Bolivia: due rapporti indipendenti provano che non ci sono stati brogli

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Al contrario di quanto cerca di affermare la narrazione dominante, al solito fallace per non dire mendace, in Bolivia non vi è stato alcun broglio alle elezioni per favorire la vittoria di Evo Morales. Che, bisogna ricordare, ha ottenuto ben 600mila voti in più del suo avversario più vicino, Carlos Mesa di Unidad Ciudadana. Uno degli attori del golpe, insieme al fondamentalista religioso Camacho, una sorta di Bolsonaro in salsa boliviana.

Due rapporti internazionali, che hanno anche la legittimità di essere indipendenti, espongono e dimostrano che non vi è stata alcuna frode nelle elezioni. L’OSA invece con la sua azione ha agito per fomentare il golpe, offrendo una versione sballata e non veritiera sulle elezioni chiedendo la ripetizione della tornata elettorale. Legittimamente vinta da Evo Morales.

Né l’OSA, né nessun altro, ha potuto confermare l’esistenza di una frode nelle elezioni del 20 ottobre in Bolivia; proprio quest’ultima organizzazione internazionale, guidata dall’uruguaiano Luis Almagro, aveva raccomandato, prima delle elezioni, il sistema di rapido conteggio dei voti utilizzato e che ora è una scusa per sostenere il rovesciamento di Evo, sebbene il suo risultato non abbia valore legale; Morales ha vinto poco più del 10% dei voti rispetto al candidato dell’opposizione Carlos Mesa, quindi secondo quanto recita la Costituzione del paese andino il presidente Morales risulta eletto al primo turno senza bisogno di andare al ballottaggio con Mesa.

Le irregolarità statistiche rilevate – le tabelle osservate – sono marginali e non incidono su tale risultato anche prendendo i voti al MAS e assegnandoli a Mesa; la suddetta interruzione dello scrutinio per il controllo finale non si è verificata per un periodo di tempo significativo in qualsiasi momento.

Uno dei due documenti che smentiscono l’OSA e confermano il trionfo di Evo è stato prodotto dal ricercatore di scienze politiche dell’Università del Michigan Walter Mebane, un noto scienziato considerato come uno dei massimi esperti di frode elettorale del mondo. Va chiarito che, inoltre, non ha affiliazioni politiche, meno in America Latina e meno a favore di Morales.

L’indagine, intitolata Prove che i voti fraudolenti non sono stati decisivi nelle elezioni in Bolivia del 2019, indica che ci sono alcune irregolarità statistiche che potrebbero indicare una frode solo in 274 dei 34551 seggi elettorali. Una situazione che non differisce molto da quella riscontrata in altre tornate elettorali come in Honduras, Turchia, Russia, Austria e Wisconsin. “Anche rimuovendo i voti fraudolenti, il MAS ha un vantaggio superiore al dieci percento”, afferma il lavoro di Mebane.

Il secondo rapporto che demolisce l’OSA e conferma il trionfo di Morales è del CEPR, un gruppo di esperti che include ricercatori di diverse università in Europa. In questo lavoro si sono concentrati sulla missione di osservazione elettorale dell’organizzazione di Almagro e su quanto fosse importante nel processo elettorale boliviano, così come nella realizzazione del golpe.

“Né l’OSA né chiunque altro potrebbe dimostrare che ci sono state irregolarità sistematiche o diffuse”, afferma il CEPR.

Inoltre i “risultati del conteggio provvisorio sono coerenti con il risultato finale”. Nessuno dei due conteggi mostra schemi strani rispetto alla distribuzione del voto nelle precedenti elezioni; il conteggio provvisorio fu sospeso all’80% perché era quello che era stato concordato e ripreso, il giorno dopo, su richiesta dell’OSA; e che al contrario il conteggio definitivo e legalmente valido “non ha avuto interruzioni significative”.

Altro punto saliente del rapporto CEPR è che è stata la stessa OSA a raccomandare a Morales di utilizzare il sistema TREP, implementato per il conteggio provvisorio e sul quale cadono tutte le osservazioni dell’agenzia presieduta da Almagro riguardo alle irregolarità nel processo elettorale, anche se non ha validità legale.

Nelle sue conclusioni, aggiunge che “i dubbi non comprovati che l’agenzia ha lanciato sulle elezioni” hanno avuto un’influenza significativa sulla copertura mediatica e quindi sull’opinione pubblica e che “la politicizzazione di quello che normalmente è un processo indipendente – come il monitoraggio elettorale – sembra inevitabile quando un’organizzazione incaricata di tale compito rilascia dichiarazioni prive di fondamento che mettono in dubbio la validità del conteggio elettorale”. Cioè, l’OSA ha gettato legna da ardere inutile e illegittima in un incendio che l’agenzia stessa ha creato.

I rapporti di Mebane e del CEPR confermano i sospetti su Almagro, ex ministro degli Esteri dell’Uruguay espulso dal Frente Amplio, sul ruolo dell’OSA e manipolazione compiuta in base a un piano premeditato e articolato con l’opposizione fascista, la polizia, le forze armate e i media dominanti per rovesciare Evo Morales e sostituirlo con un burattino dell’Impero.

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