PostFinance mette in difficoltà gli svizzeri a Cuba

Andrea Togninawww.swissinfo.ch

La decisione di PostFinance di interrompere dal 1 settembre il traffico dei pagamenti con Cuba crea problemi anche a progetti di cooperazione finanziati dalla Confederazione.

Si trattava verosimilmente dell’ultimo canale aperto per l’invio di denaro dalla Svizzera. L’istituto finanziario giustifica la decisione con i rischi connessi alle sanzioni statunitensi (sanzioni che la Svizzera non sostiene).

Roland Wüest è stato colto di sorpresa, lo scorso 27 agosto. Un consulente di PostFinance ha annunciato al coordinatore per la Svizzera tedesca della ONG MediCuba l’interruzione di lì a pochi giorni del traffico dei pagamenti per Cuba.

Per l’ONG, che si occupa di fornire materiali al sistema sanitario pubblico cubano e di favorire lo scambio di conoscenze nel settore della sanità ed è finanziata da donatori privati, cantoni, comuni e anche dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC, l’agenzia del governo elvetico per la cooperazione), la misura ha conseguenze gravi.

Il blocco dei canali di pagamento impedisce a MediCuba di inviare a Cuba il denaro necessario per la gestione dei progetti nell’isola caraibica. “Di conseguenza l’organizzazione non è più neppure in grado di onorare i contratti con enti privati e pubblici in Svizzera”, scrive l’ONG in un comunicato.

“Non so cosa faremo”

 

Anche se PostFinance ha evocato a voce la possibilità di trovare qualche soluzione, Roland Wüest al momento non sa cosa ne sarà in futuro dei progetti a Cuba. “Non so ancora come faremo”. Le grandi banche svizzere hanno chiuso già qualche anno fa i canali verso Cuba, PostFinance offriva verosimilmente l’ultima possibilità per i trasferimenti di denaro dalla Svizzera a Cuba.

Contattata da swissinfo.ch, PostFinance ha confermato che dal 1 settembre 2019 il canale dei pagamenti verso Cuba è chiuso, in ragione dell’inasprimento delle sanzioni statunitensi contro il governo dell’isola. Per PostFinance il rischio potenziale, in caso di mantenimento delle relazioni commerciali con Cuba, è l’esclusione dal traffico internazionale dei pagamenti, afferma il portavoce dell’istituto Johannes Möri.

In una comunicazione scritta di PostFinance in possesso di swissinfo.ch, l’istituto precisa di non essere sottoposto in quanto banca svizzera direttamente al diritto statunitense, ma di partecipare a operazioni globali di pagamento e di dipendere da una rete di banche corrispondenti e dall’accesso a operazioni di pagamento in dollari. Quindi la legge americana ha in certi casi un effetto extraterritoriale.

Sorpresa e indignazione

 

swissinfo.ch ha attivato i suoi contatti con Cuba e lanciato un appello su Facebook, invitando le proprie lettrici e i propri lettori a segnalare le difficoltà incontrate da cittadini svizzeri residenti a Cuba in seguito alla decisione di PostFinance. Dalle prime reazioni e segnalazioni abbiamo appreso del caso di un pensionato svizzero all’Avana che non può accedere ai soldi della sua pensione, versati su un conto PostFinance.

Vari contatti ricordano che la vicenda attuale si iscrive per gli svizzeri residenti a Cuba in una lunga storia di difficoltà legate ai conti bancari in Svizzera. UBS, Credit Suisse e altre banche hanno interrotto già in passato i trasferimenti di denaro verso Cuba.

Dalle mail che abbiamo ricevuto emerge anche indignazione per la mancata informazione da parte di PostFinance. “Ciò che mi dà fastidio e che trovo di un’assoluta impertinenza, al di là del bene e del male, è il modo. Chiudono semplicemente il rubinetto, senza preavviso. […] Molti si trovano ora davvero a secco”, scrive un cittadino svizzero pensionato, che risiede da dieci anni buona parte dell’anno nell’isola, precisando di non voler commentare le sanzioni in sé.

Il portavoce Johannes Möri si limita a dire che l’istituto ha informato “i clienti commerciali particolarmente esposti”. A causa del segreto bancario, PostFinance non fornisce in ogni caso informazioni su singoli clienti interessati dalla misura.

Interpellata da swissinfo.ch, la Camera di commercio Svizzera-CubaLink esterno segnala sorpresa e irritazione per una decisione che causa gravi problemi ai suoi membri.

“I nostri membri sono stati messi di fronte al fatto compiuto, a voce e a breve termine, dai consulenti di PostFinance”, scrive in comunicato l’organizzazione che raggruppa circa 50 aziende, in buona parte PME.

La Camera di commercio chiede spiegazioni ufficiali da parte di PostFinance e invita il Dipartimento federale dei trasporti (DATEC) ad adottare misure per garantire il diritto a relazioni bancarie ai cittadini e alle organizzazioni svizzere a Cuba.

La psicologa Marina Frigerio, membro del comitato direttivo di MediCuba, si è recata più volte a Cuba come volontaria per lavorare in un ospedale pediatrico. La sua indignazione per la politica delle sanzioni, che definisce “antidemocratica”, e per la decisione di PostFinance è palpabile.

“Una mano dà e l’altra prende”

 

“È una situazione ridicola”, dice. “La Confederazione tramite la DSC sostiene finanziariamente progetti medici umanitari a Cuba. PostFinance, che appartiene alla Confederazione ed è chiamata a garantire un servizio pubblico, si rifiuta di far arrivare quei soldi nel luogo a cui sono destinati. Una mano dà e l’altra prende.”

PostFinance ricorda tuttavia che il suo mandato di servizio universale si limita alla Svizzera e che l’obbligo di offrire l’accesso al traffico dei pagamenti si limita a transazioni in franchi sul mercato domestico.

Rispondendo a un’interpellanza parlamentare della consigliera nazionale socialista Marina Carobbio-Guscetti del 2014, relativa all’interruzione dei pagamenti verso Cuba da parte di alcune banche svizzere, il Consiglio federale aveva ricordato che le banche elvetiche sono tenute a limitare i rischi giuridici e di reputazione nelle operazioni transfrontaliere. L’analisi dei rischi può comportare l’interruzione di rapporti commerciali con paesi sanzionati dagli USA

Il governo specificava però di ritenere problematico il fatto di non eseguire transazioni umanitarie appellandosi a prescrizioni giuridiche estere.

“L’amministrazione federale si impegna pertanto in maniera mirata in tale ambito per trovare soluzioni congiunte con gli istituti finanziari e le autorità estere competenti. Lo stesso vale per i pagamenti necessari al funzionamento delle rappresentanze diplomatiche estere in Svizzera. Anche in questi casi, tuttavia, il Consiglio federale non può costringere una banca a svolgere determinate transazioni o a mantenere determinate relazioni di clientela.”

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