Spari isolati contro l’Ambasciata di Cuba negli Stati Uniti?

Luis Toledo Sande*  https://nostramerica.wordpress.com

La notizia corre, senza causare sorpresa, ma allarme sì. Gli attentati –a volte con omicidi compresi- contro sedi diplomatiche cubane non sono stati pochi. Hanno fatto tutti parte delle ostilità dei governanti degli Stati Uniti –cioè dell’imperialismo- verso la Rivoluzione Cubana che ha cacciato da questa terra gli imperialisti con i loro portabandiera.

Rispetto al fatto che il potere imperialista stia cercando di asfissiare Cuba da sessanta anni, di distruggerla, di toglierle la vita, che senso ha che tenti di liberarla –è un modo di dire- dallo scambiare rapporti diplomatici? In realtà fin da poco dopo gennaio 1959 ha fatto tutto il possibile per privarla di relazioni diplomatiche, assegnando per questo un compito disgustoso all’ammuffita Organizzazione degli Stati Americani (OSA). C’è qualcuno che ancora non sa cosa significa questa organizzazione che in tempi non sospetti l’intellettuale e politico Manuel Ugarte aveva battezzato Ministero delle Colonie Yankee? Cosa continua ad essere.

Solo durante il breve e mendace intervallo obamista, il governo imperiale si è proposto di “normalizzare” le sue relazioni diplomatiche con Cuba. Lo ha fatto a metà e con lo scopo di ottenere per questa via quello che non aveva ottenuto con la sua politica di aperta aggressività che, se aveva danneggiato gravemente Cuba, aveva anche isolato gli Stati Uniti nella regione, che in quel momento era caratterizzata da un forte insorgere di governi progressisti.

L’attuale amministrazione imperiale ha dimostrato la sua voglia che le relazioni diplomatiche fra i due paesi ritornassero allo stato in cui si trovavano prima di quell’intervallo. Magari adesso i portavoce dell’impero diranno che gli spari contro l’Ambasciata di Cuba a Washington sono stati opera di un maniaco, come hanno sempre detto nei casi degli omicidi di politici accaduti lì, omicidi nei quali quel paese sembra detenere –bisognerebbe fare due conti per affermarlo con precisione- un grande record. Ma quegli spari potrebbero essere un pessimo, pericoloso segnale non riducibile alla volontà omicida di un individuo isolato.

Invece non c’è bisogno di fare nessun calcolo per essere sicuri che Cuba manterrà la sua fermezza, la sua calma e il suo coraggio di sempre. Non soccomberà alle provocazioni, non cederà nei suoi principi. E non dimenticherà neanche – senza bisogno di ricordarglielo, anche se qualcuno lo ha fatto nella migliore buona fede- quanto diabolicamente esperto sia l’impero nel manipolare pretesti per i suoi interessi e per le manovre realizzate che potrebbero essere accidentali o fabbricate da loro stessi. C’è bisogno di ricordare l’affondamento del Maine, l’assalto di Pearl Harbor, la strana implosione delle Torri Gemelle, i dissensi interni della Serbia, le presunte armi di sterminio di massa possedute dal Governo iracheno, i simulacri di armi chimiche in Siria…?

Salvo per quelli che non vogliono vedere o si ostinano ad essere ciechi volontari, gli intestini del mostro denunciato da José Martí sono sempre più evidenti. Per pudore, chi scrive questa nota non insiste nel ricordare che il pessimo –casuale? indolente? irresponsabile? provocato con finalità maltusiane?- modo di affrontare la pandemia di Covid-19 da parte del Governo degli Stati Uniti, ha causato già più morti di cittadini di questo paese della eroica resistenza del popolo del Vietnam contro l’aggressione dell’arrogante, superba e genocida potenza. Per pudore chi scrive non insiste nel ricordarlo e anche per rispetto del popolo statunitense, vittima del suo stesso sistema, perfino quando viene trascinato dai suoi governanti a una deplorevole complicità a una criminale sottomissione, a inganni terribili.

http://luistoledosande.wordpress.com/

La Habana, 30 aprile 2020

*Poeta e saggista cubano, ha ricevuto il Premio della Critica. E’ stato Consigliere Culturale all’Ambasciata di Cuba in Spagna.

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