Mariana Grajales, Madre della Patria

Il 12 luglio si compiono 204 anni dalla nascita di un’insigne donna cubana, Mariana Grajales Coello, la Madre della Patria.

Lei fu grande non solo perchè mise al mondo Eroi come il Luogotenente Generale dell’Esercito Liberatore Antonio Maceo y Grajales, ma anche perchè educò i suoi figli a percorrere il cammino che avrebbe condotto alla conquista della libertà di Cuba, soggiogata dal colonialismo spagnolo, stabilendo dalla casa un esempio eccezionale di condotta umana in un ambiente totalmente ostile.

Per questo e per molto di più fu grande Mariana Grajales, la madre dei Maceo e della Patria.

Lei stessa pose la sua vita al servizio della lotta per l’indipendenza di Cuba, alla quale dedicò il suo amore di madre e l’orgoglio di patriota, trasmettendolo a tutti i suoi figli e incitò il suo compagno a seguirli, divenendo immediatamente una mambì irriducibile.

L’Eroe Nazionale cubano, José Martí, ha scritto linee impressionanti su Mariana Grajales, che aveva conosciuto in Giamaica, già anziana, ma con la forza di sempre a la sua buona memoria.

La definì più ampiamente: «Cosa c’era in questa donna, che epopea e mistero c’era in questa umile donna, che santità e unzione c’era nel suo seno di madre, che decoro e grandezza ci fu nella sua semplice vita, che quando si scrive di lei è come della radice dell’anima, con serenità di figlio e con un affetto profondo? Lei resta così nella storia, sorridendo al termine della sua vita, circondata dai maschi che lottarono per il suo paese e crescendo i nipoti, perché andassero a combattere».

L’Apostolo ebbe il bene di lasciare scritto per i posteri questo ritratto di Mariana Grajales nel quotidiano Patria, per poi renderle omaggio dopo la sua morte avvenuta a Kingston, in Giamaica, il 27 novembre del 1893.

Tutti i cubani sanno o devono sapere che questa donna partecipò alla guerra per dieci anni di feroce contesa, scalando montagne, guadando fiumi e curando feriti, andando con i piedi sanguinanti per la manigua.

E, soprattutto,oltre al fatto che non voleva lacrime ma risposte al nemico, quando un figlio di lei o qualsiasi altro cubano moriva o veniva fucilato dall’esercito nemico, si conosce molto bene che un giorno disse al figlio più piccolo della sua prole, in circostanze drammatiche che la dovevano ferire molto come madre: «E tu preparati, perché è già ora per te d’andare all’accampamento»!

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