Bolivia: l’ambasciata del Messico assediata dalla polizia

Il vice segretario per l’America Latina e i Caraibi della Segreteria delle Relazioni Estere del Messico, Maximiliano Reyes, ha denunciato l’arrivo di altre pattuglie e veicoli militari attorno alla residenza del Messico a La Paz, in Bolivia.

Il funzionario aveva già confermato che le installazioni diplomatiche e il personale erano assediati della polizia.

Il Governo di Andrés Manuel López Obrador ha condannato la persecuzione dei corpi di sicurezza e d’intelligenza boliviani che rimangono attorno all’ambasciata e alla residenza ufficiale in Bolivia da lunedì 23.

“Contrariamente a quanto hanno dichiarato i funzionari della Bolivia, attualmente esiste un assedio della polizia, che controlla il movimento delle persone che entrano o escono dai recinti diplomatici messicani, indica un comunicato della Cancelleria.

Il governo di fatto della Bolivia ha comunicato che “i poliziotti non disturbano la libera circolazione dei funzionari messicani e non violano il recinto diplomatico”.


Il Governo di fatto della Bolivia valuta di sospendere il suo paese dalla CELAC

 

Il Governo di fatto della Bolivia, guidato dalla autoproclamata presidente Jeanine Áñez, ha emesso un comunicato nel quale annuncia che valuta di togliere il suo paese dalla Comunità degli Stati Americani e dei Caraibi (CELAC), alludendo come motivi alcune azioni dell’amministrazione del Messico.

Il presidente legittimo, Evo Morales, ha affermato nel suo account di Twitter che questa giunta golpista che governa in Bolivia non ha autorità per ritirare il paese «da questo Forum d’unità degli Stati liberi e sovrani».

Nel comunicato emesso il 23 dicembre, il ministero delle Relazioni Estere della Bolivia spiega che l’eventuale ritiro si basa “nella decisione del Governo del Messico di non riconoscere gli attributi della presidenza pro tempore occupata dalla Bolivia nella Celac durante il 2019″, le riunioni convocate dalla segreteria delle Relazioni Estere del Messico per organizzare l’inizio della sua presidenza pro tempore” e “la reiterata condotta senza amicizia del Messico”.

«La Bolivia non parteciperà all’inizio della prossima presidenza pro tempore della CELAC che sarà assunta dal Messico, per vulnerare i procedimenti istituzionali e tentare di stabilire un’agenda propria», aggiunge il documento.

Dopo il colpo di Stato consumato dalla destra contro il presidente Evo Morales, il Governo di Andrés Manuel López Obrador rifiuta di riconoscere un’amministrazione in Bolivia che non è stata eletta dal popolo in maniera democratica.

Nel frattempo avanza l’organizzazione della prossima presidenza pro tempore in questo organismo regionale con l’obiettivo di rinforzare l’unità dell’America Latina e dei Caraibi.

Il governo di fatto della Bolivia continua con la sua agenda allineata con le politiche di destra della regione ed ha annunciato il ritiro della nazione dagli organismi come l’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America – Trattato di Libero Commercio (ALBA-TCP).

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