La sfída è conquistare la maggior prosperità possibile

Il Presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel, ha segnalato con un messaggio pubblicato nella rete sociale Twitter che la sfida maggiore è conquistare la maggior prosperità possibile nonostante le difficoltà incontrate nel 2019.

Per questo sono necessarie maggiori produzioni, più differenziate, con più qualità e con il valore aggiunto della scienza, ha aggiunto il mandatario nel suo account in Twitter.

A noi non interessa solamente resistere. Questo merito lo abbiamo conquistato da tempo. La sfida è, nel mezzo di questa stessa guerra, conquistare la maggior prosperità possibile. Per questo necessitiamo maggiori produzioni più differenziate e di più alta qualità, con il valore aggiunto della scienza.

Díaz-Canel ha aggiunto che il merito della resistenza è stato conquistato da tempo, ma che «resta molto da decidere e da fare».

Resta molto da decidere e da fare, ma inoltre dobbiamo festeggiare l’anno che termina, così carico di tensioni e di sfide, ma anche di vittorie.

Il governante ha scritto in questa rete sociale che dobbiamo inoltre  «darci il tempo per celebrare l’anno che termina, carico di tensioni e sfide, ma anche di vittorie».

Cuba nel 2019 ha affrontato difficoltà soprattutto nell’ordine economico provocato dalla scalata di aggressioni degli Stati Uniti in questa sfera.

Lo stesso  Díaz-Canel ha denunciato questo panorama che comprende la cancellazione,  la restrizione e la proibizione delle navi da crociera, dei voli, delle rimesse, dei servizi medici, dei finanziamenti, del trasporto di combustibile e altre misure.

Non c’è un’area libera dalla caccia alle streghe, l’assedio, la persecuzione e non restano progetti o azione rivoluzionarie estranee alla diffamazione, ha segnalato nel suo discorso nell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare lo scorso  21  dicembre.

Díaz-Canel ha conversato con i suoi omologhi di Kenia e Somalia sulla situazione dei medici sequestrati

 

Il presidente cubano, Miguel Díaz-Canel, ha  conversato con i suoi omologhi di Kenia e Somalia  interessandosi alle gestioni per “il ritorno sicuro” nell’ Isola dei medici cubani sequestrati da terroristi nel territorio di frontiera delle due nazioni.

«Ho conversato  con i presidenti di Kenia e Somalia, Uhuru Kenyatta e Abdullahi Mohamed, rispettivamente, ed abbiamo parlato dello stato attuale delle relazioni bilaterali»,  ha informato il  mandatario cubano lunedì 30, nel suo profilo della rete sociale  Twitter.

«Abbiamo anche parlato delle gestioni per il ritorno sicuro in Patria dei medici Assel Herrera e Landy Rodríguez. Va il nostro appoggio alle loro famiglie», ha aggiunto.

Nei giorni scorsi L’Avana ha ringraziato i governo keniano per le gestioni che realizza per ottenere la liberazione e il ritorno sicuro a Cuba dei due dottori sequestrati lo scorso 12 aprile mentre si dirigevano in un veicolo verso l’ospedale di Mandera, vicino alla frontiera con la Somalia.

Inés Maria Chapman, vicepresidente del Consiglio de Ministri dell’Isola aveva assicurato il 16 dicembre che «Herrera e Rodríguez stanno bene e che continuano gli sforzi per il loro ritorno con sicurezza».

In un incontro con la stampa nazionale, la Chapman  ha dettagliato che durante la sua partecipazione al Vertice dei Paesi di Africa, Caraibi e Pacifico (ACP) realizzato il 9 e 10 dicembre a Nairobi, aveva parlato con le autorità keniane anche della situazione dei due medici.

«Le autorità de Kenia hanno ratificato che i due medici stanno bene e continueranno gli sforzi per il loro ritorno sicuro» ha affermato la funzionaria.

Herrera e Rodríguez lavoravano nell’ospedale di Mandera come collaboratori medici, come fanno altre migliaia di professionisti della salute di Cuba in diverse latitudini.

«Il nostro popolo può stare sicuro che la direzione del Partito e del Governo cubano dedicano a questo tema un’attenzione permanente e che la nostra priorità è che tornino sani a salvi in Patria», ha dichiarato Ines Maria  Chapman, ed ha sottolineato che le autorità cubane sono informate permanentemente su come stanno i due medici e sono in contatto con i loro familiari in Cuba.

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