Genocidio ed occupazione militare

 le cinque chiavi più importanti del contratto tra Guaidó e Silvercorp

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Finalmente si è dato conoscere l’intero contenuto del contratto firmato da Juan Guaidó, Sergio Vergara e JJ Rendón con la firma di mercenari USA Silvercorp a carico dell’ex militare Jordan Goudreau.

Il ministro della Comunicazione venezuelano Jorge Rodríguez, in una conferenza stampa dal Palazzo Miraflores un paio di giorni fa, ha realizzato un dettagliato resoconto delle clausole del contratto ed ha spiegato le loro portate e obiettivi, tra le quali s’includeva l’eliminazione fisica del presidente Nicolás Maturo e di alte autorità dello Stato venezuelano.

Con le prove finora rivelate, si è stabilito che Juan Guaidó aveva una dettagliata conoscenza del contratto che aveva firmato con l’obiettivo di promuovere l’intervento mercenario contro il Venezuela che si è incagliato sulle sue coste il 3 maggio.

Sebbene il deputato autoproclamato abbia negato qualsiasi collegamento attraverso comunicati e dichiarazioni evasive, il suo consigliere, JJ Rendón, ha confermato la veridicità del contratto mentre, d’altra parte, il trapelare di un nuovo audio ha rivelato la conversazione tra Goudreau e Guaidó al momento di chiudere l’accordo.

Il contenuto del contratto firmato ci indica che l’eliminazione fisica del presidente Nicolás Maduro e della massima dirigenza dello Stato venezuelano era il primo obiettivo di un’operazione che aveva come proposito generale l’occupazione militare prolungata del paese per mano di un esercito privato di mercenari.

1. Il contratto stabilisce che la presenza di Silvercorp nel paese sarebbe stata di 495 giorni consecutivi, fungendo da “forza di sicurezza” del governo fake ai fini di “stabilizzare il paese”.

Sebbene l’operazione per “catturare/detenere/eliminare Nicolás Maduro, eliminare l’attuale Regime ed installare il riconosciuto presidente venezuelano Juan Guaido” fosse l’obiettivo iniziale, Guaidó si impegnava ad onorare i pagamenti mensili a Silvercorp, anche se il legittimo presidente venezuelano, per altre circostanze, fosse stato rimosso dal suo incarico prima dell’incursione armata.

Il pagamento dei servizi contrattati si potrebbe realizzare con barili di petrolio o ricorrendo ad investitori privati. Silvercorp s’impeganva a generare un ponte tra Guaidó e gli investitori, incassando un tasso di interesse del 55% che doveva essere pagato alla società mercenaria di Goudreau.

A seguito di queste clausole, Silvercorp avrebbe agito da intermediario finanziario tra il governo fake di Guaidó ed i capitalisti interessati ad ottenere un rendimento economico dalle operazioni illegali dei mercenari in territorio venezuelano. Di conseguenza, il contratto era anche un’avventura finanziaria e carta di navigazione del neoliberismo armato. La società di Goudreau si sarebbe convertita nella principale appaltatrice di società petrolifere, minerarie ed industriali che dovevano contrarre i servizi di Silvercorp per operare in Venezuela “in forma sicura”.

Questa relazione tra imprese transnazionali e società mercenarie private è usuale in Colombia, Iraq o Afghanistan, dove le corporazioni contrattano società di sicurezza private per proteggere i loro affari nel mezzo di un conflitto armato di bassa o media intensità. L’affare della guerra.

2. Secondo il contratto, Silvercorp avrebbe agito di pari passo con il governo fake di Juan Guaidó e al di sopra delle istituzioni di difesa e sicurezza nazionale concepite nella Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela come la Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB).

Il potere di Goudreau sarebbe sovra costituzionale e solo renderebbe conto a Guaidó. Starebbe al di sopra della FANB, dei servizi di intelligence e della polizia, esercitando una capacità di azione unilaterale in vari settori dell’attività militare.

In questo senso, le clausole del contratto implicano la dissoluzione della Repubblica Bolivariana, delle sue istituzioni pubbliche e del sistema di garanzia dei diritti umani stabilito nella Magna Carta del paese. La FANB sarebbe sostituita da un esercito privato di occupazione ed i responsabili dei poteri pubblici passerebbero ad essere designati come “forze ostili”.

Il contratto sottolinea che figure come Diosdado Cabello, Nicolás Maduro ed i loro “sostenitori” sarebbero dichiarati come tali, il che in termini concreti implicava la persecuzione e cattura di tutte le cariche pubbliche ed istituzionali dello Stato venezuelano.

Si trattava di un’operazione di terra bruciata, in cui sindaci, governatori, giudici, pubblici ministeri, ministri ed altre autorità designati come “chaviste” sarebbero state catturate, perseguitate o assassinate. Applicando queste tecniche proprie del terrorismo di Stato, il governo fake Guaidó avrebbe riorganizzato lo Stato venezuelano in tutte le sue unità organizzative.

Approfittando dello stato d’assedio de facto e con gli scagnozzi di Silvercorp per le strade del paese, si sarebbe forgiato lo smantellamento della Repubblica Bolivariana, la scomparsa fisica del chavismo come forza politica ed istituzionale e si creerebbero le condizioni per l’asta di società pubbliche a beneficio delle multinazionali.

3. È catastrofico (e anche senza precedenti) che un contratto privato con una società mercenaria sia la fonte della dissoluzione del Venezuela come l’abbiamo conosciuto. Questo non ha eguali nella nostra storia repubblicana ed a livello globale sarebbe necessario indagare se ci sono esempi che potrebbero avvicinarsi.

Il contratto firmato da Guidó stabilisce una riorganizzazione dello Stato ed una riscrittura del nostro ordinamento giuridico. Ad esempio, in una delle clausole si stabilisce l’installazione di un Comando Strategico Venezuelano (CSV), al quale Silvercorp risponderebbe. Quel presunto Comando, che avrebbe un comandante non definito ma sicuramente di Silvercorp, autorizzerebbe le operazioni militari illegali contro le “forze ostili”, le manovre operative per contenere rivolte e manifestazioni e come si realizzerebbero gli arresti di persone identificate con il chavismo.

Logicamente, il testo presuppone che una volta rovesciato il governo costituzionale venezuelano, arriverebbero manifestazioni e rivolte contro il colpo di stato. Per offuscare la persecuzione illegale ed omicida contro il movimento di controgolpe chavista nelle strade, Silvercorp designa ogni espressione contro il governo fake di Guaidó come “forze ostili”.

In quell’unità includono Hezbollah, il gruppo guerrigliero colombiano ELN, le “forze venezuelane illegittime”, collettivi e la stessa FANB. Tale clausola si adatta perfettamente al discorso della “presenza di Hezbollah in Venezuela”, diffuso dai falchi ed in particolare da Mike Pompeo e dal capo del Comando Sud, per cui è evidente che Silvercorp potrebbe associarsi a truppe USA, con la Forza Aerea ed il Comando Sud (schierati nel Pacifico con diversi cacciatorpediniere e uno prestato appositamente dalla IV flotta) per perseguire presunti “fattori terroristici”.

Il riconoscimento diplomatico ed illegale di Juan Guaidó come “presidente in carica” ​​basterebbe a “legalizzare” le operazioni della Marina USA, dell’Aeronautica Militare e lo sbarco di forze speciali sul nostro territorio per collaborare all’eliminazione di presunti obiettivi di Hezbollah, ELN ed altre forze ostili. Consentirebbe persino le condizioni politiche per l’installazione di basi militari USA in modo permanente e la celebrazione di trattati illegali che consentano le attività di agenzie USA come la CIA, l’FBI o la DEA, proprio come accaduto in Colombia con il “Plan Colombia” ed in Messico con l’ “Iniziativa Mérida”.

In termini generali, il contratto aprirebbe la porta ad un intervento convenzionale USA, unilaterale ed ai margini del Consiglio di Sicurezza ONU, per controllare il potere di fronte ad una sollevazione militare e civile generalizzata dopo il colpo di Stato, poiché il chavismo conserverebbe ancora strutture militari, di polizia e popolari per affrontare gli invasori.

4. Il contratto inoltre dissolve la legislazione venezuelana in termini penali e sospende de facto tutte le istituzioni responsabili di garantire la protezione dei diritti elementari della popolazione.

Silvercorp stabilisce che attraverso l’unità irregolare OSC, e per ordine unilaterale del presunto CSV, si potranno realizzare arresti di persone, perquisizioni di spazi e case, catture ed altre misure di repressione contro “forze ostili” o che si presume collaborino con le “forze alleate del vecchio regime”. In tal senso, stabilisce quali saranno i “crimini” del post-golpe: essere chavista, funzionario, poliziotto o militare che non si arrendano di fronte agli scagnozzi della Silvercorp “inviati” da Guaidó, il loro Comandante in Capo in base al contratto.

Questi arresti si realizzerebbero in forma illegale in presenza di “ragionevoli sospetti” e non sarebbero soggette ad alcun mandato istituzionale, pertanto le persone detenute e perseguitate non conterebbero su istituzioni come la Procura o il sistema giudiziario per difendersi. L’esercito di scagnozzi di Goudreau si trasformerebbe in procura, tribunale ed a volte in carnefice.

Per massificare queste tecniche di terrorismo di Stato, il contratto garantisce una presunta legalità all’assassinio di civili innocenti dopo averli falsamente accusati di appartenere alle “forze ostili” descritte nel documento. Accusare una dirigente del CLAP o una dirigente di leader comunitari dei quartieri di Caracas come “collaboratori dell’ELN o Hezbollah”, o di “ostacolare una qualche missione”, di “essere associato a terroristi o al narcotraffico”, basterebbe per darle la morte.

In questo senso, il contratto di Silvercorp è uno strumento per realizzare un genocidio, come identificato dalla Corte Penale Internazionale (CPI). E’ genocidio “qualsiasi degli atti menzionati di seguito, perpetrati con l’intenzione di distruggere totalmente o parzialmente un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso come tale: a) mattanza di membri del gruppo; b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale dei membri del gruppo; c) Sottomissione intenzionale del gruppo a condizioni di esistenza che provochino la sua distruzione fisica, totale o parziale”.

5. Silvercorp ha anche offerto i suoi servizi per installare un’Unità Patrimoniale con la quale perseguire e catturare i beni del paese nelle mani dello stato. Secondo il contratto, Guaidó dovrebbe pagare un’aliquota del 14% in relazione al valore reale del bene “recuperato”.

Tuttavia, il gergo finanziario e legalistico che cercano di dare alla stesura di questa clausola, non riesce a nascondere che starebbero autorizzando una mega operazione di traffico di beni culturali, tipica dei gruppi mercenari, e condannato dalle risoluzioni ONU.

Allo stesso modo, come indicato nel contratto, Silvercorp assumerebbe le redini dello Stato venezuelano avendo il potere di svolgere attività di polizia, plasmando la legislazione per proscrivere il chavismo e autorizzando manovre militari contro la popolazione civile e strutture governative falsamente accusate di “collaborare” con “forze ostili”.

Si abilita l’uso di mine antiuomo e di operazioni armate su larga scala direttamente contro istituzioni pubbliche, strutture della FANB e sedi del Governo bolivariano che si commentano i “crimini” già precedentemente definiti da Goudreau.

Sebbene l’operazione parta da una sottovalutazione della capacità di resistenza del chavismo, è importante segnalare che il contratto in sé stabilisce nei suoi calcoli la forma di governo che il Venezuela avrebbe dopo l’eliminazione di Maduro. È una dichiarazione di intenti.

Il “modello di Stato” che prevede il contratto è pericolosamente simile allo “Stato Libero Associato” con cui gli USA hanno giustificato la loro occupazione militare e politica nelle Filippine dopo la guerra per il suo dominio coloniale con l’Impero spagnolo. E’ anche scandalosa la somiglianza con l’Emendamento Platt applicato a Cuba all’inizio del XX secolo e l’attuale stato coloniale di Portorico.

Cercano di costruire un regime militare di occupazione con caratteristiche annessioniste.

Le idee che hanno plasmato il contratto stabiliscono che il Venezuela perderebbe il suo status di Repubblica sovrana, per convertirsi in un regime militare, con travestimento parlamentare (lì entrerebbe in gioco il burattino Guaidó), occupato e diretto dagli USA.

Questo modello di pensiero è in relazione con l’occupazione USA (mal chiamata di stabilizzazione) in Iraq.

Ricordiamo che dopo l’intervento militare, Washington ha designato Paul Bremer (falco legato a Dick Cheney e ad Henry Kissinger) come suo amministratore per l’Iraq, trasferendogli poteri che erano nell’ambito di competenze del governo di Saddam Hussein.

Bremer s’incaricherebbe, come presidente della Autorità Provvisoria della Coalizione (APC), della “ricostruzione del paese” autorizzando contratti petroliferi a compagnie USA, facilitando le incursioni dell’esercito e creando un nuovo quadro per la persecuzione del baathismo. Gli USA governavano il paese militarizzando ed espandendo l’esaltato modello coloniale britannico.

La gestione neocoloniale di Bremer ha riaggiornato, secondo il prisma geopolitico dei falchi, il modello di governo mediante un esercito di occupazione che avrebbe guidato i destini del paese ed il controllo delle istituzioni a beneficio delle società private.

Per questo motivo, il contratto di Silvercorp stabilisce la via armata al neoliberalismo, trasferendo illegalmente le competenze di sicurezza e difesa del paese alla società mercenaria di Goudreau.

Con questi strumenti, il paese verrebbe spinto in una fase di frammentazione, dissoluzione istituzionale e “somalizzazione”, in cui le grandi società potrebbero prendere il controllo, mediante la contrattazione di mercenari, di pozzi di petrolio, giacimenti di gas e miniere d’oro di fronte all’annullamento dello Stato di diritto e distruzione del monopolio del paese sulle sue risorse strategiche.

Le attuali coordinate del conflitto geopolitico tessono anche le clausole del contratto: la voracità di un capitalismo in crisi, in tempi di pandemia, combatte con lo Stato-nazione per il controllo di maggiori tassi di profitto e sfruttamento.

Nel capitolo venezuelano di questa III Guerra Mondiale in ascesa, il documento espone la pulsione geopolitica di ridurre gli ostacoli statali a beneficio della circolazione di capitale liquido, flessibile e senza controllo di frontiera ed istituzionale.

Ed è stata la via armata quella selezionata da Washington per accelerare questa operazione di riassetto costituzionale e politico della Patria.


Genocidio y ocupación militar: las cinco claves más importantes del contrato entre Guaidó y Silvercorp

 

Finalmente se ha dado conocer el contenido completo del contrato firmado por Juan Guaidó, Sergio Vergara y JJ Rendón con la firma de mercenarios estadounidense Silvercorp a cargo del ex militar Jordan Goudreau.

El ministro de Comunicación venezolano Jorge Rodríguez, en una rueda de prensa desde el Palacio de Miraflores hace par de días, realizó un detallado recorrido por las cláusulas del contrato y explicó sus alcances y objetivos, entre los que se incluía la eliminación física del presidente Nicolás Maduro y de altas autoridades del Estado venezolano.

Con las pruebas reveladas hasta ahora, queda establecido que Juan Guaidó tenía un conocimiento detallado del contrato que firmó con el objetivo de impulsar la intervención mercenaria contra Venezuela que encalló en sus costas el 3 de mayo.

Aunque el diputado autoproclamado ha negado toda vinculación a través de comunicados y declaraciones evasivas, su asesor JJ Rendón ha confirmado la veracidad del contrato mientras que, por otro lado, la filtración de un nuevo audio ha revelado la conversación entre Goudreau y Guaidó al momento de cerrar el acuerdo.

El contenido del contrato firmado nos indica que la eliminación física del presidente Nicolás Maduro y de la alta dirigencia del Estado venezolano, era el primer objetivo dentro de una operación que tenía como propósito general la ocupación militar prolongada del país a manos de un ejército privado de mercenarios.

1. El contrato establece que la presencia de Silvercorp en el país sería de 495 días continuos, actuando como “fuerza de seguridad” del gobierno fake a los fines de “estabilizar el país”.

Si bien la operación para “capturar / detener / eliminar a Nicolás Maduro, eliminar el actual Régimen e instalar al reconocido presidente venezolano Juan Guaido” era el objetivo priomordial, Guaidó se comprometía a honrar los pagos mensuales a Silvercorp, aun si el legítimo presidente venezolano, por otras circunstancias, era removido de su cargo antes de la incursión armada.

El pago de los servicios contratados se podría realizar con barriles petróleo o recurriendo a inversionistas privados. Silvercorp se comprometía a generar un puente entre Guaidó y los inversores, cobrando una tasa de interés del 55% que debía ser pagada a la firma de mercenarios de Goudreau.

Siguiendo estas cláusulas, Silvercorp actuaría como un intermediario financiero entre el gobierno fake de Guaidó y los capitalistas interesados en obtener un rendimiento económico con las operaciones ilegales de los mercenarios en territorio venezolano. En consecuencia, el contrato era también una aventura financiera y la carta de navegación del neoliberalismo artillado. La empresa de Goudreau se convertiría en la contratista estrella de empresas petroleras, mineras e industriales que debían contratar los servicios de Silvercorp para operar en Venezuela de “forma segura”.

Esta relación entre empresas transnacionales y firmas mercenarias privadas es usual en Colombia, Irak o Afganistán, donde las corporaciones contratan firmas de seguridad privada para proteger sus negocios en medio de un conflicto armado de baja o mediana intensidad. El negocio de la guerra.

2. Según el contrato, Silvercorp actuaría de la mano con el gobierno fake de Juan Guaidó y por encima de las instituciones de defensa y seguridad nacional concebidas en la Constitución de la República Bolivariana de Venezuela como la Fuerza Armada Nacional Bolivariana (FANB).

El poder Goudreau sería supraconstitucional y sólo rendiría cuentas a Guaidó. Estaría por encima de la FANB, de los servicios de inteligencia y de la policía, ejercitando una capacidad de actuación unilateral en diversos campos de la actividad militar.

En tal sentido, las cláusulas del contrato implican la disolución de la República Bolivariana, de sus instituciones públicas y del sistema de garantía de derechos humanos establecido en la Carta Magna del país. La FANB sería sustituida por un ejército privado de ocupación y los responsables de los poderes públicos pasarían a ser designados como “fuerzas hostiles”.

El contrato destaca que figuras como Diosdado Cabello, Nicolás Maduro y sus “partidarios” serían declarados como tales, lo que en términos concretos implicaba la persecución y captura de todos los cargos públicos e institucionales del Estado venezolano.

Se trataba de una operación de tierra arrasada, donde alcaldes, gobernadores, jueces, fiscales, ministros y otras autoridades designadas como “chavistas” pasarían a ser capturadas, perseguidas o asesinadas. Aplicando estas técnicas propias del terrorismo de Estado, el gobierno fake de Guaidó reorganizaría el Estado venezolano en todas sus unidades organizativas.

Aprovechándose del estado de sitio de facto y con los matones de Silvercorp en las calles del país, se forjaría el desmantelamiento de la República Bolivariana, la desaparición física del chavismo como fuerza política e institucional y se crearían las condiciones para el remate de empresas públicas en beneficio de las transnacionales.

3. Es catastrófico (y también inédito) que un contrato privado con una empresa mercenaria sea la fuente de la disolución de Venezuela tal y como la hemos conocido. Esto no tiene parangón en nuestra historia republicana y a nivel mundial habría que indagar si existen ejemplos que podrían acercarse.

El contrato firmado por Guidó establece una reorganización del Estado y una reescritura de nuestro ordenamiento jurídico. Por ejemplo, en una de las cláusulas se establece la instalación de un Comando Estratégico Venezolano (VSC, por sus siglas en inglés), al cual respondería Silvercorp. Ese supuesto Comando, quien tendría un comandante no definido pero seguramente de Silvercorp, autorizaría las operaciones militares ilegales contra las “fuerzas hostiles”, las maniobras operacionales para contener disturbios y manifestaciones y cómo se realizarían las detenciones a personas identificadas con el chavismo.

Lógicamente el texto asume que una vez derrocado el gobierno constitucional venezolano vendrían manifestaciones y disturbios en reclamo al golpe de Estado. Para blanquear la persecución ilegal y asesina contra el movimiento de contragolpe chavista en las calles, Silvercorp designa toda expresión contra el gobierno fake de Guaidó como “fuerzas hostiles”.

En esa unidad incluyen a Hezbolá, al grupo guerrillero colombiano ELN, a las “fuerzas ilegítimas venezolanas”, colectivos y a la misma FANB. Esta cláusula encaja a la perfección con el discurso de la “presencia de Hezbolá en Venezuela”, propalado por los halcones y especialmente por Mike Pompeo y el jefe del Comando Sur, por lo que es evidente que Silvercorp podría asociarse a tropas estadounidenses, con la Fuerza Aérea y el Comando Sur (desplegado por el Pacífico con varios destructores y uno específicamente prestado por la Cuarta Flota) para perseguir a supuestos “factores terroristas”.

El reconocimiento diplomático e ilegal a Juan Guaidó como “presidente encargado” bastaría para “legalizar” las operaciones de las Armada estadounidense, de la Fuerza Aérea y el desembarco de fuerzas especiales a nuestro territorio para colaborar con la eliminación supuestos blancos de Hezbolá, el ELN, y otras fuerzas hostiles. Incluso habilitaría las condiciones políticas para la instalación de bases militares estadounidenses de forma permanente y la celebración de tratados ilegales que permitan las actividades de las agencias estadounidenses como la CIA, el FBI o la DEA, tal cual ocurrió en Colombia con el “Plan Colombia” y en México con la “Iniciativa Mérida”.

En términos generales, el contrato abría la puerta a una intervención convencional estadounidense, unilateral y al margen del Consejo de Seguridad de Naciones Unidas, para controlar el poder frente a una sublevación militar y civil generalizada tras el golpe de Estado, pues el chavismo aun conservaría estructuras militares, policiales y populares para enfrentar a los invasores.

4. El contrato también disuelve la legislación venezolana en términos penales y suspende de facto todas las instituciones encargadas de velar por la protección de los derechos elementales de la población.

Silvercorp establece que a través de la unidad irregular OSC, y por orden unilateral del supuesto VSC, se podrán realizar detenciones de personas, registro de espacios y viviendas, capturas y otras medidas de represión a “fuerzas hostiles” o que se presuman que están colaborando con las “fuerzas aliadas del antiguo régimen”. En tal sentido, establece cuáles serán los “delitos” del post golpe: ser chavista, funcionario, policía o militar que no se rinda antes los matones de Silvercorp “mandados” por Guaidó, su Comandante en Jefe según el contrato.

Estas detenciones se realizarían de forma ilegal cuando haya “sospechas razonables”, y no estarían sujetas a ningún mandato institucional, por ende, las personas detenidas y perseguidas con contarían con instituciones como la Fiscalía o el sistema judicial para defenderse. El ejército de matones de Goudreau se transformaría en fiscalía, tribunal y verdugo a la vez.

Para masificar estas técnicas de terrorismo de Estado, el contrato otorga una supuesta legalidad al asesinato de civiles inocentes tras acusarlos falsamente de pertenecer a las “fuerzas hostiles” que describe el documento. Con acusar a una jefa de CLAP, o a una capa de dirigentes comunitarios de las barriadas de Caracas como “colaboradores del ELN o Hezbolá”, o de “entorpecer alguna misión”, de “estar asociado a terroristas o al narcotráfico”, bastaría para darle muerte.

En tal sentido, el contrato de Silvercorp es una herramienta para llevar a cabo un genocidio, según lo identifica la Corte Penal Internacional (CPI). Es genocidio “cualquiera de los actos mencionados a continuación, perpetrados con la intención de destruir total o parcialmente a un grupo nacional, étnico, racial o religioso como tal: a) Matanza de miembros del grupo; b) Lesión grave a la integridad física o mental de los miembros del grupo; c) Sometimiento intencional del grupo a condiciones de existencia que hayan de acarrear su destrucción física, total o parcial”.

5. Silvercorp también ofreció sus servicios para instalar una Unidad de Activos con la que se perseguirán y capturar los bienes del país en manos del Estado. Según el contrato, Guaidó debería pagar una tarifa del 14% con relación al valor real del bien “recuperado”.

Sin embargo, la jerga financiera y legalista que tratan de darle a la redacción de esta cláusula, no lograr encubrir que estarían autorizando un megaoperación de tráfico de bienes culturales, propio de los grupos mercenarios, y condenado por las resoluciones de Naciones Unidas.

Asimismo, según lo expresado en el contrato, Silvercorp asumiría las riendas del Estado venezolano al estar facultado para realizar actividades policiales, moldeando la legislación para proscribir al chavismo y autorizando maniobras militares contra la población civil y estructuras de gobierno falsamente acusadas de “colaborar” con “fuerzas hostiles”.

Se habilita el uso de minas antipersonas y de operaciones armadas de gran calado directamente contra instituciones públicas, estructuras de la FANB y sedes del Gobierno Bolivariano que se comentan los “delitos” ya previamente definidos por Goudreau.

Aunque la operación parte de una subestimación de la capacidad de resistencia del chavismo, es importante señalar que el contrato en sí establece en sus cálculos la forma de gobierno que tendría Venezuela luego de la eliminación de Maduro. Es una declaración de propósitos.

El “modelo de Estado” que proyecta el contrato es peligrosamente similar al “Estado Libre Asociado” con el que Estados Unidos justificó su ocupación militar y política sobre Filipinas tras la guerra por su dominio colonial con el Imperio español. También es escandalosa la similitud con la Enmienda Platt aplicada sobre Cuba a principios de siglo XX y el estatus colonial actual de Puerto Rico.

Buscan construir un régimen militar de ocupación con rasgos anexionistas.

Las ideas que han moldeado el contrato establecen que Venezuela perdería su estatuto de República soberana, para convertirse en un régimen militar, con disfraz parlamentario (ahí entraría a jugar la marioneta de Guaidó), ocupado y dirigido por Estados Unidos.

Este esquema de pensamiento guarda relación con la ocupación estadounidense (mal llamada de estabilización) en Irak.

Recordemos que luego de la intervención militar, Washington designó a Paul Bremer (halcón ligado a Dick Cheney y a Henry Kissinger) como su administrador para Irak, transfiriéndole facultades que estaban en el ámbito de competencias del gobierno de Hussein.

Bremer se encargaría, como presidente de la Autoridad Provisional de la Coalición (APC), de la “reconstrucción del país” autorizando contratos petroleros a empresas estadounidenses, facilitando las incursiones del ejército y creando un nuevo marco para perseguir al baasismo. Estados Unidos gobernaba el país militarizando y expandiendo el encumbrado modelo colonial británico.

La gestión neocolonial de Bremer reactualizó según el prisma geopolítico de los halcones el modelo de gobernanza mediante un ejército de ocupación que conduciría los destinos del país y el control de las instituciones en beneficio de las corporaciones privadas.

Por esta razón, el contrato de Silvercorp establece la vía armada al neoliberalismo, transfiriendo de manera ilegal las competencias de seguridad y defensa del país a la firma de mercenarios de Goudreau.

Con estas herramientas, el país sería empujado a una fase de fragmentación, disolución institucional y “somalización”, donde las grandes corporaciones podrían tomar control, mediante la contratación de mercenarios, de pozos petroleros, campos de gas y minas de oro ante la anulación del Estado de derecho y la destrucción del monopolio del país sobre sus recursos estratégicos.

Las coordenadas actuales del conflicto geopolítico también tejen las cláusulas del contrato: la voracidad de un capitalismo en crisis, en tiempos de pandemia, riñe con el Estado-nación por el control de mayores tasas de ganancia y explotación.

En el capítulo venezolano de esta Tercera Guerra Mundial en ascenso, el documento expone la pulsión geopolítica de reducir los obstáculos del Estado a beneficio de la circulación de capitales líquidos, flexibles y sin control fronterizo e institucional.

Y fue la vía armada la seleccionada por Washington para precipitar esta operación de reseteo constitucional y político de la Patria.

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