Gli USA, la cultura che celebra la violenza

Più di 20 morti in pochi minuti sono il saldo del massacro avvenuto sabato 3 agosto a El Paso, n Texas. Meno di 24 ore dopo c’è stata un’altra sparatoria nella città di Dayton, in Ohio, che ha lasciato nove vittime, e la tragedia sembra non avere fine.

Raúl Antonio Capote

Jordan e Andre Anchondo sabato 3 erano andati a fare compere in un negozio   Walmart a El Paso, in Texas. Volevano comprare materiali per la scuola per i loro tre figli. Erano nel negozio quando un giovane è entrato armato con un rifle d’assalto e ha cominciato a sparare alla gente. Jordan e Andre sono morti tentando inutilmente di proteggere la loro bebè di due mesi.

Più di 20 morti in pochi minuti è stato il saldo. Meno di 24 ore dopo questo incidente, un’altra sparatoria di massa, in questa occasione nella città di Dayton, Ohio, ha lasciato nove vittime e la tragedia sembra infinita.

Quando si tratta di massacri di massa gli Stati Uniti presentano cifre record; in questo paese sono state registrate più sparatorie che in qualsiasi altro luogo del mondo .

La differenza fondamentale radica nel fatto che queste sparatorie non avvengono in zone di guerra, vicino a caserme o basi militari, ma succedono nelle scuole, nei centri ricreativi, in luoghi di culto religioso, nelle piazze pubbliche, in un giorno qualsiasi, il più tranquillo e pacifico dei giorni.

Gli USA sono un paese che ha incorporato dalla sua nascita, come parte fondamentale della sua costruzione come nazione, la cultura della crudeltà, della barbarie, dello spoglio e della morte. La cultura statunitense è una cultura che celebra la violenza.

Chi sono gli assassini? «Il pistolero texano Crazy Clay», il pazzo Clay; gli «allegri grilletti»; Jesse James, «Billy El Niño»; fuorilegge che hanno fatto scorrere fiumi d’inchiostro e chilometri di celluloide, i soldati del 7º Reggimento di Cavallería, guidato dal colonnello James W. Forsyth, autori del massacro di Wounded Knee, del 29 dicembre del 1890; il mistificato «assassino dello zodiaco» o chissà Rambo o uno qualsiasi dei personaggi dei video giochi dove mitraglier e epersne dti fa guadagnare punti e superre livelli?

La nazione del nord ha più armi di qualsiasi altro paese.

Ci sono circa 310 milioni di armi in circolazione. Con una popolazione di 319 milioni, questo significa che quasi ogni statunitense ha un’arma.

Il 31 maggio del 2019, 11 persone sono morte in una sparatoria in un bar di Thousand Oaks, in California. Nel novembre del 2017, 25 persone e un bebé in gestazione furono assassinati in una chiesa a Sutherland Springs, in Texas.

Un mese prima un uomo aveva sparato da un hotel di Las Vegas sul pubblico di un concerto, ammazzando 58 persone.

Nel giugno del 2016, Omar Seddique Mateen aveva aperto il fuoco in un bar gay nella città di Orlando, lasciando 50 morti.

L’esaltazione del razzismo, dell’odio, in una società alienata, disfunzionale, dove regna l’insicurezza, sono ingredienti esplosivi soprattutto quando uno qualsiasi può avere un’arma.

Il mondo offre le sue condoglianze, di nuovo gente innocente cade abbattuta in una specie d’offerta a Moloch del denaro.

Quando le armi smetteranno d’essere un affare redditizio si comincerà a liberare il cammino, smetteranno i canti di morte e l’inno macabro degli spari.

Fonte: Jairo Antonio Melo Flórez, «La storia del crimine negli Stati Uniti» in storia, crimine e giustizia, 05/11/2015


Proteggendo il popolo?

 

Ancora una volta il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha lasciato senza parole l’opinione pubblica con le sue affermazioni di domenica scorsa.

Il mandatario del gigantesco paese sudamericano ha dichiarato che anche se lamentava le sparatorie avvenute negli Stati Uniti – una in Ohio e l’altra in Texas – questa non è una ragione per disarmare il popolo.

Bolsonaro, un ferreo difensore del libero porto d’armi, come il suo omologo statunitense, Donald Trump, del quale si dice ammiratore, ha citato come esempio il suo paese, nel quale sono avvenuti attacchi armati simili, considerandolo «molto disarmato», a suo giudizio, per via d’una legislazione restrittiva, ha riferito Hispantv.

Nonostante le preoccupanti cifre di morti nelle sparatorie, il mandatario brasiliano, capitano ritirato dell’Esercito, ha promesso ai «cittadini per bene» di fare il possibile per facilitare l’ottenimento di armi, per far sì che possano combattere e difendersi dal male».

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