Lula finalmente riconosciuto innocente da un tribunale

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Lula è sempre stato innocente, tuttavia oggi anche un tribunale ha riconosciuto questo fatto. Il Tribunale Federale della Terza Regione (TFR3) ha rigettato, all’unanimità, una denuncia presentata contro l’ex Presidente e suo fratello, Frei Chico, che erano stati accusati di corruzione. In quanto non esiste alcuna prova, il TFR3 ha rigettato sommariamente ogni tipo d’addebito.

Ciononostante, i nemici del Presidente più popolare del Brasile, hanno raggiunto comunque il loro scopo: impedire che Lula potesse partecipare alle elezioni del 2018, che il leader del Partido dos Trabalhadores avrebbe senz’altro vinto. È stato Sergio Moro, d’altronde, a orchestrare il processo farsa, conosciuto come Lava Jato, prima di essere nominato Ministro della Giustizia proprio da Bolsonaro, che ha trionfato beneficiando dell’arresto di Lula.

Poche settimane fa, l’ex giudice Moro si è dimesso, per non compromettersi totalmente, come se fosse possibile, con la terribile presidenza di Bolsonaro, il quale sta portando il Brasile al disastro. All’impoverimento del paese, attraverso la svendita degli asset pubblici, all’aumento delle diseguaglianze e alla recrudescenza della misoginia, del razzismo e di qualsiasi forma di discriminazione, in Brasile si aggiunge ora la gestione fallimentare dell’emergenza sanitaria, causata dal nuovo coronavirus. Se Bolsonaro perde consensi, alcuni ministri hanno rassegnato le proprie dimissioni, fra cui due ministri della salute e proprio Sergio Moro. Tuttavia, è chiaro che l’obiettivo di quest’ultimo è quello di subentrare all’attuale presidente.

Anche la Corte Suprema Federale, ha cominciato a mettere i bastoni tra le ruote al governo Bolsonaro, su cui si addensano ogni giorno le ombre di un probabile impeachment. È noto come la famiglia dell’attuale presidente (ma anche lui stesso probabilmente) sia implicata in oscure faccende, tra cui sia i rapporti con la milicia, un’organizzazione paramilitare di estrema destra che la fa da padrone nei quartieri poveri di Rio de Janeiro (ma esiste, tuttavia, un fenomeno fascista più esteso), che una serie infinita di irregolarità e brogli. Recentemente, “la famiglia” è stata accusata di aver diretto una centrale di fake news, con l’obiettivo di screditare qualsiasi oppositore. Tuttavia, è la gestione dell’emergenza sanitaria ad aver fatto precipitare la situazione. Bolsonaro ha prima negato e poi minimizzato gli effetti del virus, paragonandolo più volte ad una febbriciattola o a un raffreddore, opponendosi a tutte le misure di distanziamento sociale. Ciò ha causato sia un aumento spropositato dei contagi, ormai il Brasile è il terzo paese più colpito al mondo (il primo in America Latina) dal COVID-19, sia, purtroppo, dei morti.

L’uscita di scena di Bolsonaro sarebbe una stupenda notizia per tutti i democratici, che hanno il dovere di unirsi contro le forme più deteriori del fascismo e del razzismo. Nondimeno, bisogna tenere alta la guardia, smascherando le macchinazioni di chi vuole sostituire l’attuale presidente con personaggi, magari più presentabili e educati, pur sempre legati all’establishment tecnocratico e neoliberista. Il rischio è che non sia un moto di rigetto contro un politico, come Bolsonaro, che ha violato sotto ogni riguardo lo stato di diritto, a prevalere, ma un cambio di regime.

Nazareno Galiè

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