Vzla: il contratto firmato da Guaidó con i mercenari USA

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Il Governo venezuelano in una lunga dichiarazione di ieri del Ministro Jorge Rodrìgues ha reso noti i documenti, già anticipati dal Washington Post, che dimostrano il diretto coinvolgimento (anzi la direzione) dell’autoproclamato Juan Guaidò nel tentativo di sbarco dei mercenari, tra cui disertori venezuelani e due di nazionalità statunitense, che avevano tentato di introdursi alcuni giorni fa, nel bel mezzo della pandemia da coronavirus, in territorio venezuelano dalla confinante Colombia con una imbarcazione e che erano stati bloccati subito dopo l’ingresso nelle acque territoriali del paese, grazie anche alla collaborazione di pescatori che avevano avvistato il gruppo.

Non si è trattato a quanto comunicato, di un semplice coinvolgimento, ma di una missione che era stata programmata da tempo e per la quale era stato addirittura sottoscritto un contratto con l’agenzia “Silvercorp Usa Inc.” che prevedeva l’uccisione del Presidente Maduro e attacchi molteplici in territorio venezuelano con cattura e assassinio di diversi ministri e dirigenti governativi e delle forze armate, con l’obiettivo finale di distruggere la struttura della Repubblica. Per ogni obiettivo raggiunto il contratto contemplava uno specifico tariffario.

Dunque l’autoproclamato presidente Juan Guaidò, tuttora in libertà e politicamente attivo in Venezuela, dopo aver operato dal gennaio 2019 per abbattere il governo costituzionale, sottoscrive un contratto per l’uccisione del Presidente e degli altri avversari politici e per l’invasione del paese da parte di agenti esterni con evidente copertura della Colombia, dove si erano addestrati in diversi campi vicini alla frontiera, sia il gruppo catturato, sia altre centinaia di mercenari.

Tutta l’operazione sarebbe costata oltre 212 milioni di dollari; la prima parte perveniva dai soldi raccolti (negli Usa) e messi a disposizione di Guaidò per introdurre nel paese, l’anno scorso i cosiddetti aiuti umanitari, in realtà accaparrati da Sergio Vergara e dalla gang del presidente autoproclamato. Un’altra parte sarebbe stata approvvigionata da un gruppo di finanziatori privati, tra cui alcuni narcotrafficanti, che si sarebbero riuniti appositamente in Florida. Gli stessi finanziatori, ad operazione conclusa, sarebbero stati premiati da Guaidò, con la concessione di beni e risorse venezuelane e privilegiati nella concessioni di particolari incarichi istituzionali di rilievo.

Ma per raggiungere l’ingente somma si sarebbe ricorso anche ad una anticipazione bancario con un istituto finanziario nord-americano. Oltre all’anticipo di 1,5 milioni di dollari, e diverse trance di “avanzamento del lavoro”, il saldo degli oltre 200 milioni di dollari sarebbero stati versati da Guaidò all’impresa Silvercorp Usa Inc. entro un mese dalla conclusione dell’operazione. In quel momento, Guaidò si impegnava anche a versare gli interessi ad un tasso pari al 55% all’anno.

Il comando politico dell’azione, definita precisamente nel contratto, sarebbe stata nelle mani di Juan Guaidò.  Mentre il capo dell’azienda dei contractors (il cittadino americano Jordan Goudreau ) avrebbe assunto il controllo di tutte le forze armate venezuelane, esercito e polizia, ecc..

Per avere un dettaglio di tutto l’accordo completo, fatto di oltre 40 pagine e di alcuni annessi, sull’ennesimo tentativo di attacco al Venezuela e ai suoi organi costituzionali, vale la pena ascoltare il video che segue con tutti i documenti.

Oltre all’evidente fracasso dell’operazione e la ora la domanda è come sia stato e come sia possibile che un personaggio di tal fatta (Juan Guaidò) abbia avuto e continui ad avere sostegno internazionale anche in Europa e in Italia. Gli amanti delle repubbliche delle banane sono sempre stati presenti a diverse latitudini, ma una volta avevano l’occhio più vigile. Con il livello di discredito e di infamia raggiunto in questa occasione dovrebbero permanentemente nascondersi dalla vergogna.

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