Discorso Díaz-Canel (MNOAL)

XVIII Vertice dei Capi di Stato e di Governo del MNOAL

Stimato Presidente Ilham Aliyev,

Distinti Capi di Stato e di Governo,

Delegati e invitati:

Con sincera emozione, ringrazio per la calda accoglienza che ci offrono il popolo e il governo della Repubblica dell’Azerbaigian, ai quali ci uniscono 27 anni di relazioni ininterrotte. È stato un lungo viaggio, ma imprescindibile.

Siamo arrivati nella bella e prospera Bakù dopo un percorso di 11.300 Km. rompendo l’assedio del blocco che negli ultimi mesi è stato brutalmente indurito, perché le gravi sfide attuali esigono di riprendere il ruolo che come Movimento che raggruppa la maggioranza del pianeta, corrisponde ai Non Allineati nell’arena internazionale.

Di nuovo, come nel 1961, è necessario che si lavori uniti, legati ai principi della fondazione di Bandung per la pace e lo sviluppo dei popoli, perché è nostra responsabilità come politici e perché nessuno lo farà per noi.

Di fronte al chiaro disprezzo degli Stati Uniti e di altri governi dei giusti reclami delle nazioni del Sud; di fronte all’oscena politicizzazione dei diritti umani e alla mancanza di rispetto flagrante del diritto dei popoli di decidere il loro sistema politico, socioeconomico e culturale; di fronte alla mancanza d’impegno con il multilateralismo e i trattati internazionali, altri potranno restare indifferenti. Noi no! Perché tutte queste azioni vanno contro i nostri popoli.

Le nazioni che con il loro sangue, il loro sudore e la loro sofferenza hanno pagato il maggior prezzo del progresso e e che sono emerse dallo sfruttamento e dal saccheggio coloniale con secoli di ritardo economico e sociale, hanno tutto il diritto di domandare:

* Perchè si continuano a incrementare in maniera irrazionale le spese militari, mentre si riducono gli investimenti pe rlo sviluppo e la cooperazione?

* Perché si sottovaluta la gravità del Cambio Climatico che ha posto in pericolo l’esistenza dei Piccoli Stati Insulari e la stessa sopravvivenza dell’umanità?

* Perché non si zittiscono le armi e non si compensano le nazioni più ritardate e impoverite per via del saccheggio, con trattamenti giusti, speciali e differenziati?

Eccellenze:

Cuba si onora d’essere il primo paese latinoamericano nei NOAL. Questo gruppo di nazioni libere che opera con regole democratiche senza veti è quello che difendiamo e e sogniamo di vedere un giorno nella ONU.

Noi ci appoggiamo alla forza di questi valori per reiterare qui:

* La nostra solidarietà con tutti i popoli che lottano perché si riconosca il loro libero diritto all’auto determinazione.

* La nostra condanna delle decisioni unilaterali degli Stati Uniti in appoggio a Israele e contro l’Iran, che incrementano l’instabilità nella convulsa regione del Medio Oriente.

* Il nostro richiamo a porre fine alla guerra contro il popolo della Siria e incontrare una soluzione ampia, giusta e duratura al conflitto israeliano palestinese.

* Il nostro benvenuto al processo di avvicinamento e dialogo inter coreano e la nostra condanna delle sanzioni unilaterali contro la RPDC.

* La nostra energica condanna delle campagne degli Stati Uniti contro le forze politiche, i leader della sinistra e i governi progressisti dell’America Latina e dei Caraibi.

* La nostra ferma solidarietà con il Presidente costituzionale del Venezuela, Nicolás Maduro, la Rivoluzione Bolivariana e Chavista e l’ unione civico-militare del suo popolo, che ha saputo difendere la sovranità del paese di fronte alle maggiori minacce e ai pericoli.

* Riaffermiamo ugualmente il nostro appoggio e la solidarietà con il governo del Nicaragua di fronte ai tentativi statunitensi di destabilizzare questa fraterna nazione.

* Ci felicitiamo con il popolo dello Stato Plurinazionale della Bolivia per la sua attiva partecipazione al processo elettorale e con il Presidente Evo Morales Ayma per la sua rielezione.

* Denunciamo il tentativo di colpo d Stato e la campagna di tergiversazione, destabilizzazione e violenza scatenata dai settori dell’opposizione e istigata dagli Stati Uniti contro la pace e la sicurezza cittadina in Bolivia. La Bolivia dei popoli originari, vilipesa per secoli, che è stata posta da uno straordinario leader tra i paesi con la maggiore crescita e riserva della nostra regione.

* E in maniera particolare, per i gravi rischi che corrono la nostra regione e il mondo, respingiamo la decisione di attivare il Trattato Interamericano d’ Assistenza Reciproca (TIAR), orientato a sostenere   militarmente l’ansia statunitense di far rivivere la Dottrina Monroe nell’insano impegno di “Fare Grande l’America” al prezzo del ritorno delle nazioni libere come cortili posteriori.

Stimati leaders qui presenti:

Durante la Guerra Fredda ci chiamavano Terzo Mondo. Si supponeva che non appartenendo a un blocco e nemmeno all’altro, saremmo stati liberi dalla guerra.Ma i nostri popoli sanno, perchè è toccato a noi mettere i morti e le perdite, che se qualche volta le armi si sono raffreddate è stato solo tra i poderosi.

Praticamente non esiste una nazione d’Africa, Asia e America Latina, che non ha sofferto il doloroso costo della guerra di liberazione o d’intervento, di bassa, o media, o alta intensità durante la seconda metà del XX secolo sino ai nostri giorni.

E anche dove non c’è stata morte e distruzione, ci sono stati i costi elevati per gli aumenti dei prezzi di quello che compriamo e il calo dei prezzi di quello che vendiamo, implantando la dittatura del dollaro e delle abusive istituzioni finanziarie nate dai detti accordi di Bretton Woods, quella grande truffa che ha posto il mondo a girare attorno all’instabilità della politica imperiale.

I poderosi, dai loro confortevoli spazi blindati, hanno trasformato i nostri paesi in laboratori e mercati per le loro armi, lasciandoci come saldo milioni di morti, sfollati, rifugiati, affamati e violentati.

Hanno dettato regole di condotta universale che loro stessi violano costantemente e hanno elaborato liste per escluderci e per castigarci se non ci sottomettiamo alle leggi cieche del mercato e all’egemonia imperiale.

La Terza Guerra Mondiale non è la prossima Guerra.

È una guerra senza data d’inizio nè calcolo della fine, una guerra che da anni dissangua nazioni nobili e pacifiche, con le armi degli eserciti imperiali, soldati mercenari e terrorista camuffati da liberatori, in nome della lotta contro il terrorismo, la difesa della democrazia, della libertà o dei diritti umani. Menzogna!

Non si era mai mentito tanto, con la più grande sfacciataggine e il più terribile costo per l’immensa maggioranza dell’Umanità, in funzione degli interessi di una minoranza che ha portato i suoi lussi a eccessi allucinanti.

In pieno XXI secolo, piovono le minacce e le aggressioni di diverso grado su tutti i governi che si rifiutano di servire la potenza egemonica, d’installare basi militari, consegnare le proprie risorse o cedere al suo mandato .

Lì c’è l’eroico Venezuela, quello dove per decenni hanno saccheggiato le sue quasi infinite risorse energetiche, sino a che la Rivoluzione Bolivariana le ha riscattate per metterle al servizio del suo popolo, della solidarietà e la cooperazione regionale e internazionale.

Contro il Venezuela che resiste, si lanciano le più perverse accuse, si applicano tecniche di guerra psicologica e si promuove la destabilizzazione nel tentativo mille volte fallito di scatenare un conflitto interno.

Al colmo dell’infamia e del cinismo, l’impero accusa il Governo Bolivariano di essere uno strumento di Cuba.

Dato che non praticano e non conoscono la solidarietà, ciechi cattiveria e d’impotenza, accusano i nostri collaboratori della sanità d’essere militari travestiti e perseguitano e bloccano il commercio tra le nostre nazioni danneggiando la vitalità delle nostre economie.

Rompono accordi, scatenano guerre commerciali, elettroniche, mediatiche. Chiudono porte, costruiscono muri, confiscano attivi, rubano fondi, proibiscono gli scambi.

Non rispettano e violano le leggi internazionali.

Promettono di fare grande l’America, la loro America che non è la nostra al prezzo di ridurre lo spazio che resta per il resto nel pianeta.

/ “Vanno per il cielo inghiottendo mondi”/, direbbe il nostro José Martí.

È tempo di rispondere.

I Non allineati rappresentiamo più di due terzi delle Nazioni Unite e circa il 55% della popolazione mondiale. Raggruppiamo nazionalità, culture, identità , forze umane e politiche di tutti i segni, amanti della pace a desiderose di realizzare il lo proprio sviluppo, ma senza esclusioni ,né egemonismi.

Un ripasso della nostra storia comune delle parole e degli accordi dei nostri leader in sei decenni c’insegna prima di tutto la vocazione libertaria e anti imperialista del movimento e la straordinaria forza che può fiorire dalla nostra solidarietà e cooperazione.

Insieme abbiamo sconfitto il colonialismo e il apartheid, abbiamo affrontato aggressioni e ingerenze, fame e disastri naturali, epidemie, assedi politici ed economici.

Ringraziamo il Movimento Non Allineato per la sua storica posizione di condanna e rifiuto del blocco imposto da più di cinque decenni contro il nostro paese, e della Legge Helms-Burton, di marcato carattere extraterritoriale, che esprime un esacerbato grado d’aggressività degli Stati Uniti contro la resistenza del nostro popolo.

Questa politica criminale è il principale ostacolo al nostro sviluppo, ma anche un’espressione della mancanza di rispetto della grande potenza per i diritti umani dei cubani, del Diritto Internazionale e del libero commercio.

Contro ogni logica umana di convivenza nel rispetto alle differenze, il blocco s’indurisce ogni giorno.

Di settimana in settimana annunciano nuove misure di strangolamento della nostra economia.

Come i pirati di altre epoche, l’attuale governo degli Stati Uniti ha esteso la sua politica d’assedio anche al mare, perseguitando e sanzionando con malvagità le imprese, le navi e le compagnie che partecipano al trasporto di combustibile a Cuba.

Oggi vogliano reiterare davanti a voi che non cederemo di fronte alle minacce e alle pressioni e che non rinunceremo all’impegno di avanzare nel nostro progetto di costruzione di una nazione prospera e sostenibile.

Più prospera e più sostenibile, essendo più libera , indipendente, socialista e sovrana.

Eccellenze:

A nome di Cuba, voglio elogiare il lavoro della Presidenza del Venezuela al fronte del Movimento, nel mezzo delle più complesse circostanze e sotto l’assedio politico imperiale.

Nello stesso tempo impegniamo tutto il nostro appoggio all’impegno della Repubblica dell’ Azerbaigian per il triennio 2019-2021.

Se mi permettete prendo un piccolo fatto della lunga storia dei Non Allineati  per tornare alla sua essenza.

Forma parte di un discorso di Fidel Castro, leader storico della Rivoluzione cubana e uno dei più valorosi e audaci difensori del non allineamento.

Fidel disse nel VI Vertice a L’Avana nel 1979 , e cito:

*/”La forza dei nostri paesi uniti è molto poderosa. I qui riuniti rappresentiamo la stragrande maggioranza dei popoli del mondo.

Uniamoci tutti strettamente e uniremo le crescenti forze del nostro vigoroso Movimento nelle Nazioni Unite e in tutti i Forum internazionali per esigere giustizia economica per i nostri popoli, per far sì che finisca il dominio sulle nostre risorse e il furto del nostro sudore!

Uniamoci per esigere il nostro diritto allo sviluppo, il nostro diritto alla vita, il nostro diritto al futuro!”/*

Non aspettiamo che le bombe caschino sopra il Venezuela o sopra Cuba, come cadono già sulla Siria e prima sull’Iraq e la Libia , per appoggiare la loro ricostruzione. Impediamo l’aggressione! Fermiamo a tempo la sfrenata ambizione, la prepotenza dell’impero!

Cuba è orgogliosa d’essere stata lo scenario del Proclama dell’America Latina come Zona di Pace e d’aver accolto nella nostra patria le conversazioni per far terminare il lungo conflitto nella Colombia, oggi ancora in pericolo per i costanti tentativi promossi dagli Stati Uniti per destabilizzare la regione,dove l’impero mantiene 9 delle 76 basi militari che possiede in tutta l’America Latina.

Vorrei ricordare anche la permanente disposizione del nostro paese al dialogo senza condizioni e con la base nel re’spetto reciproco. Tre anni fa, durante il Vertice precedente erano trascorsi solo 21 mesi dallo ristabilimento della relazioni itra gli USA e Cuba Lì nell’Isola Margarita , territorio del Venezuela, il nostro Generale d’Esercito aveva ratificato:

*/“…la volontà di sostenere relazioni di convivenza civile con gli Stati Uniti, e nello stesso tempo aveva avvertito che:“Cuba non rinuncia a uno solo die suoi principi né a realizzare concessioni inerenti alla sua sovranità e indipendenza. Non cede nulla nella difesa dei suoi ideali rivoluzionari e anti imperialisti, né l’appoggio all’autodeterminazione dei popoli”./*

Confermiamo la decisione di continuare a cooperare con i popoli che lo domandano, con il principio di condividere quello che abbiamo, non dare quello che avanza, perché a noi quello che avanza è solamente il valore.

Veniamo a ratificare al MNOAL che le nuove generazioni di dirigenti di Cuba daranno continuità ai principi che per quasi 60 anni abbiamo sostenuto nell’insieme delle nazioni che lo formano e che abbiamo la capacità e la forza per correggere gli squilibri che oggi pongono in pericolo la pace mondiale.

Come disse José Martí riferendosi a Nuestra America, che i paesi che formiamo il Movimento Non Allineato:

/Già non possiamo essere il popolo di foglie che vive nell’aria con la coppa piena di fiori schioccando e saltando, così come l’accarezza il capriccio della luce, o lo abbattano o lo sradichino le tempeste; gli alberi si devono mettere in fila perché non passi il gigante delle sette leghe! È l’ora dello conteggio e della marcia unita”./

Loro hanno la forza delle armi. Noi la forza dei popoli.

Esiste un mondo storicamente ritardato che aspetta i nostri accordi e le nostre azioni

Vi propongo di allinearci, ma solo attorno ai nostri consensi:

* No per la guerra, sí per la pace

* No per l’egemonismo, sì per il multilateralismo

* No per l’ingerenza, sì per la sovranità

* No per l’ esclusione, sì per l’inclusone

* No per l’odio, sì per la solidarietà

* No per il controllo del mondo tra poderosi, sì per la vera libertà e la democratizzazione delle Nazioni Unite e le    relazioni internazionali.

Solo l’unità potrà salvarci.

Siamo di più. Facciamo di più.

Molte grazie.

XVIII Cumbre de Jefes de Estado y de Gobierno del MNOAL

 

Estimado Presidente Ilham Aliyev,

Distinguidos Jefes de Estado y Gobierno,

Delegados e invitados:

Con sincera emoción, agradezco la cálida acogida que nos brindan el pueblo y gobierno de la República de Azerbaiyán, a quienes nos unen 27 años de relaciones ininterrumpidas. Ha sido un viaje largo, pero imprescindible.

Llegamos a la hermosa y próspera Bakú, después de recorrer más de 11 300 kilómetros, rompiendo el cerco del bloqueo —que en los últimos meses se ha recrudecido brutalmente—, porque los graves desafíos actuales nos exigen retomar el papel que, como el movimiento que agrupa a la mayoría del planeta, le corresponde a los No Alineados en la arena internacional.

Otra vez, como en 1961, es crucial que trabajemos juntos, apegados a los principios fundacionales de Bandung, por la paz y el desarrollo de los pueblos. Porque es nuestra responsabilidad como políticos y porque nadie lo hará por nosotros.

Ante el abierto desprecio de Estados Unidos y otros gobiernos por los justos reclamos de las naciones del Sur; ante la obscena politización de los Derechos Humanos y el irrespeto flagrante al derecho de los pueblos a decidir su sistema político, socioeconómico y cultural; ante la falta de compromiso con el multilateralismo y los tratados internacionales, otros podrán ser indiferentes. Nosotros no. Porque todas esas acciones van contra nuestros pueblos.

Las naciones que, con su sangre, su sudor y su sufrimiento han pagado el mayor precio del progreso y que emergieron de la explotación y el saqueo colonial, con siglos de atraso económico y social, tienen todo el derecho a preguntar:

  • ¿Por qué se siguen incrementando de manera irracional los gastos militares, mientras se reducen las inversiones para el desarrollo y la cooperación?
  • ¿Por qué se subestima la gravedad del Cambio Climático que ha puesto en peligro la existencia de los Pequeños Estados Insulares y la propia supervivencia de la humanidad?
  • ¿Por qué no se silencian las armas y se compensa a las naciones más atrasadas y empobrecidas por el saqueo con un trato justo, especial y diferenciado?

Excelencias:

Cuba se honra con ser el primer país latinoamericano en los No Alineados. Este concierto de naciones libres que opera bajo reglas democráticas y sin veto, es lo que defendemos y soñamos ver un día en la ONU. En la fuerza de esos valores nos apoyamos para reiterar aquí:

  • Nuestra solidaridad con todos los pueblos que luchan por que se reconozca su libre derecho a la autodeterminación.
  • Nuestro rechazo a las decisiones unilaterales de Estados Unidos en apoyo a Israel y contra Irán, que incrementan la inestabilidad en la volátil región de Oriente Medio.
  • Nuestro llamado a poner fin a la guerra contra el pueblo sirio y a encontrar una solución amplia, justa y duradera al conflicto israelo-palestino.
  • Nuestra bienvenida al proceso de acercamiento y diálogo intercoreano y nuestra condena a las sanciones unilaterales contra la RPDC.
  • Nuestro enérgico rechazo a las campañas de Estados Unidos contra fuerzas políticas, líderes de izquierda y gobiernos progresistas de América Latina y el Caribe.
  • Nuestra firme solidaridad con el Presidente constitucional de Venezuela, Nicolás Maduro, la Revolución Bolivariana y Chavista y la unión cívico-militar de su pueblo, que ha sabido defender la soberanía del país frente a las mayores amenazas y peligros.
  • Reafirmamos igualmente, nuestro apoyo y solidaridad con el gobierno de Nicaragua ante los intentos estadounidenses de desestabilizar a esa hermana nación.
  • Nuestra felicitación al pueblo del Estado Plurinacional de Bolivia por su activa participación en el proceso electoral y al Presidente Evo Morales Ayma por su reelección.
  • Denunciamos el intento de golpe de estado y la campaña de tergiversaciones, desestabilización y violencia desatada por sectores de la oposición e instigada por Estados Unidos contra la paz y la seguridad ciudadana en Bolivia. La Bolivia de los pueblos originarios y vilipendiados durante siglos, que fue colocada por su extraordinario líder entre los países con mayor crecimiento y reservas en nuestra región.
  • Y, de manera particular, por los graves riesgos que entraña para nuestra región y para el mundo, rechazamos la decisión de activar el Tratado Interamericano de Asistencia Recíproca (TIAR), orientado a respaldar militarmente el afán estadounidense de revivir la Doctrina Monroe en el trasnochado empeño de hacer “Grande a América”, a costa de recuperar a las naciones libres del continente como su traspatio.

Estimados líderes aquí presentes:

Durante la Guerra Fría nos llamaron Tercer Mundo. Se suponía que al no pertenecer a un bloque ni a otro, estaríamos libres de las guerras. Pero nuestros pueblos saben, porque nos tocó poner los muertos y las pérdidas, que, si alguna vez las armas se enfriaron, fue sólo entre los poderosos.

Prácticamente no existe una nación de África, Asia y América Latina, que no haya sufrido el doloroso costo de las guerras, de liberación o de intervención, de baja, mediana o alta intensidad, durante la segunda mitad del siglo XX y hasta nuestros días.

Incluso donde no hubo muerte y destrucción, hubo elevados costos, al dispararse los precios de lo que compramos y bajar el precio de lo que vendemos; al implantarse la dictadura del dólar y de las abusivas instituciones financieras nacidas de los llamados acuerdos Bretton Woods, esa gran estafa que puso al mundo a girar en torno a los vaivenes de la política imperial.

Los poderosos, desde sus confortables espacios blindados, han convertido a nuestros países en laboratorios y mercado de sus armas, dejándonos como saldo millones de muertos, desplazados, refugiados, hambrientos, violentados.

Han dictado reglas de conducta universal que ellos mismos violan constantemente y han elaborado listas para excluirnos o para castigarnos si no nos sometemos a las leyes ciegas del mercado y a la hegemonía imperial.

La Tercera Guerra Mundial no es la próxima Guerra. Es la guerra sin fecha de comienzo ni cálculo de fin, que hace años desangra a naciones nobles y pacíficas, con armas de los ejércitos imperiales, soldados mercenarios y terroristas disfrazados de libertadores, en nombre del combate al terrorismo, la defensa de la democracia, la libertad o los Derechos Humanos. ¡Mentira!

Jamás se mintió tanto, con mayor desfachatez y más terrible costo para la inmensa mayoría de la Humanidad, en función de los intereses de una minoría que ha llevado sus lujos a excesos alucinantes.

En pleno siglo XXI, llueven amenazas y agresiones de diverso grado sobre todos los gobiernos soberanos que se niegan a servir a la potencia hegemónica para instalar bases militares, entregar sus recursos o ceder a su mandato.

Ahí está la heroica Venezuela, a la que durante décadas saquearon sus casi infinitas reservas energéticas, hasta que la Revolución Bolivariana las rescató para ponerlas al servicio de su pueblo y de la solidaridad y la cooperación regional e internacional.

Contra Venezuela que resiste, se lanzan las más perversas acusaciones, se aplican técnicas de guerra psicológica y se promueve la desestabilización, en el intento mil veces fallido de desatar un conflicto interno.

En el colmo de la infamia y el cinismo, el imperio acusa al Gobierno Bolivariano de ser un instrumento de Cuba.

Como no practican ni conocen la solidaridad, ciegos de maldad e impotencia, acusan a nuestros colaboradores de la salud, de militares disfrazados y persiguen y bloquean el comercio entre nuestras naciones, afectando la vitalidad de nuestras economías.

Rompen convenios, desatan guerras comerciales, electrónicas, mediáticas. Cierran puertas, levantan muros, confiscan activos, roban fondos, prohíben intercambios. Desconocen y violan las leyes internacionales. Prometen hacer grande a América, su América que no es la nuestra, a costa de reducir el espacio que queda para el resto del planeta.

“Van por el cielo engullendo mundos”, diría nuestro José Martí.

Es tiempo de responderles.

Los No Alineados representamos más de dos tercios de las Naciones Unidas y alrededor del 55 por ciento de la población mundial. Agrupamos nacionalidades, culturas, identidades, fuerzas humanas y políticas de todos los signos, amantes de la paz y deseosas de alcanzar su propio desarrollo, pero sin exclusiones ni hegemonismos.

Un repaso de nuestra historia común, de las palabras y los acuerdos de nuestros líderes a lo largo de seis décadas, nos enseña, en primer lugar, la vocación libertaria y antimperialista del movimiento y la extraordinaria fuerza que puede brotar de nuestra solidaridad y cooperación.

Juntos hemos derrotado al colonialismo y al apartheid, hemos enfrentado agresiones e injerencias, hambrunas y desastres naturales, epidemias y cercos económicos y políticos.

Agradecemos al Movimiento No Alineado su histórica posición de condena y rechazo al bloqueo de más de cinco décadas contra nuestro país y a la Ley Helms-Burton, de marcado carácter extraterritorial, que expresa el exacerbado grado de agresividad de Estados Unidos contra la resistencia de nuestro pueblo.

Esa política criminal es el principal obstáculo a nuestro desarrollo, pero también es una expresión del irrespeto de la gran potencia por los derechos humanos de los cubanos, el Derecho Internacional y el libre comercio.

Contra toda lógica humana de convivencia en el respeto a las diferencias, el bloqueo se recrudece por día. Apenas pasa una semana sin que se anuncien nuevas medidas de estrangulamiento a nuestra economía.

Como los piratas de otras épocas, el actual gobierno de los Estados Unidos ha extendido su política de cerco hasta el mar, persiguiendo y sancionando con saña a empresas, buques y navieras que participen en el transporte de combustible a Cuba.

Hoy queremos reiterar ante ustedes que no cederemos ante las amenazas y las presiones y que no renunciaremos al empeño de avanzar en nuestro proyecto de construcción de una nación próspera y sostenible. Más próspera y más sostenible, mientras más libre, independiente, socialista y soberana.

Excelencias:

En nombre de Cuba, quiero reconocer la labor de la Presidencia de Venezuela al frente del Movimiento, en medio de las más complejas y duras circunstancias bajo el asedio político imperial.

Al mismo tiempo, comprometemos todo nuestro apoyo con el desempeño de la República de Azerbaiyán en el trienio 2019-2021.

Si me permiten, voy a tomar una pequeña hoja de la larga historia de los No Alineados para volver a sus esencias. Forma parte de un discurso de Fidel Castro, líder histórico de la Revolución cubana y uno de los más valientes y audaces defensores del no alineamiento. Decía Fidel, en la VI Cumbre de La Habana, en 1979 que (y cito):

“La fuerza de nuestros países unidos es muy poderosa. Los aquí reunidos representamos a la inmensa mayoría de los pueblos del mundo ¡Unámonos todos estrechamente, concertemos las crecientes fuerzas de nuestro vigoroso Movimiento en las Naciones Unidas y en todos los foros internacionales para exigir justicia económica para nuestros pueblos, para que cese el dominio sobre nuestros recursos y el robo de nuestro sudor! ¡Unámonos para exigir nuestro derecho al desarrollo, nuestro derecho a la vida, nuestro derecho al porvenir!”

No esperemos que las bombas caigan sobre Venezuela o sobre Cuba, como ya caen sobre Siria y antes sobre Iraq y Libia, para apoyar su reconstrucción. Impidamos la agresión. Paremos a tiempo la desbocada ambición y la prepotencia del imperio.

Cuba se enorgullece de haber sido el escenario de la Proclama de América Latina como Zona de Paz y de haber acogido en nuestra Patria las conversaciones para el fin del largo conflicto en Colombia, hoy también en riesgo por los constantes intentos de desestabilizar la región que Estados Unidos promueve allí, donde mantiene 9 de las 76 bases militares que posee en toda América Latina.

Quisiera recordar también la permanente disposición de nuestro país al diálogo sin condicionamientos y con base en el respeto recíproco. Hace tres años, durante la cumbre anterior, apenas habían transcurrido 21 meses del restablecimiento de las relaciones entre Estados Unidos y Cuba.

Allí, en Isla Margarita, territorio de Venezuela, nuestro General de Ejército ratificó:

“…la voluntad de sostener relaciones de convivencia civilizada con Estados Unidos”, pero, al mismo tiempo advirtió que: “Cuba no va a renunciar a uno solo de sus principios, ni a realizar concesiones inherentes a su soberanía e independencia. No va a ceder en la defensa de sus ideales revolucionarios y antiimperialistas, ni en el apoyo a la autodeterminación de los pueblos”.

Confirmamos la decisión de seguir cooperando con los pueblos que lo demanden, bajo el principio de compartir lo que tenemos, no dar lo que nos sobra, porque no nos sobra más que valor.

Venimos a ratificar al MNOAL que las nuevas generaciones de dirigentes de Cuba darán continuidad a los principios que durante casi 60 años hemos sostenido en el concierto de las naciones que lo integran y que tenemos el desafío y la fuerza para corregir los desequilibrios que hoy ponen en riesgo la paz mundial.

Digo como José Martí refiriéndose a Nuestra América, que los países que integramos el Movimiento No Alineado:

Ya no podemos ser el pueblo de hojas, que vive en el aire, con la copa cargada de flor, restallando o zumbando, según la acaricie el capricho de la luz, o la tundan y talen las tempestades; ¡los árboles se han de poner en fila, para que no pase el gigante de las siete leguas! Es la hora del recuento, y de la marcha unida”.

Ellos tienen la fuerza de las armas. Nosotros la fuerza de los pueblos.

Hay un mundo postergado históricamente que espera por nuestros acuerdos y acciones.

Les propongo alinearnos, pero sólo en torno a nuestros consensos:

No por la guerra, sí por la paz.

No por hegemonismos, sí por el multilateralismo.

No por la injerencia, sí por la soberanía.

No por la exclusión, sí por la inclusión.

No por el odio, sí por la solidaridad.

No por el control del mundo entre poderosos, sí por la verdadera libertad y la democratización de las Naciones Unidas y las relaciones internacionales.

Sólo la unidad podrá salvarnos. Somos más. Hagamos más.

Muchas gracias.

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