Una Biennale scritta in versi

Da ieri, lunedì 27 maggio e sino al 2 di giugno, coordinata dal Centro Culturale CubaPoesia e dalla Direzione Provinciale di Cultura de L’Avana, si realizzerà la Biennale della Poesia de L’Avana, azione poetica che si celebra per la prima volta nell’Isola.

Madeleine Sautié Rodríguez

Pochi giorni prima della proclamazione de L’Avana come capitale mondiale della bellezza, i poeti cubani e di altri 25 paesi di tutti i continenti partecipano alla Biennale della Poesia de L’Avana, che si celebra per la prima volta nell’Isola con il coordinamento del Centro Culturale CubaPoesia e della Direzione Provinciale di Cultura de L’Avana.

Gli organizzatori della Biennale conoscono bene i sani effetti sella poesia per cui è stata la Biennale è stata concepita in movimento.

Anche quando gli spazi di lettura integrano il programma, le voci dei poeti giungono per mezzo della proposta chiamata “Poesia itinerante” sino ai centri di lavoro, alle scuole e ai quartieri situati nei vari municipi della capitale, per celebrare il 500º anniversario de L’Avana , il 60º della Rivoluzione, i 25 anni del Festival Internazionale di Poesia e della Collezione Sud e il IX Congresso della UNEAC.

Con il terreno preparato da un gruppo di successi lirici prima della Biennale, che sono stati presentati in distinti punti del paese.

Lunedì 27 nella Sala Villena della UNEAC i poeti cubani Nancy Morejón, Miguel Barnet e Virgilio López Lemus, con Yuri Talvet, (Estonia) Arthur Richard Flower (Stati Uniti); Jorge Cocom Pech (Messico), Yu Er (Cina) e Hildebrando Pérez (Perù), hanno condiviso testi con il pubblico.

La Biennale ha riservato spazi per la firma di un accordo editoriale tra Cuba e la Cina, la consegna del Premio Samuel Feijóo; l’esposizione «Rostros que desde el silencio rondan», di pittori cinesi , versi drammatizzati, improvvisati, e la presentazione di quaderni poetici, tra i quali l’antologia di poeti cubani e cinesi «Trama y envés»,

e premi meritati ai poeti Gabriel de la Concepción Valdés (Plácido), e Walt Whitman, nel bicentenario della loro nascita.

Un altro intervallo significativo si svolge nella Biblioteca Nazionale José Martí, oggi martedì 28, con l’Incontro Mondiale di Poeti in Difesa dell’Umanità, un’azione che chiede la pace mondiale e la solidarietà con i popoli della regione che soffrono le aggressioni imperialiste.

Nella veglia inaugurale Parole del Mondo, nella Basilica Minore del Convento di San Francisco de Asís, i poeti onoreranno la capitale cubana.


L’aggressione della destra cospira contro la poesia

 

29.05 – 90 poeti di 25 paesi hanno unito ieri le loro voci  «contro la guerra, la violenza, las aggressioni e le minacce con volto imperiale» nell’Incontro Mondiale dei Poeti in Difesa dell’Umanità che s è svolto nello stesso luogo in cui 60 anni fa il Comandante in Capo Fidel Castro pronunciò le sue parole agli Intellettuali.

La Biblioteca Nazionale José Martí ha accolto i firmatari della Dichiarazione  «I Poeti resisteremo e la poesia vincerà» che partecipano alla Biennale della Poesia de L’Avana, con la presenza di Roberto Montesino Pérez, capo del Dipartimento di Cultura e Propaganda del Comitato Centrale,  Omar González, presidente del capitolo cubano della Rete in Difesa dell’Umanità, e il poeta Alex Pausides, membro della presidenza della Biennale.

Chiamano ad alzare gli stendardi della verità  e della vita i firmatari del documento che riconosce che anche se «sono molte le forme che il terrore e la morte adottano, poche volte l’America Latina e i Caraibi  sono stati tanto vicini al pericolo d’una guerra, quella che sta preparando il Governo degli Stati Uniti con il silenzio e la complicità di alcuni paesi ».

Coscienti che «vogliono uccidere la poesia», i poeti assicurano che «la poesia vincerà. Le nostre voci continueranno a cantare il dolore, l’incertezza, ma anche (…) l’amore e la sua infinita possibilità ».

«Non regneranno la prepotenza, la crudeltà e il crimine (…) Basta con i blocchi, le minacce e le menzogne. Che il nostro sia il regno della pace e dell’uguaglianza, l’universo della Poesia», conclude i testo.

Considerato una sessione di lavoro, lo spazio è stato opportuno per far sì che i poeti presenti scrivessero messaggi d’amore al prossimo, mentre un video faceva vedere altre impressioni emesse per mezzo delle reti sociali.

«È che ti hanno convertito in una parte di me, mia Habana», ha riferito il poeta peruviano  Hildebrando Pérez, elogiando francamente la capitale cubana nel suo 500º compleanno, una delle ispirazioni della Biennale.

Coloro che sono stati chiamati «rappresentanti terreni della musa» hanno terminato la riunione mattutina convinti della necessità di difendere la pace in tempi in cui «l’aggressione della destra cospira contro la poesia, che è sempre dalla parte del cuore».

LA POLITICA

La politica è l’arte di fare il bene
a chi lo necessita, o detto meglio al prossimo,
perché sappia di più a un versetto della Bibbia
La politica è bella quando non si maschera di politica
quando nasce come un germoglio di semprevivi
quando non si trucca per apparire più bella
di lo quello che è realmente
quando costruisce ponti e distrugge  muraglie.
La politica non è un ragno peloso come molti credono
e non è nemmeno un tenero orsacchiotto  di peluche
la politica non ha niente a che vedere
con i detti partiti politici né con arringhe di barricate
La politica diventa caricatura
nelle mani dei cattivi politici
cioè di quelli che non sanno niente di politica
né di verità come pugni chiusi
la politica non ha niente a che vedere con fallimenti sentimentali
né con dure frustrazioni personali
Lasciate tranquilla la politica nella sua terra di umiltà
perché come ha detto il più saggio dei cubani
lei come la Patria, è altare e non piedistallo.
La politica non è come il baseball che si può
dibattere nei parchi pubblici e nelle reti sociali .
Quasi tutto il mondo sa tanto di politica come di medicina
anche se in verità la politica è un balsamo
come gli unguenti delle nonne, quando si sanno applicare.
Non abusate di lei
Non la maledite inutilmente
Lasciatela  tranquilla che compia il suo dovere nel suo quartiere generale
non la mettete in facebook, non lasciate che s’inquini
con le nuove tecnologie
lei è nemica della promiscuità.
I credenti che di occupino dei loro credo
e dei loro misteri religiosi che sono molti
e sino ad ora nessuno ha potuto decifrare.
Come il big bang la politica è nata
con un grido di collera
e un’irrefrenabile vocazione di giustizia.
La politica non può essere un divertimento per burocrati annoiati
né per politici di  paccottiglia.
Falegname è chi che sa tagliare la legna
panettiere è  chi sa ammassare il pane.
Calzolaio alle sue scarpe.
La politica è dei veri rivoluzionari!

Miguel Barnet

 

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