«Nello scontro alla pandemia abbiamo ottenuto un risultato degno, degnissimo, e anche più nelle condizioni in cui lo ha fatto il paese», ha assicurato giovedì 21 il Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, parlando di nuovo con un gruppo di scienziati e di esperti che partecipano direttamente alla battaglia di Cuba contro la COVID-19.
Durante il dialogo con gli specialisti nel Palazzo della Rivoluzione, il mandatario ha segnalato che prima che la malattia arrivasse nel territorio nazionale, «noi avevamo già una situazione complessa , economica e sociale, provocata dal blocco e della Legge Helms-Burton».
Nonostante quello, «il risultato scientifico che abbiamo ottenuto ha dato al paese una visibilità e un tremendo prestigio, come componente fondamentale nello scontro. ». Non avere un nuovo focolaio è una chimera, e ovviamente vogliamo giungere al vaccino cubano il più rapidamente possibile.
Díaz-Canel ha parlato dei modi di fare che si dovranno mantenere quando Cuba comincerà a transitare verso la normalità per non passare dalla situazione di nuovo focolaio dell’epidemia che hanno avuto altre nazioni.
Tra queste le misure igieniche, la distanza fisica, la ricerca attiva, l’attenzione differenziata ai più vulnerabili, il regolamento della quantità di persone per determinati spazi, la responsabilità sociale, la costante investigazione e lo studio sulla malattia.
Poi ha commentato che «è stata confermata, con tutto il peso e l’apporto scientifico in tempo di pandemia, una base di conoscenze che ci sta offrendo uscite nella previsione della malattia e quindi nei modi di fare e di perfezionare le nostre norme».
Poi ha aggiunto che avremo un perfezionamento per la riduzione dei rischi e delle vulnerabilità di fronte a questa e ad altre malattie.
Il Presidente della Repubblica ha segnalato in particolare «l’apporto della biotecnologia cubana nella lotta contro la COVID-19, tanto con l’anticorpo monoclonale Anti cd6, d’Immunologia Molecolare, come del peptide cigb 258, del Centro d’Ingegneria Genetica e Biotecnologia, che apportano un importante ruolo e stanno dando risultati per evitare la morte dei pazienti gravi e critici ed anche per impedire che i malati giungano a questi stadi», ha sostenuto.
«Questi indici nel nostro paese sono al di sotto della media mondiale e anche di quella dell’ America Latina e dei Caraibi. Nel mondo, l’80 % dei pazienti che giungono allo stato critico stanno morendo. A Cuba, con l’uso dei questi medicinali, l’80% di coloro che giungono allo stato critico e grave, si salvano.
Questo è il frutto della scienza cubana, dello sviluppo del nostro sistema e dell’ integrazione che questo sistema può ottenere per affrontare la pandemia», ha indicato Díaz-Canel.
«Si sta facendo scienza nel mezzo di una situazione di contingenza, ha detto il Presidente, e questo ha un valore aggregato», ha concluso.
Come parte di questo incontro quasi abituale con gli scienziati cubani, giovedì 21 è stato indicato al mandatario e al primo ministro, Manuel Marrero Cruz, dove puntano alcune delle attività di scienza e innovazione tecnologica nello scontro al nuovo coronavirus e tra queste i risultati dell’applicazione ai pazienti con la COVID – 19, dei medicinali cubani Anti cd6 y CIGB 258.
Sul primo è stato riferito che su 76 pazienti trattati il tasso di sopravvivenza dei gravi è stato del 80% e in quelli in terapia del 87%.
Con il cigb 258, in 49 pazienti, il 78,2 % dei malati in stato critico sono sopravvissuti, come il 92% dei gravi.
Inoltre sono state fatte modifiche alle norme dei medicinali utilizzato per trattare la COVD – 19 partendo dai risultati di negatività precoce del PCR con l’uso del Interferón Alfa 2b e del Interferón Alfa + gamma.
Questi due prodotti della biotecnologia cubana si usano con i pazienti asintomatici, con morbilità o meno, come la monoterapia senza la clorochina nè la kaletra.
In questo incontro sono state date informazioni sul comportamento dei modelli di pronostici soprattutto della nota curva dei malati ricoverati in Cuba che, come ha detto il dottor Raúl Ginovart Díaz, decano della Facoltà di Matematica e Computazione dell’Università de L’Avana, continua ad appianarsi.
Prima del 30 de marzo «molti critici e non critici del nostro paese pronosticavano una situazione molto più complessa per noi, basandosi precisamente nel fatto che altri paesi ricchi con un sistema di salute con molte più risorse del nostro, che non sono bloccati erano praticamente collassati».
Al contrario, «nel nostro paese non è accaduto e il sistema di salute cubano è riuscito a controllare l’epidemia, non ha collassato e sta camminando per sradicarla. Il modello previsto conferma che ci manteniamo nello scenario favorevole e non ne usciremo nei prossimi giorni».
Il dottore in Scienze, Pedro Más Bermejo, vicepresidente della Società Cubana d’Igiene e Epidemiologia, ha presentato in questa riunione i risultati di uno studio realizzato in 26 paesi sul comportamento delle misure restrittive, il loro smantellamento e il successivo rafforzamento che alcuni hanno dovuto applicare di fronte ai nuovi focolai della malattia.
Questi comportamenti potrebbero servire da base per future decisioni che si prenderanno nell’Isola anche se, ha detto Más Bermejo, «Cuba non somiglia a nessuno nel mondo per la collaborazione scientifica, per l’attuazione e l’organizzazione del sistema di salute, per prestare aiuto internazionale; per l’evoluzione che ha avuto l’epidemia, che è il miglior risultato, e per la risposta del Governo e del popolo».
Giovedì 21 sono state presentate altre importanti investigazioni relazionate con la formazione di una scala di classificazione dei pazienti gravi per le decisioni cliniche; vari progetti di Geocuba per la gestione ospedaliera e del Sistema Integrato delle Urgenze Mediche così come un servizio per la localizzazione di persone malate, oltre allo studio realizzato dall’Istituto di Medicina Tropicale Pedro Kourí, sugli immuno-marcatori precoci con valore di pronostico nella malattia della COVID-19.
Dopo questo promettente appuntamento con una parte importante della comunità scientifica cubana, l’agenda di lavoro nel Palazzo della Rivoluzione è continuata con la riunione quotidiana del Gruppo per la prevenzione e il controllo del nuovo coronavirus, guidata dal Presidente della Repubblica e dal Primo Ministro, nella quale è stato indicato il comportamento favorevole dell’epidemia ne paese, del quale hanno parlato gli scienziati.
Di nuovo, il ministro di Salute Pubblica, José Ángel Portal Miranda, ha attualizzato i numeri che si abbassano ogni giorno e le autorità de L’Avana, Matanzas e Holguín hanno reso conto della situazione dei loro territori come parte di un sistema di lavoro che unisce nello stesso impegno di salvare vite i dirigenti, gli scienziati, i medici, i lavoratori di tutti i settori in definitiva: un popolo intero che ha dato, come ha segnalato Díaz-Canel, una risposta degnissima.