Cuba e il Giorno Mondiale della Salute

I tempi di pandemia sono dolorosamente propizi per apprezzare importanza della salute e di coloro che, in diverse specialità, aree e impegni, contribuiscono a curarla. Il merito è  infinitamente più grande se lo fanno con il senso della missione e non con ansia di lucro.

Il mondo è una somma di comunità che necessitano integrarsi con cordialità, non degli interessi che egoisticamente riducono tutto a una questione di guadagno.

Non è necessario il carattere mondiale della celebrazione del Giorno Mondiale della Salute per farlo da Cuba e pensando in lei.

Quella che fa questo paese per affrontare nel suo territorio e in molti altri la malattia che si estende in tutto il pianeta, non obbedisce a una fatale superiorità. Risponde alla sua storia e ai seminatori e le seminatrici che l’hanno definita. I frutti giungono sino ad oggi e mostrano la loro potenzialità per continuare  a crescere nel futuro.

Solo quelli che s’impegnano a non vedere potranno ignorare l’opera  permanente di Cuba per i bene del suo popolo in aree tanto significative come l’educazione e la salute.

Le due sono indissolubilmente vincolate, anche se la seconda reclama una considerazione particolare nella data che le si dedica.

Quanto realizzato da Cuba sarebbe impensabile senza il suo affanno di costruire il socialismo.

Basta vedere quello che avviene in altri paesi, non solo quelli che sono stati sotto sviluppati dai poderosi, ma in questi chimati ricchi, anche se le ricchezze si concentrano in poche mani, non nella maggioranza di chi lavora, produce e soffre.

Cuba potrebbe fare moltissimo, però senza il blocco che da sei decenni le impone la nazione più poderosa del mondo.

Numerose voci hanno reclamato che questa azione genocida si elimini almeno sino a quando dura la pandemia, e si possono ringraziare le loro intenzioni, ma ci sono due fatti che non si possono ignorare, Il blocco è criminale, immorale e illegale ci sia o no la pandemia.

E gli imperialisti  non vedono in questa  precisamente un motivo per  eliminarlo, ma una possibilità che si compia il proposito con cui lo hanno  concepito e lo mantengono, alla faccia della forte condanna internazionale che suscita: distruggere Cuba.

Non ci dobbiamo stupire per il modo d’agire di coloro che hanno maltrattato gravemente la vita del loro stesso popolo e sono responsabili del fatto che il Covid-19 provochi le stragi che pongono le grandi potenze all’epicentro della tragedia. I dati fanno rabbrividire.

Di fronte a questa terribile realtà nella quale Cuba sarebbe disposta ad aiutare la popolazione statunitense con le sue brigate Henry Reeve, il miglior modo che ha per onorare il lavoro della salute è mantenere e migliorare il sistema con cui salva il suo popolo e contribuisce alla salvezza di altri. È un omaggio non solo a una sfera di lavoro, ma ai più alti ideali umani.

Applicheranno un farmaco omeopatico come profilassi di fronte al COVID-19

 

È iniziata nel paese l’applicazione del medicinale omeopatico denominato PrevengHo-vir, come una delle misure di trattamento preventivo di fronte alla malattia virale, includendo le infezioni respiratorie.

Il dottor Francisco Durán, direttore nazionale d’Epidemiologia, ha informato nella conferenza stampa mattutina che si tratta dell’applicazione di alcune gocce sublinguali a persone che non necessariamente presentano sintomi del Covid-19 e il suo uso «permette di prevenire differenti malattie come influenza, raffreddori, dengue, infezioni virali emergenti o viriche emergenti come questa».

Un’informazione dell’agenzia Prensa Latina ha riportato l’inizio della somministrazione del farmaco nella provincia centrale di Villa Clara, la più invecchiata del paese, dato che la priorità del trattamento va ai gruppi più vulnerabili.

Le autorità sanitarie locali hanno spiegato che la somministrazione del medicinale è cominciata nelle case di riposo e nelle case dei nonni, il cui universo di anziani supera le 184.000 persone, il 23,9 % della popolazione della provincia.

Poi hanno precisato, che l’applicazione viene effettuata da medici e infermiere dell’assistenza primaria di salute e hanno assicurato che il medicinale si può somministrare anche a bambini minori di dieci anni, donne in gravidanza, madri che allattano e pazienti con disordini epatici.

Dal 7 aprile non ci sono stranieri a Cuba con meno di 15 giorni di presenza

 

Il colonnello Mario Méndez Mayedo, capo della Direzione d’Identificazione, Immigrazione e Stranieri del Ministero degli Interni,  ha precisato nella Tavola Rotonda quotidiana di radio e televisione, che dal 7 aprile non c’è nemmeno uno straniero in Cuba che non sia arrivato da almeno 15 giorni.

Si trovano nell’Isola 8.466 stranieri residenti in forma permanente e altri 23.000 con residenza temporanea (studenti, diplomatici o giornalisti…).

Méndez Mayedo ha informato che ci sono 1737 stranieri alloggiati in casa di familiari, un aspetto permesso dalle leggi del paese ed ha commentato anche che si lavora con il Ministero delle Relazioni Estere e il Ministero del Turismo per organizzare l’evacuazione di coloro che sono rimasti bloccati a Cuba per la chiusura delle frontiere del loro paesi.

Per quest’ultimo aspetto è vitale la concentrazione degli stranieri negli hotels per far sì che all’ora di ritornare nelle loro nazioni siano ubicati nello stesso luogo.

Nella tavola Rotonda è stato specificato che nel pomeriggio del 6 aprile si trovavano nel paese 569 stranieri negli hostales, ma che quando era cominciato il piano per affrontare il Covid – 19, erano ben 14.000 alloggiati  con questa modalità.

Ora si mantengono in Cuba 13.496 visitatori e ugualmente nel mondo ci sono 478 466 cubani, dei quali 447.466 per motivi personali e 31.000 in missioni ufficiali.

A L’Avana è stato deciso d’incrementare le azioni contro la pandemia nel municipio del Cerro e si definiranno azioni da realizzare in Diez de Octubre, Cotorro, Playa e L’Avana del Est.

Reinaldo García Zapata, governatore de LAvana, ha spiegato che per contenere la pandemia sono state prese misure, come la garanzia dell’isolamento sociale, principalmente dei malati, dei sospetti  e dei contatti diretti del contagio.

Nell’ultimo fine settimana sono stati attivati 26 centri di servizi per il trasporto, il vettovagliamento e la distribuzione dei prodotti imprescindibili in forma equa.

Alcune delle varie misure adottate a L’Avana sono: aprire punti di vendita e diffondere le offerte per evitare le agglomerazioni, regolare la vendita dei prodotti agricoli nei mercati, assicurare la distribuzione dei prodotti della tessera annonaria,  rinforzare la presenza dei legumi e garantire il rinforzo del trasporto in funzione delle necessità mediche …

La distribuzione dell’acqua con l’avvio del condotto della conca sud, l’abilitazione dei pozzi e la mobilitazione dei camion cisterna -detti pipe- sono state azioni realizzate come priorità.

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