La destra non desiste dal colpo di Stato in Bolivia

La convocazione del presidente della Bolivia, Evo Morales a riprendere il dialogo per promuovere la pace nel suo paese, alla formula nell’unità delle forze per affrontare il colpo di Stato promosso dagli Stati Uniti, è stata la premessa del discorso che ha pronunciato parlando alla folla concentrata nella Plaza Mayor di San Francisco, a La Paz.

«Vogliono portare ingiustizia e violenza e per questo io domando unità:

l’unità sarà sempre la sconfitta dei vendipatria, con l’unità ci saranno sempre più progetti e sviluppo dei boliviani», ha precisato il mandatario ed ha ricordato che quando la destra non ha potuto vincere le elezioni, ha inventato la frode.

Il richiamo allo sciopero promosso da settori dell’opposizione vuole, come obiettivo principale, danneggiare l’economia del paese, che ha registrato da 13 anni un aumento del 3.9% l’anno, con l’implementazione di un nuovo modello che risponde agli interessi della società, ha informato l’Agenzia Venezuelana di Notizie Evo ha detto che i gruppi dell’opposizione tentano di prendere il potere politico e squalificare i risultati elettorali delle votazioni generali del 20 ottobre scorso nelle quali il mandatario boliviano è stato rieletto con più del 47% dei voti.

Il dirigente dell’opposizione di Santa Cruz, Luis Fernando Camacho, ha appena chiamato a radicalizzare lo sciopero nazionale convocato per il fine settimana attraverso le istituzioni dello Stato, con l’obiettivo di fare pressioni sul presidente Evo Morales, per far sì che rinunci.

Il ministro dell’Economia della Bolivia, Luis Arce, ha offerto un bilancio delle perdite economiche generate nel paese dai disturbi promossi dal gruppo dell’opposizione Comitè Civico, dall’occupazione degli uffici nazionali delle imposte e dal blocco alla frontiera, impedendo d’incassare le entrate doganali.

Questo incide sulla possibilità di pagare bonus agli anziani, di mantenere i piani sociali nel programma che beneficia i bambini, chiamato Juancito Pinto, il bilancio per le università, la salute e l’educazone.

Il titolare dell’economia ha spiegato che i settori che hanno generato le perdite più alte in questi 14 giorni di proteste sono il trasporto, le comunicazioni, il trasporto dai magazzini, i negozi e il servizio d’amministrazione pubblica

Il colpo di Stato è stato organizzato in un principio con la convocazione a una marcia degli oppositori, poi sono venuti gli scioperi e i blocchi in differenti città del paese; si commettono azioni di vandalismo, furti, saccheggi e distruzioni dei beni pubblici oltre a violenze da parte di gruppi infiltrati e totalmente incappucciati.

Con i media di comunicazione di massa creano le falsità di una ribellione, con una campagna per togliere prestigio e false accuse, oltre alla promozione della violenza per mostrare l’ingovernabilità e l’illegittimità, senza scartare l’eliminazione fisica del presidente.

Il ministro boliviano della Difesa, Javier Zavaleta, ha avvertito che questa logica violenta va contro gli interessi del paese e ha chiesto l’immediata fine di questo tipo di convocazioni, perchè possono trasformarsi in una spirale di violenza.

Per questo una marcia pacifica di migliaia di persone è stata organizzata martedì 5 dai settori sociali della Bolivia sino alla sede del Governo, per appoggiare il presidente Evo Morales e in difesa della democrazia, guadagnata storicamente con la lotta degli operai.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.