L’Alto Commissario Onu condanna la Colombia

per i massacri contro i leader sociali e attivisti dei diritti umani

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Durissimo rapporto delle Nazioni Uniti contro il governo di estrema destra della Colombia di Ivan Duque che si è macchiato di gravissime violazioni dei diritti umani, con una serie di massacri e omicidi di leader sociali che rendono il paese dell’America latina uno dei più pericolosi al mondo per chi svolge la professione di difensore dei diritti umani. Lo riporta Telesur.

L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha denunciato con un rapporto pubblicato mercoledì l’esistenza di un livello di violenza endemica in Colombia. Nel 2019, si legge nel rapporto ONU, sono stati registrati 36 massacri, nei quali sono state uccise 133 persone, la cifra piu’ alta dal 2014. I dipartimenti più colpiti sono quelli di Antioquia, Cauca e Norte de Santander. In particolare, l’ONU ha espresso preoccupazione per la situazione dei difensori dei diritti umani nel paese e attivisti sociali particolarmente colpiti nel paese guidato da Ivan Duque.

Sempre nel 2019, prosegue il rapporto dell’ONU, sono stati uccisi oltre 100 leader sociali, crimini commessi dall’esercito e dalla polizia che di fatto controlla il territorio di Antioquia, Cauca e Norte de Santander. Particolarmente colpita, inoltre, la popolazione indigena secondo quanto denunciato dall’ex presidente cilena e attuale Alto Commissario dei diritti umani dell’ONU, Michelle Bachelet. “Difendere i diritti umani continua a essere un lavoro ad alto rischio in Colombia”, denuncia l’alto commissariato ONU. Gli omicidi di difensori dei diritti umani nel 2019 sono aumentati del 50% rispetto all’anno precedente

Nel rapporto si sottolinea, inoltre, come diverse vittime siano state prodotte dalla violenza della polizia sproporzionata rispetto richieste e manifestazioni organizzate da leader sociali, contadini e attivisti dei diritti umani. Sempre nel 2019 l’ONU calcola un aumento del 50% rispetto al 2018 per gli omicidi di attivisti dei diritti umani e leader sociali.

La presenza dello stato, prosegue il rapporto dell’Alto Commissario, in queste zone resta puramente militare e si richiederebbe l’introduzione di un maggiore peso politico delle autorità civili.

La firma degli accordi di pace tra governo e FARC nel 2016 ha provocato un ondata di violenza dovuta in particolare agli scontri tra gruppi armati rivali per il controllo del territorio. Secondo l’Istituto di studi per lo sviluppo e la pace (Indepaz) almeno 51 leader sociali e dieci ex guerriglieri delle FARC sono stati assassinati in Colombia dall’inizio di quest’anno. Le ultime vittime in ordine di tempo sono Jorge Humberto Alpala, leader indigeno di Cumbal, nel dipartimento di Narino, ucciso lo scorso 18 febbraio, e l’ex combattente delle FARC Pedro Manchola Pastrana, assassinato lo scorso 15 febbraio a Palermo, nel dipartimento di Huila.

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