Discorso di Bruno Rodríguez Parrilla

Discorso del Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, in Videoconferenza -Prima Riunione Straordinaria dei Ministri degli Affari Esteri e della Salute dell’Associazione degli Stati dei Caraibi (AEC) sul COVID-19.

Eccellenze:

Permettetemi commentare che è dovuto ad un “miracolo tecnico” ed al sostegno della Segreteria, che risulta possibile che Cuba partecipi a questa videoconferenza. Succede che il sito che ospita la piattaforma dell’Associazione, attraverso il quale tutti i partecipanti si connettono a questa importante riunione, ha il suo accesso vietato a Cuba a causa del blocco economico USA contro il nostro paese.

Innanzi tutto, desidero congratularmi con Barbados come Presidente del Consiglio dei Ministri e della Segreteria Generale dell’Associazione degli Stati dei Caraibi per l’iniziativa di convocarci alla Primo Riunione Straordinaria dei Ministri degli Affari Esteri e della Salute sul COVID-19, al fine di interscambiare sugli urgenti sforzi che richiede l’umanità di fronte agli effetti del nuovo coronavirus (SARS CoV 2/COVID-19).

Siamo qui perché stiamo affrontando una crisi che è più grande di tutti noi e le cui conseguenze saranno gravi e durature.

La rapida diffusione della malattia richiede unire volontà per sviluppare azioni comuni di cooperazione che ci permettano di affrontare il COVID-19, a cui siamo esposti tutti gli esseri umani.

Ma la responsabilità è maggiore. Dovremo anche affrontare, in seguito, i devastanti e duraturi effetti, nella sfera economica e sociale, una volta superata la pandemia. Sappiamo che siamo sulla strada di una profonda recessione o depressione economica internazionale e che i nostri paesi del Sud soffriranno le sue conseguenze con un forte impatto.

Il momento richiede di mettere da parte le differenze politiche per concentrarci nell’affrontare l’emergenza e le sue gravi conseguenze nell’immediato futuro.

Ogni paese può e deve apportare e contribuire con quanto è alla sua portata. La pandemia non rispetta frontiere né ideologie. Per affrontare una sfida così seria, dobbiamo unire le forze e sostenerci a vicenda.

La maggior parte di noi sono Stati relativamente piccoli, molti con scarse risorse naturali. Tutti soffriamo della crisi economica globale e alcuni hanno il peso aggiuntivo di misure economiche coercitive.

Nel mezzo di queste difficoltà, abbiamo la capacità di complementarci a vicenda. Da soli, non possiamo fare quasi nulla. Uniti, potremmo sopportare meglio il colpo, avere sollievo, proteggere i nostri rispettivi popoli ed incamminarci nel difficile compito della ripresa.

Esistono paesi con migliori condizioni per combattere la pandemia e alleviarne le ripercussioni economiche. Quelli in relativa migliore situazione potrebbero sostenere, in primo luogo, i paesi con meno risorse e quelli che affrontano le situazioni epidemiologiche più complesse; ed economiche più tardi.

L’azione che ci aspettiamo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Organizzazione Panamericana della Salute per garantire un’azione collettiva, coordinata ed efficace, deve trovare supporto nelle iniziative che, insieme, siamo capaci di generare.

È imprescindibile condividere le rispettive esperienze, intensificare la comunicazione ed identificare le pratiche che hanno avuto risultati in altre parti del mondo.

Non dobbiamo sperare, e tanto meno confidare che i paesi ricchi ed industrializzati verranno a salvare i nostri popoli. Poco aiuto arriverà dal Nord. La responsabilità di raccogliere la sfida e di agire come meritano i nostri cittadini, è nostra. L’AEC può svolgere un ruolo determinante in questo sforzo.

Permettetemi condividere brevemente l’esperienza di Cuba.

Abbiamo adottato misure di prevenzione, affrontamento e controllo, in una congiuntura in cui non esiste ancora una trasmissione interna del virus. La coesione sociale e la solidarietà sono state fondamentali.

Contiamo su un’infrastruttura di assistenza primaria che garantisce il controllo epidemiologico. Abbiamo uno sviluppo scientifico specializzato nelle malattie trasmissibili e contiamo su un’industria farmaceutica di alto livello tecnologico.

Si dispone ed esegue, nel paese, un piano nazionale di controllo ed affrontamento che privilegia la salute del popolo e quella dei visitatori e degli stranieri residenti.

Nonostante la difficile situazione, Cuba può, modestamente, fornire una certa cooperazione. Abbiamo affrontato con sforzo le richieste di assistenza medica di vari paesi della regione, tra cui cinque membri dell’Associazione, che ci hanno richiesto personale sanitario.

Sulla base dell’esperienza comprovata in Cina, con l’applicazione di un farmaco creato a Cuba, abbiamo anche ricevuto richieste di quel medicinale che cerchiamo di soddisfare in base alle nostre possibilità. Si è progredito con l’Organizzazione dei Caraibi Orientali in un accordo per garantire un minimo di fiale d’Interferone Alfa B.

La nostra Organizzazione può aiutarci a socializzare le esperienze, a progettare un meccanismo istituzionale per riunire i nostri rispettivi esperti in medicina e scienza, per apprendere dagli approcci sociali e locali che hanno successo; per identificare nuove modalità di cooperazione.

Non può sottostimarsi il valore dello sforzo congiunto.

Per questo, proponiamo che la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in coordinamento con la Segretaria Generale, organizzi nei prossimi giorni un seminario tecnico virtuale tra i nostri specialisti della salute che agevoli stabilire canali di comunicazione per condividere esperienze ed interscambiare informazioni di interesse che contribuisca ad affrontare questa pandemia.

Cuba propone che a questo seminario si inviti altri paesi dell’emisfero, inclusi USA e Canada, che desiderino partecipare al fine di ampliare il coordinamento e l’interscambio.

Allo stesso modo ed in forma interattiva, potremmo condividere, tra tutti, una guida o questionario che aiuti ad identificare dati, statistiche, concetti e pratiche fondamentali e che si nutra di ciò che si è potuto apprendere dalle esperienze di altri paesi e regioni.

Posso offrire la partecipazione dei nostri esperti alla preparazione di tale strumento. È un’altra iniziativa che proponiamo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Ci motivano i valori solidali che caratterizzano Cuba, inclusa la premessa di condividere ciò che abbiamo, benché sia scarso. Più di 400000 professionisti cubani hanno svolto missioni in 164 paesi in Africa, America Latina e Caraibi, Medio Oriente ed Asia. La collaborazione medica cubana ha oltre mezzo secolo di esperienza.

Ad un certo punto, dovremo riflettere attentamente su come affrontare le difficoltà economiche, commerciali e, di conseguenza, sociali per tutti i nostri paesi. Affronteremo uno scenario con il turismo colpito, il trasporto ridotto, le linee commerciali depresse; con incertezza per i rifornimenti e la distorsione dei flussi commerciali.

Non possiamo pensare che il mercato darà risposte a queste sfide. Si richiederà l’impegno dedicato dei nostri governi. Se uniamo gli sforzi, avremo maggiori possibilità di andare avanti in meno tempo.

La realtà che affrontiamo richiede di anteporre la volontà di agire e la solidarietà all’inazione ed all’egoismo. L’umanità richiede una soluzione efficace. Insieme possiamo ottenerlo.

Molte grazie


Discurso del Ministro de Relaciones Exteriores de la República de Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, en la Videoconferencia – Primera Reunión Extraordinaria de Ministros de Asuntos Exteriores y Salud de la Asociación de Estados del Caribe sobre COVID-19.

Excelencias:

Permítanme comentar que es por un “milagro técnico” y por el apoyo de la Secretaría, que resulta posible a Cuba participar en esta videoconferencia.   Sucede que el sitio que aloja la plataforma de la Asociación, mediante el cual todos los participantes se conectan a esta importante reunión, tiene su acceso prohibido para Cuba por motivos del bloqueo económico de los Estados Unidos contra nuestro país.

Deseo, ante todo, felicitar a Barbados como Presidente del Consejo de Ministros y a la Secretaria General de la Asociación de Estados del Caribe por la iniciativa de convocarnos a la Primera Reunión Extraordinaria de Ministros de Asuntos Exteriores y Salud sobre COVID-19, a fin de intercambiar sobre los urgentes esfuerzos que reclama la humanidad ante los efectos del nuevo coronavirus (SARS CoV 2/COVID-19).

Estamos aquí porque enfrentamos una crisis que nos supera a todos y cuyas consecuencias serán graves y perdurables.

La rápida propagación de la enfermedad demanda aunar voluntades para desarrollar acciones conjuntas de cooperación que permitan enfrentar la COVID-19, a la que todos los seres humanos estamos expuestos.

Pero la responsabilidad es mayor. Tendremos que enfrentar también, más adelante, devastadores y perdurables efectos en el ámbito económico y social una vez superada la pandemia. Sabemos que vamos en camino de una profunda recesión o depresión económica internacional, y que nuestros países del Sur sufrirán sus consecuencias con severo impacto.

El momento reclama apartar las diferencias políticas para concentrarnos en enfrentar la emergencia y sus graves consecuencias en el futuro inmediato.

Cada país puede y debe aportar y contribuir con lo que esté a su alcance. La pandemia no respeta fronteras, ni ideologías. Para encarar tan serio desafío, debemos aunar esfuerzos y apoyarnos mutuamente.

La mayoría somos Estados relativamente pequeños, muchos con escasos recursos naturales. Todos sufrimos la contracción económica global y algunos cargamos con el peso adicional de medidas económicas coercitivas.

En medio de estas dificultades, tenemos la capacidad de complementarnos unos a otros. Solos, no podemos casi nada. Unidos, podríamos soportar mejor el golpe, tener alivio, proteger a nuestros respectivos pueblos y encaminar la difícil tarea de la recuperación.

Hay países con mejores condiciones para combatir la pandemia y para paliar sus repercusiones económicas. Aquellos en mejor situación relativa, podrían apoyar a los países de menos recursos y a los que enfrentan las más complejas situaciones epidemiológicas, primero; y económicas después.

La acción que esperamos de la Organización Mundial de la Salud y de la Organización Panamericana de la Salud para garantizar una actuación colectiva, coordinada y efectiva, debe encontrar respaldo en las iniciativas que juntos seamos capaces de generar.

Es imprescindible compartir las respectivas experiencias, intensificar la comunicación e identificar las prácticas que han tenido resultados en otras partes del mundo.

No debemos esperar y menos confiar en que países ricos e industrializados vendrán a salvar a nuestros pueblos. Poca ayuda llegará del Norte. La responsabilidad de asumir el reto y de actuar como merecen nuestros ciudadanos, es nuestra. La AEC puede desempeñar un papel determinante en ese empeño.

Permítanme compartir brevemente la experiencia de Cuba.

Hemos adoptado medidas de prevención, enfrentamiento y control, en una coyuntura en la que no existe aún transmisión interna del virus. Han sido claves la cohesión social y la solidaridad.

Contamos con una infraestructura de atención primaria  que garantiza el control epidemiológico.  Tenemos un desarrollo científico especializado en las enfermedades transmisibles y contamos con una industria farmacéutica de alto nivel tecnológico.

Se dispone y ejecuta en el país un plan nacional de control y enfrentamiento que prioriza la salud del pueblo y la de los visitantes y extranjeros residentes.

A pesar de la difícil situación, Cuba puede, modestamente, prestar cierta cooperación. Hemos venido encarando con esfuerzo las solicitudes de asistencia médica de varios de los países de la región, incluyendo cinco miembros de la Asociación, que nos han solicitado personal de la salud.

A partir de la experiencia probada en China con la aplicación de un medicamento creado en Cuba, hemos recibido también solicitudes de ese medicamento que tratamos de satisfacer de acuerdo con nuestras posibilidades.  Se ha avanzado con la Organización del Caribe Oriental en un acuerdo para garantizar un mínimo de viales de Interferón Alfa B.

Nuestra Organización puede ayudarnos a socializar las experiencias, a diseñar un mecanismo institucional para acercar a nuestros respectivos expertos de la medicina y la ciencia, para aprender de los enfoques sociales y locales que tienen éxitos; para identificar modalidades de cooperación novedosas.

No puede subestimarse el valor del esfuerzo conjunto.

Por ello, proponemos que la Presidencia del Consejo de Ministros, en coordinación con la Secretaria General, organice en los próximos días un taller técnico virtual entre nuestros especialistas de salud que facilite establecer vías de comunicación para compartir experiencias e intercambiar información de interés que contribuya a enfrentar esta pandemia. 

Cuba propone que a este taller se invite a otros países del hemisferio, incluidos Estados Unidos y Canadá, que deseen participar en aras de ampliar la coordinación y el  intercambio.

De igual modo y de forma interactiva, podríamos compartir, entre todos, una guía o cuestionario que ayude a identificar datos, estadísticas, conceptos y prácticas fundamentales, y que se nutra de lo que se ha podido aprender de las experiencias de otros países y regiones.

Puedo ofrecer la participación de nuestros expertos en la confección de tal instrumento.  Es otra iniciativa que proponemos a la Presidencia del Consejo de Ministros.

Nos motivan los valores solidarios que caracterizan a Cuba, incluida la premisa de compartir lo que tenemos, aunque sea escaso. Más de 400 mil profesionales cubanos han cumplido misiones en 164 países de África, América Latina y el Caribe, Oriente Medio y Asia. La colaboración médica cubana posee más de medio siglo de experiencia.

En algún momento, tendremos que meditar con detenimiento cómo asumir las dificultades económicas, comerciales y, consecuentemente sociales, para todos nuestros países. Afrontaremos un escenario con el turismo afectado, el transporte reducido, las líneas comerciales deprimidas; con incertidumbre para los abastecimientos y distorsión de los flujos mercantiles.

No podemos pensar que el mercado dará respuesta a estos retos. Se requerirá el empeño dedicado de nuestros gobiernos.  Si aunamos esfuerzos, tendremos mejores posibilidades de salir adelante en menor tiempo.

La realidad  que enfrentamos requiere anteponer la voluntad de actuar y la solidaridad, a la inacción y al egoísmo. La humanidad demanda una solución efectiva. Juntos podemos lograrlo.

Muchas gracias

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