Il terrorismo come politica di Stato contro Cuba

La varietà di azioni militari, economiche, biologiche, diplomatiche, psicologiche, propagandistiche, di spionaggio, l’esecuzione di atti di sabotaggio ed i tentativi di liquidare fisicamente i dirigenti del processo rivoluzionario, fanno parte di una strategia ufficiale creata ed eseguita dalla Casa Bianca per sconfiggere la Rivoluzione e fermare la costruzione del socialismo sull’isola

Raúl Antonio Capote  www.granma.cu

Gli USA sono stati il ​​principale organizzatore e sponsor del terrorismo nel mondo, sin dalla sua nascita come potenza con aspirazioni di egemonia universale.

Nel corso della storia contemporanea, quella nazione ha creato, strutturato e fornito ogni tipo di supporto a gruppi paramilitari e terroristi confessi in tutto il mondo. Ha anche offerto assistenza a numerosi governi dittatoriali che hanno usato il terrore come strumento di repressione contro i loro popoli.

La guerra terroristica scatenata contro Cuba è stata concepita come politica di Stato. La varietà di azioni militari, economiche, biologiche, diplomatiche, psicologiche, propagandistiche, di spionaggio, l’esecuzione di atti di sabotaggio ed i tentativi di liquidare fisicamente i dirigenti del processo rivoluzionario, fanno parte di una strategia ufficiale creata ed eseguita dalla Casa Bianca per sconfiggere la Rivoluzione e fermare la costruzione del socialismo sull’isola

Troppe sono le prove che così tante volte sono state riviste: il dirottamento di aerei, che fino al 1959 non aveva precedenti nel mondo, fu un metodo ideato ed utilizzato proprio dalla CIA nel suo programma di azioni terroristiche a partire dal trionfo di gennaio. Le cifre di 3478 cubani morti e 2099 lesionati come vittime di tutti i piani violenti contro la Maggiore delle Antille, mostrano le gravi conseguenze del flagello.

Due mesi dopo che il terrorista Alazo Baró sparasse “per uccidere” contro l’ambasciata cubana a Washington, il silenzio complice della Casa Bianca ha portato alla luce le mostruosità di un passato ancora vicino nel tempo.

Lo spirito che ha animato il mercenario ed i suoi burattinai, a Miami, nasce dalla politica di tolleranza, complicità ed incentivo all’odio che per anni ha permesso di agire, in totale libertà, ad Orlando Bosch, Posada Carriles ed altri mostri nati sotto la tutela del governo.

Sia l’impunità con cui agiscono gli estremisti, come l’assente reazione dell’amministrazione Donald Trump alla gravità di un assalto armato ad una sede diplomatica straniera, rispondono silenziosamente alla domanda più grande: chi realmente sponsorizza il terrorismo?

Invariabilmente, la risposta di Cuba è sempre alla stessa altezza, come queste che offre, a titolo di lezione, nel mezzo della crisi causata dal covid-19, e sotto la protezione etica dell’ideologia martiano: “Quelli dove si predica l’odio, o l’intolleranza, cadete al momento giusto: ma i templi? ora più che mai sono necessari templi dell’amore e d’umanità che risveglino tutto ciò che c’è di generoso nell’uomo e scaccino tutto ciò che in lui è rozzo e vile».


El terrorismo como política de Estado contra Cuba

La variedad de acciones militares, económicas, biológicas, diplomáticas, sicológicas, propagandísticas, de espionaje, la ejecución de actos de sabotaje y los intentos de liquidar físicamente a los líderes del proceso revolucionario, forman parte de una estrategia oficial creada y ejecutada desde la Casa Blanca para derrotar a la Revolución y detener la construcción del socialismo en la Isla

Autor: Raúl Antonio Capote

Estados Unidos ha sido el principal organizador y patrocinador del terrorismo en el mundo, desde su surgimiento como potencia con aspiraciones de hegemonía universal.

En el transcurso de la historia contemporánea, esa nación creó, estructuró y proporcionó apoyo de todo tipo a grupos paramilitares y terroristas confesos alrededor del orbe. También brindó asistencia a numerosos gobiernos dictatoriales que usaron el terror como herramienta de represión contra sus pueblos.

La guerra terrorista desatada contra Cuba fue concebida como política de Estado. La variedad de acciones militares, económicas, biológicas, diplomáticas, sicológicas, propagandísticas, de espionaje, la ejecución de actos de sabotaje y los intentos de liquidar físicamente a los líderes del proceso revolucionario, forman parte de una estrategia oficial creada y ejecutada desde la Casa Blanca para derrotar a la Revolución y detener la construcción del socialismo en la Isla.

Demasiadas son las evidencias que tantas veces se han repasado: el secuestro de aviones, que hasta 1959 no tenían precedentes en el mundo, fue un método ideado y utilizado precisamente por la cia en su programa de acciones terroristas a partir del triunfo de enero. Las cifras de 3 478 cubanos fallecidos y 2 099 incapacitados como víctimas de todos los planes violentos sobre la Mayor de las Antillas, muestran las graves consecuencias del flagelo.

Dos meses después de que el terrorista Alazo Baró disparara «a matar» contra la Embajada cubana en Washington, el silencio cómplice de la Casa Blanca sacó a la luz los engendros de un pasado aún cercano en el tiempo.

El espíritu que animó al mercenario y a sus titiriteros en Miami, nace de la política de tolerancia, complicidad e incentivación del odio que durante años permitió actuar con entera libertad a los Orlando Bosch, Posada Carriles y otros monstruos nacidos bajo la tutela del Gobierno.

Tanto la impunidad con que actúan los extremistas, como la reacción ausente de la administración de Donald Trump ante la gravedad de un asalto armado a una sede diplomática extranjera, responden silenciosamente la interrogante mayor: ¿Quién realmente patrocina al terrorismo?

Invariable, la respuesta de Cuba siempre tiene la misma altura, como estas que ofrece, a modo de lecciones, en medio de la crisis provocada por la covid-19, y al amparo ético del ideario martiano: «Aquellos donde se predique el odio, o la intolerancia, vénganse abajo en buen(a) hora: pero ¿templos? ahora se necesitan más que nunca, templos de amor y humanidad que desaten todo lo que en el hombre hay de generoso, y sujeten todo lo que en él, de crudo y vil».

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