recuperare solo un backup di sei mesi prima. Vale a dire, i contenuti degli ultimi sei mesi è scomparso. Attraverso un lavoro di ricostruzione manuale abbiamo recuperato solo quei materiali di riproduzione propria. Successivamente non c’è stato alcun hacking specifico, ma abbiamo rafforzato le misure di sicurezza.

– Ci saranno modifiche al sito web?

– Presenteremo nel nostro sito un web con un design molto simile al precedente, ma con migliori prestazioni, qualitativamente superiore e con una serie di novità di contenuto. Stiamo producendo video con protagonista il repentista cubano Alexis Díaz Pimienta, che è chiamano l’Asere illustrato, in cui si mescola umorismo, poesia cubana e analisi della manipolazione informativai. Presenteremo anche messaggi indirizzati ai potenziali visitatori di Cuba, suggerendo informazioni pratiche e del contesto sociale e politico, affinché possano essere compresi da chiunque.

“Presenteremo una campagna di sostegno a Cubainformación, si soci/e, con 19 nuovi spot che si mescolano la divulgazione di alcune conquiste sociali di Cuba, esempio per l’umanità, relazionati con la tradizionale lotta contro l’ingiusto blocco economico, commerciale e finanziario e contro il blocco mediatico».

– Quale sarebbe il futuro di Cubainformacióntv?

– Prima mantenere questo portale web e far sì che mai sparisca. Cerchiamo di essere una finestra del movimento di solidarietà con Cuba. Vogliamo convertirci in un media di riferimento e consultazione attorno agli eventi cubani. In molte occasioni ci sono migliaia di persone che si rivolgono a Cubainformacion come elemento di contrasto. Loro ci cercano per sapere la nostra opinione o commenti in riferimento a ciò che hanno ascoltato e letto.


Un ojo crítico ante la manipulación: Granma entrevistó a Cubainformación

En visita reciente a La Habana, el vasco José Manzaneda, coordinador principal del sitio web CubainformaciónTV, expresó que «la guerra mediática actúa ahora como nunca en contra de los procesos revolucionarios».

Nuria Barbosa – Granma.-

José Manzaneda, líder del sitio web CubainformacionTv, comenta acerca de la guerra mediática mundial desarrollada por el imperialismo para derrocar gobiernos que no son de su preferencia.

«La guerra mediática actúa ahora como nunca en contra de los procesos revolucionarios», afirmó en visita reciente a La Habana, el vasco José Manzaneda, coordinador principal del sitio web CubainformaciónTV, un espacio que enfrenta la manipulación mediática contra Cuba y genera contenidos argumentativos de la realidad en la Isla caribeña, silenciados por la gran prensa internacional.

«Las grandes corporaciones mediáticas internacionales ubicadas en Estados Unidos, Europa y en países de América Latina tienen su foco actual en Venezuela. Clarísimamente son el ejército civil de la guerra sicológica para derribar un proceso político y social, en el que el gran poder, con mayúscula, es internacional y se juega demasiado. Centran sus contenidos en conformar un escenario en el que sea posible y factible la intervención armada.

«Han intentado de todos los modos, pero en los últimos meses mezclan varios factores muy importantes: la desaparición física del gran líder de la Revolución Bolivariana Hugo Chávez; la caída de los precios del petróleo y el desarrollo de guerras económicas muy coordinadas; más una campaña sicológica y mediática, muy intensa. Con todo ese potaje, los imperialistas han pensado que este es el momento idóneo para dar la estocada al gobierno venezolano. A ello se le suma, una administración norteamericana ligada a la ultraderecha y un contexto regional que ha derivado en gobiernos satélites en países como Colombia, Brasil, Perú, Chile y otros. Los medios de comunicación masivas actúan como nunca contra los procesos revolucionarios, algo visto en Siria, Cuba, Libia y otras naciones soberanas.

«Quizás Cuba no está en este momento dentro del ojo del huracán, pero eso no quiere decir que si se dan las condiciones pudieran ser reforzadas estas campañas mediáticas, que siempre existen. Nuestro equipo analiza la manipulación informativa. Todos los días los medios de comunicación de España, Colombia o de Estados Unidos publican noticias, reportajes y artículos de opinión acerca de Cuba, siempre en sentido negativo, pero los vemos hoy muy ocupados con Venezuela».

— ¿Cuáles son los ejes temáticos que promocionan?

—Hay ítems muy bien diseñados. Sobre Venezuela insisten en caracterizarlo como un régimen o dictadura camuflada, donde no hay elecciones presidenciales homologables, no hay separación de poderes, por lo tanto, el ejecutivo controla al resto de los poderes presentes en el estado. Sin embargo, en esa nación sudamericana existen cinco poderes, porque se dan los tres clásicos: legislativo, ejecutivo y judicial, y se le agregan el poder moral y electoral.

«Una matriz común a Cuba, es que los sistemas políticos que vayan en contra del libre mercado y que en su base esté el desarrollo de la empresa pública, allí los programas sociales masivos no funcionan, son un fracaso y provocan carencias en la población. Siempre obvian y silencian el factor de la guerra externa y el bloqueo económico que le imponen, liderado por Estados Unidos, con un impacto absolutamente abrumador.

«En el país sudamericano existe una guerra de acaparamiento, de hiper inflación, de ataque a la moneda, y también se da el robo de recursos y activos bancarios. No hablamos de unos cuantos millones sino de decenas de miles de millones de dólares. Esos recursos que irían a parar a la compra de insumos como medicamentos y alimentos o desarrollar mejor la empresa petrolera o la economía, pues el estado venezolano no lo puede invertir en esos sectores. Quieren asfixiar a la economía para que finalmente ocurra lo que siempre han soñado, como también lo desean para Cuba: se trata del levantamiento de la población o de un sector de población significativo contra el proceso y el gobierno.

«En torno a Cuba desarrollan otros ítems.Primeramente el tema de la democracia y el respeto a los derechos humanos, son clásicos y recurrentes. Ahora mismo, Cuba ha demostrado y pocos han podido criticar este hecho, de que se puede someter a consulta popular la construcción de una constitución. Es uno de los pocos países, quizá único en el mundo, que expuso un proceso constituyente con sentido participativo masivo. Eso no tiene parangón y los medios de comunicación lo silencian. Es difícil evaluar negativamente la experiencia, incluso el hecho de consultar al pueblo en la fase de elaboración de la Carta Magna, debatirla y modificarla, difícilmente puede convertirse en una noticia negativa. Por eso han tratado de darle un perfil absolutamente bajo».

— ¿Otro ítem es el desprestigio a los líderes progresistas?

—En el caso de Venezuela ha sido la demonización de Hugo Chávez y Nicolás Maduro y en Cuba, de la figura de Fidel y de Raúl Castro. Se le añade que las campañas van dirigidas a los sectores de la población que participaron en el proceso inicial de la Revolución Bolivariana, aquellos que fueron chavistas o que sintieron simpatías por Hugo Chávez, calificando a Maduro como una especie de actor que ha traicionado el legado de su antecesor.

«En el caso de Cuba siempre hubo una demonización de Fidel, Raúl y comienzan a verse señalamientos para Miguel Díaz-Canel. Hemos visto fake news en los últimos tiempos. Ejemplifico con una noticia que circuló en el mundo en torno a la reacción del estado cubano tras el tornado. Se hizo una construcción clarísima en una visita del presidente al barrio de Regla. Se construyó un rechazo de la población que no existió a través de una grabación de un celular en el que se incorporó un audio a escasos metros del teléfono».

— ¿Qué experiencias puede brindar Cubainformación a esa guerra mediática?

— Primero desmontar las matrices de manipulación informativa en torno a noticias concretas. Trata de tener el mayor sentido pedagógico y educativo, pero tiene una limitación fundamental. No somos un gran medio de comunicación y estamos visibles para un público determinado. Tenemos seguidores en Facebook, en una suma de más de 200 000. Nos siguen personas fieles. Nunca hemos pensado que podemos competir en igualdad de condiciones contra el monstruo de las corporaciones de la información. Nuestro mensaje se dirige a ese lector con inquietudes por la crítica mediática, que no tienen por qué simpatizar con Cuba y su Revolución, pero que se dan cuentan de que los grandes medios de comunicación tienen intereses deshonestos detrás.

«Tratamos de realizar una labor sistemática de producción de videos, textos y otros materiales para combatir las fake news y las mentiras probadas, también frente a esa lluvia fina que los espectadores y lectores reciben todos los días de los medios de comunicación con lenguajes estereotipados como: régimen cubano, exilio cubano, prensa oficialista y otras, que desfiguran tanto la naturaleza política de un gobierno como su naturaleza social y económica.

«Producimos materiales y luego hacemos que se distribuyan, utilizando el máximo de sentido común, huyendo del lenguaje panfletario, sin idealizar y sin desconocer los problemas por los cuales atraviesa la isla caribeña, buscando comparaciones, citando informes de Naciones Unidas y sus organizaciones, exponiendo las causas concretas de los problemas y fenómenos, que en muchos casos, al contrastarlos con otros países del hemisferio occidental, serían verdaderas anécdotas en comparación con los dramas humanas que padecen ellos».

— ¿Qué le ocurrió a Cubainformación en el año 2018?

— Sufrimos un ciberataque en agosto del pasado año, que en principio destruyó completamente el sitio y se pudo lograr recuperar solo una copia de seguridad de seis meses antes. Es decir, los contenidos de los seis últimos meses desaparecieron. A través de una labor de reconstrucción manual hemos recuperado solo aquellos materiales de reproducción propia. Posteriormente no ha habido ningún hackeo específico, pero hemos reforzado las medidas de seguridad.

— ¿Habrá cambios en el sitio web?

— Vamos a presentar en nuestro sitio una web con un diseño muy similar a la anterior, pero con mejores prestaciones, cualitativamente superior y con una serie de novedades de contenido. Estamos produciendo videos protagonizados por el repentista cubano Alexis Díaz Pimienta, que se llaman el Asere ilustrado, en el que se mezcla humor, poesía cubana y análisis de la manipulación informativa. Presentaremos también mensajes dirigidos a los potenciales visitantes a Cuba, sugiriendo información práctica y de contexto social y político, para que puedan entenderse por cualquier persona.

«Vamos a presentar una campaña de apoyo a Cubainformación, de socios y socias, con 19 spot nuevos que mezclan la divulgación de algunos logros sociales de Cuba, ejemplo para la humanidad, relacionándolos con la tradicional lucha contra el injusto bloqueo económico, comercial y financiero y contra el bloqueo mediático».

— ¿Cuál sería el futuro de Cubainformacióntv?

— Primero mantener este portal web y hacer que nunca desaparezca. Tratamos de ser una ventana del movimiento de solidaridad con Cuba. Queremos convertirnos en un medio de referencia y consulta en torno a los acontecimientos cubanos. En muchas ocasiones hay miles de personas que recurren a Cubainformación como elemento de contraste. Ellos nos buscan para saber nuestra opinión o comentarios en referencia a lo que han oído y leído.

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