Cuba ha alzato la voce per denunciare la politica aggressiva e invadente degli Stati Uniti contro l’Isola e soprattutto i danni provocati dall’attivazione del III Titolo della Legge Hlems Burton, durante la sessione annuale del Consiglio dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (UIT) che si svolge a Ginevra, Svizzera, sino ad oggi, giovedì 20 giugno.
La Direttrice delle Relazioni Internazionali del Ministero delle Comunicazioni di Cuba, Isabel Greenup Lozada, che mantiene la continuazione degli accordi adottati nella Conferenza dei Plenipotenziari dell’anno scorso svolta a Dubai, è intervenuta sui temi più importanti come il rafforzamento del ruolo della UIT nella ciber-sicurezza e l’assegnazione dei fondi ai paesi meno sviluppati o in via di sviluppo, ai paesi senza litorale e ai piccoli Stati insulari in via di sviluppo.
La pagina ufficiale del Ministero delle Comunicazioni di Cuba, ha precisato che Greenup Lozada è stata ricevuta dal segretario generale dal vice segretario generale dell’Unione, Houlin Zhao, ai quali ha comunicato i passi avanti nel processo d’informatizzazione della società cubana, l’appoggio e l’impulso della direzione del paese per diffondere l’uso delle TIC, elevare il benessere della popolazione e accelerare il suo sviluppo economico, così come l’importanza di continuare a favorire le relazioni tra le parti.
Si è riferita al programma di sviluppo strategico del paese sino al 2030, che include le Tecnologie dell’Informazione e la Comunicazione (TIC) come un settore che apporta direttamente allo sviluppo economico e sociale, nonostante le difficoltà e i danni che impone il blocco al suo sviluppo.
Ha ratificato anche la preoccupazione di Cuba per il lavoro segreto e illegale di individui, organizzazioni e Stati, dei sistemi informatici di altre nazioni per aggredire terzi paesi e il concetto di una sovranità tecnologica capace di garantire l’uso appropriato di queste tecnologie al servizio degli interessi nazionali.
Il Segretario Generale ha riconosciuto i danni che ha provocato i blocco imposto dagli Stati Uniti al popolo cubano e al suo sviluppo.