Il Cte vede lungo

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Fidel Castro Ruz – Discorso alla cerimonia per il XXXII anniversario dello sbarco del Granma, fondazione delle Forze Armate Rivoluzionarie e la proclamazione della Città di L’Avana “Lista per la difesa nella prima fase”, 5 dicembre 1988 Piazza della Rivoluzione “José Martí”
 

fidelcapelAnche quando un giorno formalmente miglioreranno le relazioni tra Cuba socialista e l’impero, non per questo cesserà, quell’ impero, nella sua idea di schiacciare la Rivoluzione Cubana, e non lo nasconde, lo spiegano i suoi teorici, lo spiegano i difensori della filosofia dell’impero. Ci sono alcuni che affermano che è meglio realizzare determinati cambiamenti nella politica verso Cuba per penetrarla, per indebolirla, per distruggerla, se possibile, anche pacificamente; e altri che pensano che più bellicosità contro Cuba, più attiva ed efficace sarà Cuba nelle sue lotte nello scenario dell’America Latina e del mondo. Quindi qualcosa deve essere essenza del pensiero rivoluzionario cubano, qualcosa deve essere assolutamente chiaro nella coscienza del nostro popolo, che ha avuto il privilegio di essere il primo su questi cammini, ed è la coscienza che mai potremo, finché esiste l’impero, abbassare la guardia, trascurare la difesa.

Dico questo perché alle volte alcuni si possono chiedere se non sarebbe meglio dedicare queste energie e questi sforzi e queste risorse alla costruzione del socialismo, allo sviluppo del paese, ed io rispondo e chiunque può rispondere sì, che sarebbe meglio poter dedicare quei fondi, quelle energie e quelle risorse allo sviluppo del paese, ma non smetterebbero di essere più che un’illusione, una grave illusione, una criminale illusione, perché questo è il prezzo che deve pagare il nostro popolo per la sua Rivoluzione, per la sua libertà, per la sua indipendenza, per i suoi più sacri diritti; è il prezzo che, anche, nel corso della storia hanno dovuto pagare molti popoli per il loro diritto ad esistere. Ed, in questo caso, non solo per esistere, ma esistere da qualcosa e per qualcosa.

Non possiamo ignorare la realtà, e non penso che mai possa perdonarsi il nostro popolo, né potrebbe evitare di pagare un altissimo e fatale prezzo, se un giorno si dimenticasse di tale realtà. E non è che siamo pessimisti, siamo semplicemente realisti; non è che siamo contro la pace e la distensione; non è che siamo contro la coesistenza pacifica tra i diversi sistemi politici e socio-economici, è che siamo e dobbiamo essere semplicemente realisti, ed il realismo ci dice che fino a quando esiste l’impero e finché esiste un popolo degno su questa isola, un popolo rivoluzionario su questa isola, ci sarà pericolo per la nostra Patria, e che non sia che un giorno ci ribassiamo tanto o  siamo tanto indegni di rinunciare alla nostra indipendenza, alla nostra libertà, ai nostri più sacri e nobili diritti.

Fidel Castro Ruz – Discurso en el acto por el XXXII aniversario del desembarco del Granma, fundación de las Fuerzas Armadas Revolucionarias y proclamación de la Ciudad de La Habana “Lista para la defensa en la primera etapa”, 5 de diciembre de 1988 en la Plaza de la Revolución “José Martí”
 
Aun cuando un día formalmente mejoraran las relaciones entre Cuba socialista y el imperio, no por ello cejaría ese imperio en su idea de aplastar a la Revolución Cubana, y no lo oculta, lo explican sus teóricos, lo explican los defensores de la filosofía del imperio. Hay algunos que afirman que es mejor realizar determinados cambios en la política hacia Cuba para penetrarla, para debilitarla, para destruirla, si es posible, incluso, pacíficamente; y otros que piensan que mientras más beligerancia le den a Cuba, más activa y efectiva será Cuba en sus luchas en el escenario de América Latina y del mundo. De modo que algo debe ser esencia del pensamiento revolucionario cubano, algo debe estar totalmente claro en la conciencia de nuestro pueblo, que ha tenido el privilegio de ser el primero en estos caminos, y es la conciencia de que nunca podremos, mientras exista el imperio, bajar la guardia, descuidar la defensa.
 
 Lo digo porque tal vez algunos se puedan preguntar si no sería mejor dedicar esas energías, esos esfuerzos y esos recursos a la construcción del socialismo, al desarrollo del país, y yo respondo y cualquiera puede responder que sí, que sería mejor poder dedicar esos fondos, esas energías y esos recursos al desarrollo del país, pero no dejaría de ser más que una ilusión, una grave ilusión, una criminal ilusión, porque ese es el precio que tiene que pagar nuestro pueblo por su Revolución, por su libertad, por su independencia, por sus más sagrados derechos; es el precio que, incluso, a lo largo de la historia han tenido que pagar muchos pueblos por su derecho a existir. Y, en este caso, no solo para existir, sino existir por algo y para algo.
 
 No podemos ignorar las realidades, y no creo que pueda perdonarse jamás nuestro pueblo, ni podría dejar de pagar un altísimo y fatal precio, si algún día se olvidara de esta realidad. Y no es que seamos pesimistas, somos simplemente realistas; no es que estemos contra la paz y la distensión; no es que estemos contra la coexistencia pacífica entre distintos sistemas políticos y económico-sociales, es que somos y tenemos que ser sencillamente realistas, y el realismo nos indica que mientras exista el imperio y mientras exista un pueblo digno en esta isla, un pueblo revolucionario en esta isla, habrá peligros para nuestra patria, a no ser que un día nos rebajemos tanto o seamos tan indignos como para renunciar a nuestra independencia, a nuestra libertad, a nuestros más sagrados y hermosos derechos.

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