Alberto Fernández: «Alziamoci in piedi e cominciamo di nuovo la nostra marcia»

Miguel Díaz-Canel Bermúdez ha assistito alla nomina ufficiale del presidente dell’Argentina, Alberto Fernández, e della vice presidente Cristina Fernández de Kirchner

Argentina – Il nuovo Presidente Alberto Fernández ha chiamato gli argentini, senza distinzioni, a mettere in piedi la nazione «perché cominci a camminare, un passo dopo l’altro, con dignità», all’inizio del suo discorso molto forte e molto chiaro davanti all’Assemblea Legislativa, dopo aver giurato come Capo di Stato, martedì 10.

Nella toccante cerimonia –alla quale ha partecipato il Presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel Bermúdez–, il mandatario argentino ha convocato all’unità del paese per costruire un nuovo contratto d cittadinanza sociale.

Accompagnato dalla vice presidente Cristina Fernández de Kirchner, il nuovo mandatario ha reso pubblico il desiderio che le sue parole esprimessero «nel modo più fedele possibile lec di milioni d voci che risuonano ancora in tutta la nostra Argentina».

«Superare le barriere emozionali, ha detto, significa che tutte e tutti siamo capaci di convivere nella differenza e che riconosciamo che nessuno è di troppo nella nostra nazione. Dobbiamo cominciare dagli ultimi per giungere a tutti perché, facendo un bilancio dello scenario da affrontare, ha spiegato che «più di 15 milioni di persone soffrono per insicurezza alimentare in un paese che è uno dei più forti produttori di alimenti del mondo».

«Uno su due bambine e bambini è povero nel nostro paese, ha detto con dolore il nuovo Capo di Stato. Per questo ha annunciato che la prima riunione ufficiale del nostro governo consisterà in un incontro di lavoro su questa priorità “Il Piano Integrale Argentina contro la fame”.

Dettagliando il momento che vive la nazione sudamericana, ha riferito, tra gli altri dati, che le economie familiari sono asfissiate per gli alti livelli di indebitamento, la situazione delle piccole e medie industrie ha proporzioni drammatiche, la capacità oziosa delle fabbriche, le industrie e il commercio costituiscono uno spreco d’energia produttiva e la disoccupazione danneggia il 30% dei giovani, tra i quali più di un milione 200.000 non studiano e non lavorano.

Sono sicuro che tutti coincideranno che siamo giunti a questa situazione, perché sono state male applicate le politiche economiche. Per rovesciare la rotta strutturale di ritardo sociale, ha anticipato Fernández– si metteranno in marcia Accordi di Base di Solidarietà nell’Emergenza.

Con questa convocazione ha segnalato che «staremo applicando una serie di misure per ristabilire gli indispensabili equilibri macroeconomici sociali e produttivi per far sì che l’Argentina si accenda e possa tornare a camminare.

Descrivendo lo scenario assunto dal suo Gabinetto ha aggiunto che l’inflazione è la più alta degli ultimi 28 anni, superiore al 50%; il tasso di disoccupazione è il più alto dal 2006; il valore del dollaro è passato da nove a 63 in soli quattro anni, il PIL del 2019 è il più basso dell’ultimo decennio, la povertà presenta i valori più alti dal 2008, il debito estero è nel suo peggiore momento dal 2004, hanno chiuso 20.000 imprese in quattro anni e sono stati persi nell’industria 141.000 posti di lavoro del settore privato.

«Dietro a questi numeri terrificanti ci sono esseri umani con aspettative decimate», ha considerato in maniera cruda.

«In questo presente che affrontiamo, ha assicurato, i soli privilegiati saranno coloro che sono restati intrappolati nel pozzo della povertà e l’emarginazione».

Ha precisato con enfasi che il governo che ha appena terminato il suo mandato ha lasciato il paese in una situazione di virtuale /default/»; in questi momenti, ha confessato, sento di transitare nello stesso labirinto che ci ha intrappolato nel 2003 e dal quale uscimmo con lo sforzo del congiunto sociale.

«Il paese che ricevo, ha detto, è fragile, prostrato e danneggiato.»

Riferendosi a come uscire da questa situazione, ha segnalato che «cercheremo una situazione costruttiva e cooperativa con il Fondo Monetario Internazionale e con i nostri creditori. Il paese ha la volontà di pagare, ma manca la capacità di farlo».

Tra i primi impegni che ha di fronte il suo Governo, ha citato lo spiegamento per tutto il paese di un piano di riattivazione delle opere pubbliche associate alla sfida tecnologica, lo sviluppo di un ambizioso piano di costruzione delle case e l’assistenza alla salute degli argentini.

In materia di relazioni internazionali ha avvertito che l’Argentina metterà in marcia un’integrazione plurale e globale perche è terra d’amicizia e relazioni mature con tutti i paesi.

«Sentiamo l’America Latina come la nostra casa comune e irrobustiremo il Mercosur e l’integrazione regionale». La scommessa del suo Governo è per un’America Latina unita, che permetta «d’inserirsi con successo e dignità nel mondo». In questo senso difenderemo la libertà e l’autonomia dei popoli che difendono i loro propri destini.

Nel suo messaggio alla nazione, Fernández ha assicurato che applicheranno tutti gli sforzi per universalizzare l’ educazione della prima infanzia. «Non riposeremo sino a che un bambino in una zona di campagna avrà lo stesso accesso a un’educazione trasformatrice di una bambina di un centro urbano.

Parlando delle donne ha affermato con forza che: «Cercheremo di ridurre le disuguaglianze di genere, quelle economiche, politiche e culturali. Lo Stato deve ridurre drasticamente la violenza contro le donne sino alla totale eliminazione. La discriminazione, ha denunciato, deve divenire imperdonabile.»

Il nuovo mandatario dell’ Argentina non ha tralasciato la sua cara amica Cristina Fernández de Kirchner che, seduta al suo fianco tutto il tempo è la nuova vice presidente della Patria di San Martín.

Il Presidente ha parlato emozionato della sua generosità e della visione strategica espressa in questo tempo sull’Argentina.

E voglio ricordare anche Néstor Kirchner che nel 2003 mi permise di partecipare alla meravigliosa avventura di far uscire l’Argentina dalla prostrazione. Fernández, che ha parlato poco più di un’ora, ha concluso con la fiducia che tra tutti possiamo dimostrare che con la democrazia si cura, si educa e si mangia» ed ha incitato tutti ad alzarsi e cominciare nuovamente la marcia dell’Argentina.

In una giornata di speranze per la nazione e anche per Nuestra America, l’agenda del Presidente Fernández è stata ricca d’impegni tra i quali il saluto personale alle delegazioni che lo hanno accompagnato nella sua nomina presidenziale.

Uno di questi è stato il Capo di Stato cubano, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, che con la sua compagna Lis Cuesta è andato alla Casa Rosada per abbracciare il zar nuovo mandatario e augurargli molto successo.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.