Díaz-Canel denuncia al MNOAL l’attacco terrorista all’Ambasciata

Il Presidente cubano, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, intervenendo nel Vertice Virtuale sullo scontro alla COVID-19, ha denunciato l’attacco terrorista contro l’ambasciata di Cuba negli USA, avvenuto nella notte del 30 aprile.

Raúl Antonio Capote

Il Presidente cubano, Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, intervenendo nel Vertice Virtuale sullo scontro alla COVID-19 «Unidos contra la COVID-19» ha denunciato l’attacco terrorista contro l’ambasciata di Cuba negli Stati Uniti, avvenuto nella notte del 30 aprile.

Il mandatario ha reclamato dal Governo statunitense  «un’investigazione dettagliata  e rapida, sanzioni severe e le misure e garanzie di sicurezza per le nostre missioni  diplomatiche nel suo territorio, così come obbliga la Convenzione di Vienna del 1961 sulle Relazioni Diplomatiche».

L’informazione offerta dall’autorità degli USA, che hanno mantenuto il silenzio per più di 48 ore nonostante la gravità del fatto, è stata scarsa.

È evidente l’interesse di non dare importanza al grave avvenimento.
Ora risulta che, ha riferito AP, l’aggressore «un buon padre di famiglia che soffre di demenza», il giorno dell’attacco  era apparentemente drogato.

L’uomo ha dichiarato alla polizia d’aver commesso l’azione perchè «ha paura del crimine organizzato».

L’ informazione offerta dalle autorità degli USA è stata minima e insufficiente per garantire la sicurezza del personale della missione e delle sue installazioni in virtù dei loro obblighi.

Il Dipartimento di Stato e il suo segretario Mike Pompeo hanno mantenuto un silenzio complice di fronte a quest’azione di terrorismo.

In cambio, sono molte le voci che dagli  USA e dal resto del mondo, condannano questo grave attacco ed esprimono solidarietà e appoggio.

L’Ambasciatore di Cuba in questo paese e i membri del personale diplomatico hanno ricevuto messaggi che in molti casi riconoscono che questa aggressione è stata fomentata dalla politica di ostilità  e aggressione dell’attuale governo degli Stati Uniti verso Cuba.

L’azione della notte del 30 aprile ha emozionato l’animato quartiere di Adams Morgan, a Washington DC., situato a meno di tre chilometri dalla Casa Bianca.

L’attacco ha provocato danni soprattutto alla facciata, alle colonne, ad altre aree frontali dell’immobile e solo per casualità non ci sono stati feriti o morti tra le persone che si trovano nell’edificio.

Questo brutale avvenimento ha ricordato ai cubani un passato nel quale le bombe, i sequestri e gli omicidi erano il solo linguaggio dei promotori del terrorismo  residenti nel territorio statunitense.

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